Debenedetti ci prova e querela Roth
La storia iniziò a girare sui blog per poi arrivare sulle pagine del New
Yorker
Debenedetti: "Roth mente: non vuole inimicarsi Obama perché vuole il
Nobel"
28 aprile 2010
È tutto vero e Philip Roth si merita
una querela. Ad alcune settimane di distanza dalle polemiche sulle sue
interviste bollate come fasulle, il giornalista freelance Tommaso Debenedetti rivendica l’autenticità dei propri articoli e dichiara
di voler avviare un’azione legale contro il celebre scrittore statunitense.
Roth aveva smentito di aver
rilasciato un’intervista al giornalista italiano, pubblicata sul quotidiano Libero, nella quale non risparmiava critiche nei confronti di Barack Obama. Il
caso in Italia era stato sollevato dal Venerdì di Repubblica ed era stato successivamente ripreso dal New Yorker. La rivista statunitense ha svolto un’accurata ricerca raccogliendo le testimonianze degli autori comparsi
nelle interviste di Debenedetti. Gunter Grass, Nadine Gordimer, Herta Müller e
la compagna di Jean-Marie Gustave Le Clézio hanno escluso di aver avuto a che
fare con il giornalista italiano e non si sono riconosciuti nelle frasi
attribuite a loro nelle interviste. Ma Debenedetti non demorde:
Tutti i
colloqui con gli importanti scrittori dei quali mi è stata contestata la
veridicità sono realmente avvenuti, e da me sono stati trascritti fedelmente
nei pezzi usciti sui vari giornali. Della maggior parte (compresa quella fatta
a Philip Roth per Libero) possiedo le registrazioni audio che mi riservo di far ascoltare nei
momenti e nelle sedi opportune onde fugare, anche a livello legale, ogni
sospetto possibile sull’autenticità di essi.
In realtà, al New Yorker Debenedetti aveva dichiarato di aver perso buona parte delle registrazioni
delle interviste o di averle buttate via una volta pubblicati i pezzi.
E sarebbe stato comunque Roth a dichiarare il falso.
Non solo ha
dichiarato il falso affermando, prima in un’intervista a il Venerdì diRepubblica, e poi, più diffusamente, in una conversazione apparsa sul settimanale New Yorker del 5 aprile, di non avermi mai rilasciato l’intervista uscita su Libero nel novembre del 2009 e di non conoscermi (eppure varie volte era stato da
me intervistato negli anni senza mai smentire!) ma ha anche detto, in termini
che mi duole definire intimidatori, “la sua carriera è finita”.
Stando all’interpretazione di
Debenedetti, Roth avrebbe fatto marcia indietro per correggere le affermazioni
su Obama contenute nell’intervista, evitando così di «inimicarsi un
presidente USA che potrebbe sostenerlo nella corsa al Nobel». Il giornalista
intende fare causa per difendere il proprio lavoro realizzato «per pura
passione professionale, ricevendo [...] compensi irrisori, dai venti ai
quaranta euro per ogni intervista».
I dubbi sull’autenticità delle
interviste messe insieme da Debenedetti per numerosi quotidiani non interessano
solamente Roth, ma anche altri autori di fama internazionale come John Grisham.
Il romanziere ha ventilato la possibilità di avviare un’azione legale contro il
giornalista italiano, mentre Roth ha confermato al New Yorker di non avere alcuna intenzione di perdere tempo con avvocati e querelle
legali: impegnato com’è nella scrittura, ne ha abbastanza di distrazioni tra
fiction e realtà.
VSGAUDIO
©THE GHOST INTERVIEWER 1
L’INTERSVISTA DI V.S.GAUDIO CON VUESSE GAUDIO
L’INTERSVISTA DI V.S.GAUDIO CON VUESSE GAUDIO
E’ incredibile come all’interno
della letteratura ci sia una sorta di analemma esponenziale che fa riapparire
al meridiano del poeta il suo fantasma, rinnovato o travestito.
Anche a V.S. Gaudio fu fatta un’intervista falsa. Ma lo si scoprì subito:
difatti, l’intervistatore del poeta fu V.S. Gaudio, che era il poeta, e
l’intervistato fu Vuesse Gaudio, definito “il ballerino della poesia”, che, in
effetti, non era il poeta ma l’intervistatore effettivo!
