Un giorno che ma’ e pa’ vanno fuori, escono per andare al centro commerciale e stanno lontani da casa un paio d’ore, forse tre, per la spesa settimanale, io declino l’invito ad accompagnarli e decido che, forse, una sbirciatina completa, devo darla. Perlustrare da cima a fondo la mia stanza. Operare in modo scientifico alla ricerca di qualcosa (che, preciso, non so cos’è, né dove si possa trovare). Ho già guardato alla rinfusa gli oggetti della mia vita, ma oggi, penso, senza nessuno che mi sta addosso con la sua apprensione, con il suo amore, senza nessuno che controlla i miei gesti con amorevole attenzione, oggi proverò a cercare seriamente qualche pezzo di me.
Decido di fare un inventario.
Inventario
Lato 1
Porta di legno scuro. Un segno nella parte bassa della porta. Assomiglia ad un’impronta, come se qualcuno ci avesse dato un calcio con una scarpa dalla suola di gomma. Alla porta è attaccato un poster dei Depeche Mode a Milano. Parete di color bianco sporco lunga tre metri e mezzo. Quadro di Marc Chagall: Gli amanti, una riproduzione ovviamente. Divano biposto dai cuscini a scacchi azzurri e bianchi. È ricoperto di indumenti: Maglioni neri, grigi. Pantaloni, jeans. Qualche camicia. Una coperta di lana ripiegata fantasia scozzese. Due peluches: un orso e un coniglio di colore panna alti circa trentacinque centimetri. Sotto il divano tre scatole di dimensioni diverse. Una blu, forse conteneva delle scarpe: dentro ci sono cartoline dalle più svariate parti del mondo con nomi che non mi dicono assolutamente nulla. Una scatola nera: contiene vecchi vinili conservati assai bene, saranno almeno un centinaio. Leggo alcuni nomi a caso sulle copertine variopinte: Bauhaus, Cabaret Voltaire, Prince, The Cure, The Church, The Cult, Ramones, The Smiths, Wire, David Bowie… Una colorata di rosso scuro è la scatola di un gioco di società (al suo interno il piano di gioco, dei dadi dalle forme assurde, delle pedine e delle carte).
Lato 2
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Un piumino nero lungo col cappuccio (nelle varie tasche trovo nell’ordine: un fazzoletto di carta tutto consumato, un accendino bic di colore verde acido, un guanto nero, un guanto nero, una moneta da un euro, una da dieci centesimi, una da due euro, un foglio di carta ripiegato con scritto sopra un nome e un indirizzo – Francesca, viale Bligny 25 Milano –, un paio di biglietti da visita, uno di una libreria di Padova, uno di una casa discografica, un biglietto dell’autobus Actv Venezia linea urbana, un biglietto Atm Milano usato con data 25 novembre 2006, un biglietto del treno Mestre-Bologna usato, una ricarica telefonica usata, lo scontrino di una farmacia, lo scontrino di una pizzeria, lo scontrino di un posto chiamato Il gatto nero a Caorle, una ricevuta di 159 euro di Media World, tre scontrini dell’Auchan). Una giacca nera di lana (nella tasca interna trovo 20 euro! E un pupazzetto piccolissimo che raffigura un gatto). Sotto una scatola azzurra piuttosto voluminosa che contiene intere collezioni di vecchie riviste: «Rockerilla», «Rumore», «Mucchio», «Rockstar», alcune fanzine fotocopiate, flyers di locali, biglietti di concerti.
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Wordle: inventario di massimiliano nuzzolo
Nell’ultimo cassetto ci sono solo oggetti: un libro, Il principe felice di Oscar Wilde con una dedica: con Amore Emma. Una scatola di preservativi a metà, una collana di anellini di legno bianchi e neri, una collana di materiale imprecisato, un porta soldi di metallo dorato, un portamonete (contiene mille lire di carta e una ventina di biglietti da visita di case discografiche, giornali di musica e software house), una biglia di ferro, una pallina da golf tutta rovinata, una chiave con il simbolo della Volkswagen, un ciondolo o qualcosa di simile ad un amuleto a forma di uccello stilizzato, otto paia di occhiali da sole di vario genere, una scatoletta piena di orecchini. Sotto gli oggetti, un album di fotografie: più d’una raffigura una donna bruna molto bella e sempre sorridente, in una siamo insieme, dietro c’è scritto: Emma. Altre raffigurano un’altra donna, bionda. C’è scritto: Federica. Altre raffigurano gruppi di ragazzi tutti in posa. Sembrano foto di gruppi musicali. In tutte figuro anch’io, avrò almeno dieci anni in meno. Cinque foto di grande formato di Carlotta che risplende in tutta la sua magnificenza. Due del sottoscritto da solo. Accanto all’album, una decina di buste che contengono lettere, la grafia sembra femminile. Un quaderno con scritte sopra delle poesie e una specie di diario con la copertina nera. Nelle ultime ante ci sono ancora vestiti: giacche di colori vari e di materiali vari. Frugo nelle tasche ma non ci trovo niente. Sotto i vestiti due scatole. Una contiene un centinaio di floppy disk. L’altra, un aggeggio elettronico marrone e nero con delle levette e piccole scritte bianche, un altro aggeggio elettronico più piccolo di colore beige con i tasti rossi e uno ancora più piccolo arancione su cui spicca la scritta ©Mattel e una ventina di cartucce (sembrano videogiochi).
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Cassetto 1: calzini e calzettoni.
