Fenomenologia dell'italiano medio | Armando Adolgiso



Tempo fa una rivista – “Fantomas” – che un tempo avremmo chiamato fanzine, invitò alcuni, fra i quali il sottoscritto, a produrre una composizione (disegnata o scritta) sulla figura dell’Italiano.

Io scelsi di scrivere un “improvviso” sull’italiano medio.
L’”improvviso” è noto nella terminologia musicale come componimento con carattere d'improvvisazione. 
Ad esempio, famosi pezzi in questa forma sono stati composti da Schubert e Chopin.
Ne abbiamo anche in letteratura (si pensi ai meravigliosi “Improvvisi per macchina da scrivere” di Manganelli), quindi, nulla ho inventato.

Ho solo la remota (probabilmente anche vana) speranza che altri non si siano misurati sullo stesso tema da me prescelto: l’italiano medio…
come dite?... leggere io adesso quella storia?... non se ne parla proprio… visto che ora è?... mi offrite una birra alta?...
se è così, non posso rifiutare.
Allora ascoltate.


L’italiano medio non nasce, è generato;
non muore, decede;
non guarda, squadra;
non ha desideri ma aspirazioni;
anziano da giovane, immaturo da vecchio;
crede di sapere e invece ignora;
confonde la furbizia con l’intelligenza;
col prossimo cerca intese ammiccando;
non si sposa, si coniuga;
non scopa, si accoppia;
i figli non li erudisce, li alleva;
parla usando luoghi comuni;
si definisce credente non praticante;
la sua religiosità è la superstizione;
non osserva, spia; odia gli intellettuali;
detesta la Magistratura tranne quando gli dà ragione;
è per la pena di morte;
odia i partiti e i sindacati ma ne sfrutta eventuali vantaggi personali;
se lo fanno tutti non è reato;
non vota, elegge;
confonde il lusso con l’eleganza;
non conosce responsabilità ma colpe;
mai lotta col dubbio;
se un dubbio s’avvicina, lo scansa;
giudica severamente l’omosessualità;
vabbè stupro ma quella lì se l’è cercata;
perdona l’infedeltà maschile, non quella femminile;
nazionalista e mai patriottico;
frega il posto nelle file e se ne vanta;
parcheggia in luoghi vietati perché a quell’ora non passano i vigili;
niente fiducioso, tutto diffidente;
non ascolta, sente;
non si rammarica, si rincresce;
di solito si autoassolve;
non conosce collera né rabbia, solo stizza;
frenetico e mai vertiginoso;
non considera grave la sua evasione fiscale, ma solo quella dei più ricchi di lui;
diventa talvolta ricco evadendo il fisco;
non si sorprende, si stupisce;
si lagna della sporcizia in città e scuote il posacenere dell’automobile lungo la via;
diffida delle cucine esotiche;
all’estero cerca ristoranti italiani;
non chiede dove vai ma dove sei diretto, non viaggia, si sposta;
urla contro l’arbitro e mai contro il capufficio;
dopo la squadra del posto in cui è nato tifa Juve;
non si scandalizza, s’indigna;
non si agita, smania;
non si addolora, si rattrista;
non ride, ridacchia…
L’italiano medio crede di vivere.



Grazie, grazie, troppo buoni. Basta applausi…. Ma che ora s’è fatta?... ‘azzo!… s’è fatto tardi…
 domattina ho una sveglia terribile, devo alzarmi per mezzogiorno.  ‘Notte… buonanotte a tutti.


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