l’intera vita di un ragazzo che Dio chissà
quante volte avrà fatto vibrare il suo oggetto “a”
al meridiano e non chiamava quel transito
la battaglia dei Gesuiti nella sua quiete di allora
che nostalgia e che argot avrebbe potuto conoscere
se non dopo, passato un altro ciclo di Metone
e i nemici allora si capì che non solo il muro
avevano tirato su ma si erano spinti ben oltre
il mare, la spiaggia, la ferrovia e la via che ebbero
modo fin dall’inizio di intitolarla a uno sconosciuto
disperso o zingaro mentre c’era un disperso della
grande guerra che lui sì recava uno dei cognomi
più segnati del posto e quel Casimiro che, vai a vedere
negli archivi e nei fogli matricolari ora svelati dopo un
secolo, era davvero morto o sparito in guerra
e qui adesso con questa luna e tutte queste battaglie
dei Gesuiti e tutto questo sperma versato
sull’erba, sul pavimento, sulle pietre, contro il muro,
sulle terre di nessuno che erano le mie e con cura estrema
sono state impacchettate, dagli ombroni fattisi notai
e archivisti, contabili e pretori del traffico delle influenze,
con merda prima dei loro asini e dei cani e merda loro stessa,
sperma, orina, sterco di cavalli, sangue di porci
e dolorose dolcezze dei cicli lunari del poeta ragazzo
e poi adulto adesso che il terzo ciclo è andato via, altri
diciannove anni, da un pezzo io cosa posso amare
di questa città che non è mia, quantunque fosse stata
inventata per farmi credere che fosse almeno in parte
mia, o nostra, se ci metti colei che è stata amata,
in cui vivono tutti i nemici del mondo, i nemici che si
son preso il nome dei miei avi, si son divise le loro case
e le terre tutte e dove c’erano altre terre ancora che
prima andavano dicendo che non erano di nessuno
e poi furono accatastate a nomi ebrei e poi che le nostalgie
navigavano in cielo e veleni e morti e maraschini sono
scesi dal cielo ogni giorno io ho bruciato le immagini
di questo luogo della mia rovina e della mia prigionia
e prima ancora della rovina e della prigionia di mio nonno
e quando vedo un semplice ombrone, che prima aveva
il ciuccio e la bisaccia e adesso il ciuccio lo tiene nell’aranceto
rubato a mia nonna e la bisaccia se l’è messa in banca
nella comune che s’è fatto comune della repubblica,
che posso bruciare più, il mio stato di famiglia, o il mio
atto di nascita o semplicemente l’atto di battesimo
che non è una lettera d’amore e nemmeno un muro
divisorio, è semplicemente la certezza
che se avessi avuto il taglio del prepuzio sì sarei stato
confuso ma semplicemente queste paludi
non sarebbero state prosciugate
per essere occupate da tutte le pietre
e le merde infinite degli ombroni ░
Stimmung con Yehuda Amichai│by v.s.gaudio│