Karen Marie Orsted |
MØ: “WASTE OF TIME”
.
A cantora e compositora dinamarquesa Karen Marie Ørsted, mais conhecida como MØ, parece inclinada a provocar o espectador em todas suas composições. Assim como nos lançamentos anteriores, em Waste Of Time a artista usa dos vocais, sons e imagens para prender o ouvinte em um cenário tomado pelo encontro entre o pop e a experimentação eletrônica. Partidária dos mesmos inventos de Grimes (em uma medida menos etérea, claro), a cantora faz de cada instante dos três minutos da nova música um alimento para um cenário excêntrico e ainda assim pegajoso. Recentemente MØ assinou contrato com uma gravadora, o que deve resultar no primeiro registro em estúdio da artista muito em breve.
.
MØ – Waste Of Time
from: miojoindie
Il violinista con MØ
Quando ho visto e sentito la prima volta MØ, mi son detto ma questa qui io la conosco, a parte che quando vedo
il tipo, mi dico ha qualcosa di LaRoux e non è detto che non abbia pure lei un
certo patagonismo, ma anche l’altra quella dei Paramore, la Williams, insomma
il genere è quello, quando c’erano quelle ragazze che, dopo la scuola, si
andava a mangiare tutti i diospiri dall’albero
dei cachi di mia nonna, e c’erano quelle sorelle che venivano qui a studiare
nel delta del Saraceno dalla Basilicata, o quando andavamo nel boschetto non a
raccogliere nocciole ma a farci un po’ di petting e poi una si metteva a
orinare e l’altra la depositava, intanto che il sole cominciava a tramontare.
Quante volte ho giocato per strada e nei sentieri andando attorno all’aranceto
di mia nonna con le ragazze , che erano come MØ e
LaRoux e Hayley Williams, l’aria era frizzante , e mi fermavo a scuotere il
noce alto che non so che cavolo ci facesse nell’aranceto, tanto che, è questo
che ricordo, fu quella volta che lo vidi la prima volta e cercavo arance dolci
e c’era l’odore del fumo nell’inverno che stava arrivando e mi domandavo: sarà
poi vero che questa ragazza di Policoro, che adesso lo so poteva essere MØ, come se fosse danese, colla motosega guarda un po’ all’epoca lei
lanciava il peso e va a finire che me lo taglia, certo non è che la vedevo così
fallica, uretrale sì, per questo pisciava puntualmente dietro l’albero dei
cachi, mentre la sorella, più in là,
lasciava tracce del suo metabolismo solido, ora che cammino verso sud
quasi sempre a mezzogiorno, dopo aver tagliato l’erba con la falce e vedo MØ con la motosega e un giorno, vedrai, mi dico, verrà qui a cantarmela
mentre io che son poeta falcio l’erba e poi contro l’ovest, quando è estate,
guardo l’orizzonte in alto e afferro la sua treccia e faccio il violinista.