Natasha Romanoff, è proprio
lei che mi guarda dal suo foro interiore
Natasha Romanoff, quando mi guarda così, di tutte le meraviglie della natura, tolto un albero d’estate che è la più notevole per Woody Allen, e un nespolo, che è nello Zen dell’Arancia di Mia Nonna, ed è la resistenza e la malizia, con lo schema verbale da scegliere tra questi tre: “non lasciarsi andare”, “non esporsi”, “camminare sopra un filo di seta”, fa un tutt’uno con il totale dello Zen dell’Arancia, tesa com’è tra la giovinezza che disseta e la maturità che nutre, guardatela, Natasha, che fa? Estingue la sete, sorseggia, assapora, gusta. Il suo sguardo è la muta testimonianza non di un’intelligenza più grande di qualsiasi altra che esista sulla terra, è semplicemente la meraviglia speculare del poeta che esclama: “Cazzo, sta passando il mio oggetto a al meridiano e guardatela, cammina sopra un filo di seta, tutta resistenza e malizia, solo Dio può aver creato Natasha Romanoff!”