La ragazza che faceva l’attrice al suo ex poeta:
l’affiche
de son Pop-corn.
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Il pop-corn della
ragazza del poeta♥
Il
poeta, che non ha i baffi nerissimi e accuratamente tagliati di quel signore
della Centuria “Ventiquattro” di Manganelli che è, alle quattro del pomeriggio,
ancora in pigiama[i],
non riesce a sdraiarsi sul letto, e nemmeno stendersi in una poltrona comoda e
rassegnata, e non sfoglia manco un libro, né guarda il titolo solo dopo aver
leggiucchiato una pagina. Ha appena letto in un quotidiano che la sua ragazza,
l’attrice che non si sa quanti film ha fatto e che non si sa da quanti visionatori è concupita come
oggetto “a”, ha inaugurato il suo negozietto di pop-corn! Lei è un’anima
aggraziata, e anche di corpo non è male, è pur sempre la ragazza del poeta,
che, continua a pensare che anche lei in qualche modo è innamorata perdutamente di lui, pur essendo poeta, sarà,
si dice, per via del punctum dell’anima, ah, dice “punctum”, facendo
sottentrare per la sua immagine l’ovvio e l’ottuso di Roland Barthes, invece si
sta riferendo al punto sensibile arabo nel suo cosmogramma, quello dell’anima,
che è strettamente connesso al suo Ascendente, anzi al suo mezzopunto
Sole/Ascendente, un’adesione incredibile, quasi patagonica, per via del fatto che oggi si sente sotto l’effetto
di una molesta ubriacatura, ma in realtà egli , la sera prima, ha bevuto un
solo bicchiere, saranno stati i peperoni, peperoni e uova, e…oh, Dio, com’è
possibile? Pop-corn, e ripensando alle uova, per le galline e il granone per le
galline, quella scema s’è aperto il negozietto del pop-corn, ma chissà mai chi
glielo avrà messo in testa, o forse ci ha pensato autonomamente, quando
andavamo al cinema, pensa il poeta, forse a vedere che si vendeva tutto quel
pop-corn avrà pensato che era in quel modo che si facevano i soldi, povera
stupida…Ma è suonata? Sarà stata un imbonimento della famiglia, quelle sorelle
non volevano aprire tempo addietro una friggitoria, così, dicevano, sai quanti
soldi ci facciamo la mattina che prepariamo il cestino di patate fritte e cozze
impepate per i ragazzi che vanno a scuola, tu pensa a quelli che, poi, devono
restare qui in paese per il turno pomeridiano e allora vengono a mangiare qui peperoni
e patate, cozze o cozz’ammula fritta, e poi tu ti metti il grembiulino e bona
come sei sai quanti si vengono a riempire l’otre dello scroto a furia di
ingurgitare pensieri immondi su di te, che in confronto un manga di marca “Hentai”sembra
addirittura arido, altro che shummulo[ii]
di quel fesso di quel poeta senza
una lira!
Pop-corn…e la rivedeva nella tuta di latex per quel personaggio da super-eroina, che, lui, così in quell’assetto, ne aveva messo da parte immagini in gif, che, quando lei non c’era, stava a guardarsele e a menarselo per ore intere, e giorni, e adesso questa super-eroina si mette a vendere il pop-corn… Mio Dio, mi capiterà un giorno che uscendo da quel suo negozietto un giorno mi accorgerò che mi hanno rubato l’Universo, e al posto dell’Universo c’è quel solito venditore all’ingrosso di granone per galline, in quel suo buco, dove, quando smise, aprirono la sede della progenitrice dell’agenzia della Fiscalrassi, e il suo paese era scomparso, scomparsa la sua casa, scomparsa la sua famiglia, scomparso il suo aranceto, scomparsi gli ulivi di Sant’Arcangelo e la sterpina, scomparso il sole, scomparso il cinema, e il poeta si era allora convinto che era accaduto un furto, un furto più grande del consueto, era stato rubato l’Universo del poeta, e c’era tutto quel pop-corn e quella stupida che adesso non faceva più l’attrice, s’era messo il grembiulino e il berrettino e sorrideva a tutti i compratori di pop-corn, che, poi, non sapevano che farsene, perché non c’era più il cinema, non c’era più l’attrice per la quale andavano tutti al cinema a farsi l’erezione di terzo grado, non c’era il sole, ed erano rimasti tutti gli ombroni del mondo, e tutti avevano il pollaio e tutti vendevano granaglie all’ingrosso e tutti erano affiliati alla Fiscalrassi e tutti andavano alla regione a mettere la tassa della salute per il poeta che, se non voleva essere ricoverato in una clinica psichiatrica (come quella che c’era vicino all’ospedale della città dov’era la sede legale dell’azienda che faceva le bollette telelettriche a Moncalieri e che in realtà era afferente(la clinica psichiatrica) alla sede maggiore in Puglia, tanto che se il padre fondatore era un monaco, il nome di quel paese della Puglia era simile al nome di un altro monaco che, anche quando non è il nome di un monaco, entra in vari scandali per il dispositivo di alleanza e anche per quello di sessualità, sempre per via del vettovagliamento, opera pia o oasi della presupposta assistenza in montagna e commissariato al mare), doveva pagarla a fior di quattrini prima all’Inps di residenza e, se non lo avesse fatto, l’avrebbero resa nazionale e fatta pagare con il 740 con versamenti alla regione di residenza, famosa per avere il Centro Servizi fiscale a Salerno, nella regione attigua, a nord, che, sarà per questo, per via dell’ombra, che, più si va a nord e più è tutto in mano agli ombroni, o nelle loro bisacce.
