Black_Shivers
Le scarpe di Nadiella
Dialogo tra Nadia Campana e V.S.Gaudio
VS Cos'è che senti con questi
scarponcini?
NC Più candore.
VS I piedi come sostegno di tutto
l’edificio umano e di tutti i piani della coscienza; i piedi, così, con questi
scarponcini, rimangono tuttavia ancor di più in contatto col terreno?
NC Mi sento più egoista, anche. E
tirannica. E mi va di andare al mare…
VS L’inverno sulla spiaggia di
Rimini, come in quella foto che era nella Felicitas di Testori, che mi hanno
fregato nella mansarda a Torino(1).
NC Anche in primavera. D’altronde
fu in primavera che tu, con questi
scarponcini, mi hai conosciuta.
VS Per via del sentimento e della
grazia, e hanno il dono di affascinare e di intenerire.
NC E la mente è lenta e
coscienziosa, è il carattere femminile,
no?
VS Vallo a dire a Jung. Ma,
piuttosto, con queste scarpe si può vivere da soli?
NC No. E poi ti tirano ai piaceri
sensuali, all’amore, se vuoi saperlo. Son voluttuosi.
VS Non starebbe a me dirlo, ma
ricordano il tuo segno, amano accarezzare e sanno farlo. L’apparenza esteriore
è amabile, ma nasconde per lo più una mente sottile. O un certo arrivismo, e
senza averne l’aria.
NC Sono le scarpe dei gesti lenti
e aggraziati.
VS E dei seni pieni e rotondi, e
degli occhi grandi, umidi e amorosi. E dei fianchi che son parole dolci anche
per gli stranieri, della pelle fine in
un corpo alto, agile, amoroso e sentimentale.
NC Certo. Questo avrebbe detto
Max Jacob, che, forse, vai a vedere, era Moricand, quello che stette una lunga
stagione a casa di Henry Miller(2).
VS Ma cos’hanno i tuoi scarponcini,
compreso il gaudio, che io non ho?
NC I lacci, forse. Le stringhe,
per come detestano il rumore, la discordia, e per come siano emotive e abbiano
una improvvisa violenza.
VS Le stringhe sono più
appassionate. I lacci, implacabili.
NC La tomaia è tra logica e
resistenza. E il senso della realtà, di ciò che è tangibile. Niente filosofia,
fantasticheria, contemplazione.
VS La tomaia è come il tuo
Ascendente, è frivolo e lussurioso.
NC Ma va…
VS Nel libro sacro dei
Maya-Quiché, Huracan, lo spirito dell’abisso, il dio della tempesta, ha la
natura vulcanica e fatale, insaziabile in ogni cosa. Ha il potere magico di
affascinare.
NC La tomaia è la pelle.
VS La pelle è quella del tuo
corpo. Una cantante, un contralto, disse:” Io canto per conoscere me stessa.
Più la voce mi sale dal ventre e mi dilania le reni, e più mi sembra di
liberarmi da un segreto che è dentro di me”.
NC Tra la tomaia e la pelle, un
ventre di capra o di vacca?
VS Quella donna era nata alla
fine di ottobre e aveva l’arte di liberarsi della sua inquietudine.
NC E con che scarpe cantava?
VS La tomaia mi fa venire in
mente Didone e la pelle della vacca, che, tagliata come fece lei, le permise di
ottenere il territorio su cui fu edificata Cartagine.
NC Era Scorpione pure lei come il
contralto?
VS La sorella Anna Perenna,
forse.
NC Perché?
VS Per via della sodomia.
NC E la pelle di Didone?
VS Non lo so…Le tue scarpe, la
pelle di Didone, la pelle della vacca, vedrai…un giorno ti ci farò un poemetto,
Nadia…
NC Le scarpe di Nadiella…va là, V.S….
[ Bologna © 1979 trascrizione di v.s.gaudio ]
(1) E’ sintomatico come mi fu trafugata quella foto in cui Nadiella era, d’inverno, sulla spiaggia di Rimini, come se fosse nel vento – che è invisibile e che a volte per questo si trasforma in una trappola mortale, come la trappola per Wertheimer che scattò il giorno in cui si iscrisse al corso di Horowitz, anche perché lei nell’immobilità di quei giorni alcionici aveva l’allure al lasco della Julie trentenne di Balzac, nonostante lei fosse ventenne e avesse un quid morfosintematico tra Xénie, Dirty e Lazare de “Le Bleu du Ciel” di Georges Bataille; ed è ancor più sintomatico che la foto fosse nella “Felicitas” di Testori, che lei mi aveva dato da leggere. Oggi, nel web, gira una sua foto-tessera che non corrisponde per niente al paradigma di quella Nadiella sulla spiaggia di Rimini e di quella che fu la mia Nadia.
(2) Vedi quanto ne riferisce V.S.Gaudio in Miroir d’Hétérotopie lunarionuovo.it
[ Bologna © 1979 trascrizione di v.s.gaudio ]
(1) E’ sintomatico come mi fu trafugata quella foto in cui Nadiella era, d’inverno, sulla spiaggia di Rimini, come se fosse nel vento – che è invisibile e che a volte per questo si trasforma in una trappola mortale, come la trappola per Wertheimer che scattò il giorno in cui si iscrisse al corso di Horowitz, anche perché lei nell’immobilità di quei giorni alcionici aveva l’allure al lasco della Julie trentenne di Balzac, nonostante lei fosse ventenne e avesse un quid morfosintematico tra Xénie, Dirty e Lazare de “Le Bleu du Ciel” di Georges Bataille; ed è ancor più sintomatico che la foto fosse nella “Felicitas” di Testori, che lei mi aveva dato da leggere. Oggi, nel web, gira una sua foto-tessera che non corrisponde per niente al paradigma di quella Nadiella sulla spiaggia di Rimini e di quella che fu la mia Nadia.
(2) Vedi quanto ne riferisce V.S.Gaudio in Miroir d’Hétérotopie lunarionuovo.it
L’esotopia
di Henry Miller
Le scarpe di Nadiella
V.S.Gaudio, La
Stimmung con Marguerite
Duras, Emily L.
in "Lunarionuovo" nuova serie
n.9, aprile 2005
Black_Shivers
Queste non sono le scarpe di Nadiella; ma avrei voluto vederla anche