Armando Adolgiso ⁞ La principessa sul pixel ⁞

La principessa sul pixel
Toh, chi si rivede!
Dopo la batosta del 4 dicembre, Maria Elena Boschi era scomparsa dai media.
Ora, è riapparsa in tv in più occasioni ravvicinate fra loro. Sarà la madrina del G7 a maggio, accogliendo Trump, Merkel, Putin. Ed eccola nei tg a Taormina per un sopralluogo ai cantieri, con elmetto edile giallo d’ordinanza e occhialoni scuri alla Julia Roberts

“I lavori sono a buon punto", ha detto. Infatti sono fermi (con ansietà delle scorte dei capi di Stato).
Insomma è tornata, da principessa. Reduce da un’insonne notte politica ossessionata da un pixel.

Vorrei sapere chi è incaricato di recapitare gli avvisi di garanzia.
Perché o non arrivano oppure sono recapitati, forse, a fine proces… a prescrizione avvenuta.
Si deduce dal fatto che chi dovrebbe essere avvisato, immancabilmente afferma: “Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia”.
Evidentemente quel plico giudiziario è stato affidato a un perditempo che durante il tragitto si è intrattenuto con amici al biliardo, dopo s’è dato a bevute al bar con fannulloni suoi pari, poi si è concesso piaceri erotici mercenari… insomma quel plico sta negletto in una tasca o smarrito in qualche equivoco luogo della tentacolare metropoli.
Ad esempio, un recente indagato, Luciano D’Alfonso, governatore abruzzese Pd (già indagato per altre faccende), inquisito per nuove cose, ha rilasciato la solita dichiarazione sopra riportata.
Però… però è andato ingegnosamente oltre dicendo “Altro che inchieste! Meriterei di essere fatto senatore a vita”. Il presidente Mattarella, a un suo risveglio, prenda diligente nota.
 
Di frequente nelle trasmissioni giornalistiche è ripreso qualcuno che sfugge ai microfoni. I più atletici si sottraggono dandosi a una corsetta, chi è appesantito scuote il capo protendendo una mano verso la telecamera. Eravamo abituati a quelli della Dc. Poi del Psi, e dopo gli italoforzuti.
Fuggivano anche imprenditori e banchieri indagati, naturalmente. Spesso coincidenti con i primi.
Non fuggiva il bravo Pannella, erano i microfoni a fuggire da lui perché solo per dire “buongiorno” ci metteva un quarto d’ora.
Oggi vediamo fuggire a passi lunghi e svelti pure quelli del Pd.
In tv fugoni indecorosi di tanti. Il più recente da me visto: quello della Finocchiaro da chi le chiedeva perché avesse votato a favore di Minzolini quando lo salvarono… che pena!
 
Il sindaco Pd Giuseppe Sala (QUI un riassunto della sua situazione giudiziaria) ha riaffermato: “Dedicare a Craxi una via o una piazza? Non so. Necessario decida la città”.
Un perfido ha consigliato: “Dedichiamogli Piazza Filangieri”.
Per chi non è pratico di Milano, è la piazza dove c’è S. Vittore.

Il guaio Di Maio.
La senatrice Paola Taverna del M5S alla vigilia delle elezioni comunali a Roma che videro il successo di Virginia Raggi, disse “C’è un complotto per farci vincere”. L’affermazione, accolta come spiritosa, conteneva, invece, un’intelligente considerazione. Governare Roma è impresa disperata sia per come l’hanno ridotta i sindaci di anni fa sia per il tessuto sociale della città. Facile fallire la prova con conseguenze disastrose sul partito che va al governo dell’Urbe.
Ora, pare, che il M5S abbia la possibilità di vincere le prossime elezioni nazionali.
Siccome l’Italia sta messa come la Capitale, la Taverna dovrebbe replicare quel suo motto?
Non è necessario. C’è chi può evitare la vittoria di quel movimento.
Il M5S per perdere ha un imbattibile asso nella manica: Luigi Di Maio.
 
Quale sciagurata idea ha avuto la pur bravissima Michela Marzano nell’accendere una polemica (poi praticata da altri come baccano) a tutto vantaggio di una pubblicità gratis per il più recente libro di Walter SitiBruciare tutto”.
Lì si parla del tormento d’un prete che (… hai visto mai per mala educación?) è pedofilo.
Marzano stronca il libro. Gran chiasso tra difensori e detrattori del volume su questioni morali.
Ma certo che si può scrivere di tutto. Ci mancherebbe! Esistono libri ben più audaci.
Il fatto è su come si scrive.
Il foglietto illustrativo di un farmaco è letteratura appassionante di fronte alle pagine di Siti.
Io, dopo le prime ho smesso e sono passato a Dylan Dog.
E poi Marzano non ne ha fatta una questione censoria, per niente. Non ha scritto di scandalo.
Scandalosa, quella sì, ho trovato l’ambigua dedica a Don Milani, da Siti data per parzialmente ritrattata dicendo: "Ho sempre dato per scontato che non avesse mai lasciato adito a niente che potesse scandalizzare. Se c’era una pulsione, don Milani l’ha mantenuta nel recinto del proprio inconscio. Un atto di sublimazione straordinario, dedicare l’intera vita ai ragazzi, trasformare un’ossessione in qualcosa di utile alla comunità".
Se questo è ritrattare, meglio una denuncia alla Procura della Repubblica.
“Bruciare tutto”? Ben gli si attaglia quella famosa folgore di Giorgio Manganelli: «Basta che un libro sia un "romanzo" per assumere un connotato losco».
 
Dieci anni fa ci lasciava Alberto Grifi.
Un grande del nostro – e non soltanto nostro – cinema.
Elogi ad Alias che nel supplemento di sabato 22 aprile del Manifesto l’ha ricordato con uno special contenente un inedito di Aldo Braibanti e due scritti, altrettanto inediti, di Alberto, presentati ottimamente dalla bravissima attrice e scrittrice Alessandra Vanzi.

Per chi volesse leggere quei testi: mail = arretrati@redscoop.it ; tel = 06 . 39 74 54 82
 
TUTTO, MA NON FATEGLI SCEGLIERE I NOMI.
Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio.

Il Signore mi disse: «Chiamalo Bottino Pronto Saccheggio Prossimo». Isaia, 8,3
da “Stravaganze della Bibbia”, Baldini & Castoldi, 1994
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.
   
         
Armando Adolgiso │Spacenews