Del sesso orale
Lei lo sapeva: “Per un amore perfetto c’è chi paga molto caro, e
tutto vale la pena”.
“Se per te è amore, se tu ami così…”. Ora lui piangeva mentre
lei parlava, e il cuore gli si apriva dolorosamente senza più ritegno:
“Immaginiamo un essere”, continuò asciugandosi gli occhi, “un essere senza
forma, non intelligente, composto di cellule non specializzate riunite in
colonie più o meno vaste…”
Si arrestò per proseguire dentro di sé il ragionamento. Del
resto non era difficile seguirne il filo logico. Era una forma di vita comune a
tutte le zone esplorate della Galassia. Ma poi? Sarebbe stata calzante la
definizione di cellule “non specializzate”? Che genere di amore ci si poteva
aspettare da un essere così?
Guardò l’orologio ed esclamò che era in ritardo e avrebbe dovuto
sbrigarsi.
“Sì, adesso devo andarmene. Sei stata molo gentile. Rivederti mi
ha riportato ai tempi passati”.
“Se hai degli impegni non ti trattengo”, rispose lei , “però se
vorrai dare una capatina nel nostro albergo qualche altra volta mi farai sempre
un vero regalo. Sono felice quando ti vedo”.
Ma invece quando finirono di parlare era già sorta l’alba. Le
disse allora che avrebbe pagato il suo conto all’albergo e le firmò un assegno
di diecimila euro: “Me li restituirai quando sarai ricca”, le disse.
“Sei stato tanto gentile con me”, rispose lei con le lacrime
agli occhi. “E non capisco il perché!”
“Ti dirò una cosa. Sono nel servizio antropologico da dieci
anni. Ho visto dozzine di civiltà, vive e morte. Sono passato attraverso tante
rovine che, una volta compiuto il lavoro e fatto il rapporto, tutti i ricordi
si confondono e non rimane più niente. Ma questa volta è diverso…”
“Sì?”, lei alzò un sopracciglio con fare interrogativo.
Ma la fermezza di lui aveva lasciato il suo sguardo e non
appariva più un uomo che domina ciò che lo circonda ma piuttosto che ne
dipende.
“Sì”, disse. “E’ difficile da spiegare… Recentemente ho visto un
programma in cui si dibatteva sui problemi sessuali della donna a seguito di un
telefilm dedicato a questo tema. In quella puntata si parlava del sesso orale,
in modo talmente volgare che per la prima
volta mi sono vergognato di essere un così grande amatore delle donne”.
Lisciandosi ripetutamente la barba disse poi con timbro rauco:
“Ricordi quel che mi dicesti un giorno…, ciò che mi
promettesti?”
“Sì… sì! Dimmi quello che
ti preme sapere e io manterrò la mia promessa… forse…”
Si alzò di scatto dal letto dov’era seduta e cominciò a muoversi
graziosamente per la stanza ben conscia dell’avido sguardo di lui che la
fissava.
Stiracchiando le parole lui ricominciò:
“Hanno addirittura interpellato una ‘docente in fellatio’ - vorrei sapere che tipo di studi tale
docente possa aver fatto – che descriveva nei minimi particolari la ‘struttura’
del membro e tutti i possibili modi per fare del ‘buon sesso orale’, indicando
anche i punti più ‘vantaggiosi’. La cosa più squallida era però il modo in cui
era posto il problema: il sesso orale deve essere un optional oppure un
accessorio di ‘serie’?”
Poi si infilò nel letto accanto a lei. Si frequentavano da vari anni e, quando era
preoccupato di qualcosa, lui faceva l’amore con lei in un modo che chiamava
“intelligente”. Quella sera fu così, e quando sentì che, eccitata, rideva
timidamente si vergognò come un ladro.
“Che c’è?”
“Sciocchezza”.
“Dilla…”
“Cercavo di ricordare dove mi hai baciato l’altra sera e non
riuscivo; ora l’ho ricordato e… Scusami, tesoro, mi piace dove stavi baciando
prima, continua così, amore, non ti stancare…”
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Lamberto Pignotti · In Principio · Collezioni di Uh 1986 |