Avvenne 25 anni fa: “Il Pensionante de’ Saraceni”, rivista bimestrale di
letteratura diretta da Antonio Verri, n.2/3, Lecce marzo-giugno 1985.
In seguito , Vuesse Gaudio non ritrattò niente di quanto in effetti disse
V.S.Gaudio: ad esempio, alla domanda: “Un poeta deve essere anche attore?”, ci
fu la risposta: “Anche: non solo. Vedi Antonio Porta, Alfredo Giuliani,
Giovanni Raboni, Nanni Balestrini.”
D.:E un attore può essere poeta?
R.:L’attore no, ma fratelli e connessi si.
D.:Come spiega questa virtù?
R.:E’ la cosiddetta legge metonimica del gene:per contiguità, il gene
dell’esibizione va a destra sul palcoscenico e a sinistra sulla carta.
D.:Ti accusano di aver distrutto il mito della poesia.
R.:Penso proprio di si.
D.:Essa insomma è diventata la tua partner?
R.:Mentre, in epoca romantica, era la protagonista.
D.:Sei davvero per la poesia ciò che Mina fu per la canzonetta?
R.:Lo dicono.
Ci fu, però, uno strascico con uno dei grandi amori del ballerino della poesia,
Ludmilla Tourischeva, la famosa ginnasta russa di cui, non ci crederete, se vai
a vedere, sul web c’è di interessante solo una testimonianza fotografica de
“L’Unità”, disse che il poeta, a cui, tra l’altro, l’età aveva impaffuttito i
glutei del sintagma vietandogli certe acrobazie semantiche, mentiva e che non
era vero che i suoi limiti fossero Marco Forti, Enzo Siciliano e Giovanni
Raboni, magari fossero stati solo quelli!
Per quanto riguarda la natura prettamente economica dell’affare, altro che
20-40 euro(ma davvero?), bisogna precisare che l’intervista di V.S.Gaudio a
Vuesse Gaudio non ebbe alcun compenso[d’altra parte se un’intervista a Philip
Roth nel 2010 per un quotidiano a carattere nazionale venga pagata 20-40 euro,
un’intervista di V.S.Gaudio a Vuesse Gaudio, il “ballerino della poesia” per una
rivista bimestrale di letteratura a tiratura limitata nel 1985 quanto poteva
essere pagata? E se doveva essere pagata, chi avrebbe dovuto pagarla,
l’intervistatore o l’intervistato?], come si usa nella patria dei poeti e degli
asini che volano, ragione per cui ogni possibile accusa, non essendo stata data
l’intervista per essere utilizzata a scopo di lucro, fu archiviata perché priva
di fondamento. Dopo un po’ di tempo, Sonia Braga, uno dei grandi amori del
poeta,offesa per la presenza di altri nomi, chiese ed ottenne, a parziale
risarcimento, di essere trattata in “Oggetti d’amore”(saggi e racconti minimi
per una somatologia dell’immagine, del sex-appeal e della bellezza), Scipioni
Bootleg 1998: vedi “Sonia Braga, il culo di Dona Flor e la sospensione del
tempo”[Jorge Amado stesso, l’autore del romanzo “Dona Flor e seus dois
maridos”, ebbe a dire: “Sonia è il simbolo della donna brasiliana:vitale,
umana, focosa e insieme mistica”; Tatti Sanguineti andò oltre:”E’ un animale
razzialmente superiore”] . Nello stesso spazio pirata, anche Giovanni Raboni
ottenne un risarcimento morale nel capitolo: “Nathalie Wood, il programma
Masters&Johnson e il matrimonio con Giovanni Raboni”. Ludmilla Tourischeva,
presente in “Miele e altri oggetti d’amore”[© 2000:”Ludmilla Tourischeva, il
corpo iperesteso”], fu risarcita con almeno tre commenti di V.S. Gaudio su
alcuni blog di ginnastica.
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Dona Flor ottenne di essere trattata in Oggetti d'amore, il bootleg Scipioni di V.S.Gaudio |
©THE GHOST INTERVIEWER 2
E QUESTA DOVE L’HAI VISTA?
E QUESTA DOVE L’HAI VISTA?
Sapete qualcosa dell’intervista non
avvenuta in quanto inter-vista, e quindi tutto ciò che Roth dice chi lo ha
detto ? Come diceva il maestro Zen Mumon? “Se volete esprimere la verità, fate
a meno delle vostre parole, fate a meno del vostro silenzio e parlatemi del
vostro Zen”.
