Ettore Bonessio di Terzet
da: SPARSE
E DOVUNQUE
(2012 – 2013)
un giorno
qualcuno
porrà
un falso
neurone divino
nel cervello eletto
qualcuno
porrà
un falso
neurone divino
nel cervello eletto
*
per Hoelderlin
Ancora cerchi maestri
della lingua divina
della lingua divina
quando il mondo di parole
lucenti marchiasti
come il sole quando smarrisce
dicendo la parola del dio.
*
Quello
vicino
al portone
saltò in
aria
Quello
appoggiato
al palo
se la cavò.
Meglio
tacere
che dire
stupidaggini
o
filosofeggiare.
*
Ditemi
qualcosa di bello
di buono
magari con voce incerta
quasi
pietosa bugia, ma ditelo
quando
posso ringraziarvi
con un
sorriso. E quando
non potrò
rispondervi
risparmiate
piante e fiori
aggettivi
impensabili,
non dite
mai solare
non
battete le mani
ricordate
piuttosto
quando vi
ho strapazzato
quando vi
ho pulito l’abito
con due
pacche robuste
quando vi
ho offerto
il
disgustoso caffè accademico,
quando
abbiamo gustato una
buona cena
assieme, se volete.
*
In questo
tempo senza spazio
polveroso
e senz’acqua,
s’infiltra
ogni giorno
tra i denti del giovanotto
che si
gode musica e vino,
tra le
gonne della ragazza
che sogna
amori tatuati,
un
moschino appiccicoso
pericolo
non avvertito.
*
Géricault
Desueto e
disilluso comanda
Come un
pazzo la nave lungo
Il caldo e
l’umido delle coste.
Non
s’accorge della marmaglia
Che ha
sete e paura, ignari anche
I
sottufficiali della storta rotta
Dei
brontolii le rimostranze
Il
malcontento di quelle persone
che
ricacciano in gola ogni parola.
Crash
sprungbang zzzrrrrr
batte la
Medusa gli scogli
scappano i
pesci atterriti e
ritornano a vedere il successo
Crash
l’acqua s’affolla tra i fasciami
divelti,
le gambe ferite, le braccia rotte,
l’acqua
s’impadronisce della pancia
della
barca portandosi sopra barili
corde calze fucili calzoni berretti
mentre di
sopra si pensa a come mentire
per poter
salvare la pelle lucidata.
Dicono che
la scialuppa serve
per poter
arrivare agli aiuti,
che solo
chi comanda sa farlo
che
avrebbero fatto al più presto
che
sarebbero ritornati a salvarli tutti.
La Medusa
se ne andava con l’acqua
sparendo
tra alghe rocce tonni
meduse
incuriosite, in un mare
chiaroverde
sempre più scuro.
La
scialuppa non si vide più
e i
marinai altro non poterono
che fare
una zattera che non li reggerà tutti
e cominciò
la lotta le zuffe le uccisioni
per
rimanere nella vita degli uomini.
Rimasero
in quindici dopo settimane
di sole e
di fame, di freddo e di sete
ripescati da una nave casuale
riportati
in salvamento alle case.
Padre,
prega per i morti annegati
per i
cannibali per gli egoisti per i furenti
gli irosi
di quel legno tra il mare oceano.
Padre, tu
che hai già pregato per i naufraghi
prega per
questi uomini del mare, per l’artista
che li ha
rassicurati diventando pazzo
come loro, che non vide le conseguenze
del
tradimento, né godette dell’opera sua,
ma che
sapeva del suo gene umano
pittorico
sfiorante la divina poesia
naufrago nel mare della stupidità.
*
La lucertola gradì il latte
comparendo
ogni volta
che
porgo il piattino.
Schiavi
uno dell’altra
rischiamo
la nostra
libertà rispettata.
*
Il
giardino attende
non
scorre linfa quando
si
svegliano le lucertole.
Il
potente biancospino
abbassa
le spine sacrate e il vento
aspetta
nascosto dietro una nuvola.
Tutto
tace: l’illusione di Pan
non
angoscia ma riposa tranquilla
quando
il giardino aspetta di
scatenarsi in colori e forme nuove.
*
passione
Batte
la testa infiammata
pioggia
sul costato incrinato
sporca
il corpo asciutto
vento e grandine
fustigano
il vincitore
solo
sul Mont Ventoux
*