Cassetto 2: cd masterizzati ma non sono di musica, devono essere programmi dai nomi allucinanti tipo 3D Studio Max, Maya, Poser Hexagon, eccetera. Il cassetto ne è pieno.
Cassetto 3: idem
Cassetto 4: cd, masterizzati e non, di musica. Li guardo senza troppa attenzione. Il nome più ricorrente è The Cure. Vanno dal live a Stoccolma, a quello di Amsterdam Paradiso, all’Heineken Jammin Festival, alle recording studios, ai demotapes dai titoli assurdi. Ma pure Velvet Underground, New Order, The Smiths, Joy Division, Stone Roses, Jane’s Addiction, eccetera.
Grande finestra di legno dipinto in rosso. Sotto la finestra un termosifone anch’esso rosso. Libreria alta fino al soffitto stipata di libri. Sono tanti, troppi. Decido di guardarli a caso o starò qui l’intera giornata. Spiccano quelli di Camus, di Tondelli, quelli di Carver, quelli di Wilde (mi sa che di questi autori devo avere l’opera completa), ma pure tanti di Fante, Wallace, Poe, Lovecraft, Fisher, De Lillo, Euripide, Eschilo, un volume intitolato The History of Video Games, Jarry, Baudelaire, Rimbaud, Mallarmé, Apollinaire, Verlaine, Valery (deve essere la sezione francese della libreria…), una Bibbia, Plauto, Pirandello (un volume enorme), Terenzio, Ovidio, Cesare, Catullo, Pelevin, un altro libro grossissimo sui videogiochi, alcuni volumi di Checov, Tolstoj, e tantissimi volumi dal dorso giallo, dal dorso rosso, bianco che non ho proprio voglia di guardare…
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Quattro libri: Palermo è una cipolla di Roberto Alajmo, Space Invaders di Francesco Carlà, Amore e morte nel romanzo americano di Fiedler, L’essere e il nulla di J. P. Sartre, una cartellina gialla contenente disegni, schizzi a matita di mostriciattoli, pupazzi o cose simili.
Una cartellina celeste con all’interno fogli con scritti sopra numeri, codici indecifrabili. Una cartellina verde con fogli che riportano pagamenti. Un depliant della Costa Crociere. Un catalogo dei magazzini Nannucci. Un raccoglitore ad anelli. Sotto: una stampante.
Letto ad una piazza e mezzo con piumino azzurro e tre cuscini. Sopra: poster incorniciato con la scritta Velvet Underground, raffigura una banana gigante su fondo grigio.
Sotto il letto due grandi scatole di plastica colorata La prima scatola gialla a pallini rosa fucsia contiene un computer Amiga, un Commodore 64 con lettore di cassette dedicato, uno Spectrum e dei manuali (sembrano qui dentro da anni). Seconda scatola, colorata a cielo e nuvole. È chiusa con un piccolo lucchetto e non so dove sia la chiave. Pesa. Un comodino verde con due cassetti. Contenuto cassetto 1: numerosi pupazzetti dalle forme più disparate, dall’animale domestico al mostriciattolo. Alcune lettere che portano la firma Carlotta.(...)
Quattro cassetti. Cassetto 1: magliette nere, rosse, azzurre, bianche, con stampe, scritte e disegni. Cassetto 2: idem. Cassetto 3: videocassette e dvd vari. Cassetto 4: Manga giapponesi, Dylan Dog e fumetti vari.
Un ripiano stipato di cd: ancora The Cure, The Smiths, Joy Division ma pure Underworld, Peaches, Fisherspooner, Moby, Interpol, Depeche Mode, HappyMondays, The Charlatans, Nirvana, Inspiral Carpets, Soundgarden, Bowie, Beck, Athlete, Snow Patrol, Sigur Ros, Múm, Soul Wax, eccetera, eccetera. Dall’altro lato del letto una colonna alta due metri gremita di cd, la scorro con una mano ma i cd non li guardo nemmeno…
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Credo sia giusto che mi venga restituita così come mi è stata tolta… sissignore. Penso anche, lo penso sinceramente, che probabilmente dovrei buttare un po’ di cose. Sono davvero tante, troppe, le cose inutili nella mia stanza…
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da: Riduzione del dominio di lotta
in : Massimiliano Nuzzolo, Fratture
Italic Pequod, Ancona 2012
Fratture è un romanzo che narra, tra realtà e sogno, una strana e avvolgente storia d’amore tra un ragazzo e una ragazza attraverso il telefono. I personaggi osservano ciò che accade loro intorno e raccontano di questo e di sé, in una vera e propria parade dell’assurdo. Da una parte, una sorta di crisi, generata da un incidente in cui il protagonista perde la memoria e il suo habitat, mette davanti ai suoi occhi un mondo crudelmente reale ma senza le “protezioni” affinate negli anni attraverso la crescita e la cultura: il subconscio riemerge, provocando ferite e fratture, mentre i sogni lasciano senza risposta le domande più atroci , in una totale assenza di emozioni. La protagonista femminile, invece, giovane filmaker, procede in parallelo nei vari gradi di consapevolezza, in un inferno privato alla ricerca di una nuova dimensione dell’esistere e di ciò che gli uomini chiamano anima, anche se non l’hanno mai vista né sanno come essa sia fatta. Un testo letterario e “filosofico”, in cui l’ironia, la drammaticità degli eventi, la volontà nuova e fanciullesca dei protagonisti in un mondo che non piace loro, conferiscono alla narrazione un’aura di sospensione nel tempo e nel sogno, o forse nell’incubo, con una soluzione e un fi nale estremamente anomali ma decisamente ottimisti.