Pop-corn…e la rivedeva nella tuta di latex per quel personaggio da super-eroina, che, lui, così in quell’assetto, ne aveva messo da parte immagini in gif, che, quando lei non c’era, stava a guardarsele e a menarselo per ore intere, e giorni, e adesso questa super-eroina si mette a vendere il pop-corn… Mio Dio, mi capiterà un giorno che uscendo da quel suo negozietto un giorno mi accorgerò che mi hanno rubato l’Universo, e al posto dell’Universo c’è quel solito venditore all’ingrosso di granone per galline, in quel suo buco, dove, quando smise, aprirono la sede della progenitrice dell’agenzia della Fiscalrassi, e il suo paese era scomparso, scomparsa la sua casa, scomparsa la sua famiglia, scomparso il suo aranceto, scomparsi gli ulivi di Sant’Arcangelo e la sterpina, scomparso il sole, scomparso il cinema, e il poeta si era allora convinto che era accaduto un furto, un furto più grande del consueto, era stato rubato l’Universo del poeta, e c’era tutto quel pop-corn e quella stupida che adesso non faceva più l’attrice, s’era messo il grembiulino e il berrettino e sorrideva a tutti i compratori di pop-corn, che, poi, non sapevano che farsene, perché non c’era più il cinema, non c’era più l’attrice per la quale andavano tutti al cinema a farsi l’erezione di terzo grado, non c’era il sole, ed erano rimasti tutti gli ombroni del mondo, e tutti avevano il pollaio e tutti vendevano granaglie all’ingrosso e tutti erano affiliati alla Fiscalrassi e tutti andavano alla regione a mettere la tassa della salute per il poeta che, se non voleva essere ricoverato in una clinica psichiatrica (come quella che c’era vicino all’ospedale della città dov’era la sede legale dell’azienda che faceva le bollette telelettriche a Moncalieri e che in realtà era afferente(la clinica psichiatrica) alla sede maggiore in Puglia, tanto che se il padre fondatore era un monaco, il nome di quel paese della Puglia era simile al nome di un altro monaco che, anche quando non è il nome di un monaco, entra in vari scandali per il dispositivo di alleanza e anche per quello di sessualità, sempre per via del vettovagliamento, opera pia o oasi della presupposta assistenza in montagna e commissariato al mare), doveva pagarla a fior di quattrini prima all’Inps di residenza e, se non lo avesse fatto, l’avrebbero resa nazionale e fatta pagare con il 740 con versamenti alla regione di residenza, famosa per avere il Centro Servizi fiscale a Salerno, nella regione attigua, a nord, che, sarà per questo, per via dell’ombra, che, più si va a nord e più è tutto in mano agli ombroni, o nelle loro bisacce.
Un
giorno, poi, dopo che il poeta le aveva scritto una lunga email sperando che
rinsavisse e ritornasse a fare film, lei gli aveva mandato un’affiche come
quelle di Paye Ta Shnek: “Mon Pop-corn n’a pas besoin de ta poésie ou de ton (-phi), ni a
besoin d’autre cocorico de Monsieur Lacan!”. E gliela affisse anche su Twitter[iii].
Il poeta prima pianse per tre giorni, e ogni volta che mangiava l’insalata di
mais col tonno Sardanelli rigettava, infine se la legò al meridiano la sua
bella attrice di una volta e, quando era incazzato nero, scuoteva così forte il
meridiano che il Fondo Cielo, in breve, si riempiva fino all’orlo creando
panico negli ombroni che temevano ogni volta di annegare.
La ragazza che faceva l’attrice al suo ex poeta: l’ affiche de son Pop-corn.— v.s.gaudio (@vuessegaudio) 27 ottobre 2016
Alla maniera di "@PayeTaShnek .Cfr.racconto in "Uh Magazine" pic.twitter.com/WlmheX2mwt