Insomma, ci si chiede come quel monaco domandò a Fuketsu:”Senza parlare, senza
silenzio,come puoi esprimere la verità?”
E’ un’affermazione vera? Mettiamo che l’abbia detto De Benedetti e per la
modica cifra di 20-40 euro vi abbia consegnato un impeccabile Philip Roth,
cos’è che il lettore non ha visto?
Forse gli sarà rimasto il dubbio su Sabbath:insomma, è vero che Sabbath era un
pugnace combattente della Battaglia dei Gesuiti? Questo, in un’intervista, vi
verrebbe di chiedere a Philip Roth; oppure: e allora, Philip, com’è questa
storia di Anne Frank, era lei per davvero Amy Bellette? Dài, su, dimmelo, mi
danno 20 euro per questa verità!
E lui avrebbe risposto: – La verità…ma dài, pensi che costi così poco la
verità? Che cosa vuoi sapere per 30 dollari?
L’intervistatore:- Philip, conosci Harry Mathews, quello dei “Piaceri
singolari”?
Roth:- Che cosa dice?
L’intervistatore:- Beh,semplificando, volevo chiederti questo: Zuckerman,
secondo te, in quale delle “masturbazioni” di Mathews lo vedresti?
Roth: -Oggi come oggi, a climaterio avvenuto, Nathan è il più grande
masturbatore del mondo, che non vive a Budapest ma a Manhattan; si masturba
ogni sera, tranne nei giorni festivi, non appena arriva a casa. Vive in un
grande appartamento, è ebreo praticante. Pur avendo l’età che ha, gode di
ottima salute. Alla fine dell’ennesima dura giornata di lavoro, subito si è
recato nel suo studio, ha scoperto una mappa del mondo di 290 pollici x 290; si
posiziona in un punto preciso in modo che quando bagna il planisfero riderà
allegramente al pensiero di tutti gli americani che devono trovarsi nei punti
in cui è caduto il seme. Oggi New York, domani il mondo,siamo fatti così noi
americani. Il mondo, per questo, sarà sempre migliore.
L’intervistatore:- Ma Zuckerman non si masturbava sul divano letto nello studio
di E.I.Lonoff?
Roth:-Certo, quando era giovane e si poteva permettere scorrettezze, a dir
poco, poco jamesiane.
L’intervistatore: – Che cosa ne pensi del “sibaritismo svedese”, in cui quel
tal V.S.Gaudio[che ha deciso di non pubblicare più libri stando come stanno le
cose nell’industria editoriale della Repubblica dell’Amore, guarda te che
notizia!] invischia nella simultaneità sensoriale Bibi Andersson(tranquillo,
quella degli anni sessanta), Harriet Moudron e Anne Frank sopravvissuta come
Amy Bellette? Pensi davvero che il”sibaritismo” sia connesso al triangolo di
posizione dell’altrove del poeta [Cfr. V.S. Gaudio,“Il fantasma che allunga le
gambe verso il poeta”in: http://www.lunarionuovo.it n. 30: gennaio
2009; se appare aprile 2010, non è vero]?
Roth:- Il “sibaritismo” è l’ologramma di questa impenetrabilità dell’individuo,
la percezione acuta e immediata di un qualcosa che perennemente non si
comprenderà, perché la cosa peggiore è la comprensione.
Intervistatore: – Perché?
Roth:- Perché il poeta sostituisce al proprio desiderio la tentazione
dell’esilio nel desiderio dell’altro. O pensavi che fosse per la libido-Ikea?
L’intervistatore:- A proposito di pene, quell’estate in cui il pene di un
presidente invase la mente di tutti e la vita, in tutta la sua invereconda
sconcezza, tu da dove la tirasti fuori Faunia Farley che abitava in una stanza
di una fattoria del New England dove, per pagare l’affitto, collaborava alla
mungitura? E il canone era equo? E pensi che, intervistandola, ne possa cavare
almeno 10 dollari visto che, poi, in definitiva è della forza dello Smoky-dick
che parleremmo?
Roth:-Ehi, Vuesse, di pene in meglio!…
L’intervistatore:-Ma è di Staino questa, dove l’hai vista?
E' tutto apparso su: ilpost.it del 2010/04/28 ¬