│Mersing (Malesia), 11
agosto 2014●
Poiché
con i miei scritti rischio di accreditare una visione eccessivamente
edenico-idilliaca dell'isola di Bali, desidero aggiungere qualche nota più
prosaica. Agosto è il più crudele dei mesi. Tutti si muovono (invece di
restarsene a casa, a passeggiare nei preclari centri storici deserti; tanto i
supermercati non chiudono mai, non ci sono problemi di approvvigionamento). In
Asia i pazienti avvoltoi appollaiati aspettano gli europei con i pacchi di
euro, ma anche i giapponesi, anche mezza Singapore si sposta in Indonesia, in
Malesia. A Bali si precipitano dalle altre isole farabutti, ladri, truffatori,
borseggiatori, prostitute, travestiti, a dare manforte agli indigeni già
numerosi. Tutti a fare la stagione, sempre molto proficua. In agosto si
acutizzano gli aspetti del negativo: i prezzi raddoppiano, tutto è affollato,
stressante. Aumentano perfino gli incidenti stradali, i ricoveri di turisti
infortunati. Non è raro vederne per strada con vistose fasciature ai gomiti,
alle gambe orlate di tintura di iodio. Viene assunto nuovo personale
raccogliticcio (e sfruttato), senza nessuna esperienza, camerieri disonesti che
accettano misere condizioni pur di rubare sistematicamente nelle stanze, magari
solo un costume da bagno per camera, una camicia italiana; autisti e tassisti
aggressivi come delinquenti che esigono tariffe decuplicate o niente. Agiscono
soprattutto dopo le 15, quando non ci sono più mezzi pubblici (non dimenticare
questo particolare). I borseggiatori sono specialisti organizzatissimi. Di
solito sono in due. E' abbastanza facile individuarli perché uno tiene in mano
un quadro, un grande cartone, giocherella con un giornale spiegato, regge
qualcosa in testa. Ha solo la funzione di distrarre, attirare l'attenzione
della vittima mentre l'altro abilmente gli sottrae il portafoglio. I migliori
hanno a disposizione un pulmino che sembra un bemo normale e fa salire varie
donne inconsapevoli che vanno al mercato cariche di ceste. In questo caso i
compari sono tre: il driver, l'uomo del quadro e il borseggiatore vero e
proprio. Perché sono così preciso? Perché una volta, a Denpasar, io che sono
furbo sono stato derubato in questo modo proprio mentre scendevo dal mezzo. Me
ne sono accorto subito, ma il pilota, invece di entrare nel cortile del
capolinea dove l'avrei bloccato, ha accelerato fuggendo tra la folla (che non
ha visto niente). Nemmeno il tempo di scrivere la targa. Così ho perso circa
300 euro, la tessera di giornalista e quella di docente universitario (più
alcuni santini che poco mi hanno protetto). E' noto che i gentili balinesi
eventuali testimoni stanno sempre dalla parte dei ladri e mai aiutano il
derubato (è scritto anche nelle guide). Non è stato poi affatto semplice ottenere
il duplicato della tessera di giornalista passando prima dalla questura. Quella
di docente non l'ho nemmeno più richiesta. E che dire della polizia
indonesiana? La più corrotta e bifolca del mondo; ne ho avuto ulteriore prova
nel cercare giorni fa di ottenere da prezzolati lestofanti l'estensione del
visto. Sempre girata dall'altra parte. Molte guide in varie lingue spendono
intere pagine per mettere il turista straniero sull'avviso dei vari trucchi e
raggiri.
Tutto
questo si concentra però nei pochi mesi dell'alta stagione e soltanto dove si
concentrano i turisti danarosi (compresi anche i giapponesi). La zona più
pericolosa è soprattutto la costa sud-occidentale da Jimbaran, Tuban, Kuta,
Legian, Seminiak, fino al capoluogo Denpasar, ma anche Sanur, Nusa Dua e Ubud).
La polizia avrebbe la tendenza a spennare il turista. Molto spesso si tratta di
avidi militari musulmani di altre isole. Le multe e i trabocchetti in nome
della legge sono poca cosa se confrontati con i veri affaroni che si realizzano
con gli stranieri finiti in prigione (in Indonesia c'è la pena di morte, le
celle sono calde e poco accoglienti, alle 17 non viene distribuito il tè coi
pasticcini come da noi). Mi pare di aver capito, ma posso sbagliare, che le
mafie sono due in concorrenza: quella della strafottente polizia (islamica e
ignorante, che volendo può far fallire in una stagione qualsiasi albergo o
locale), e quella indù-balinese della prima casta (dei brahamani), molto più
aristocratica nei modi, che controlla il turismo e in sostanza da sempre si
oppone al governo giavanese. Mazzette e generose bustarelle sanano ogni cosa.
Se c'è di mezzo la droga gli zeri (e i gradi) aumentano. Ne sanno qualcosa
alcuni ricconi italiani caduti nel tranello, cui poi sono state estorte a
ripetizione ingenti somme.
Quindi
attenzione, perché accanto al meraviglioso mondo dell'arte balinese, dei fiori
deliranti, delle poetiche liturgie e della cultura raffinata, ci sono molti
occulti mondi più o meno paralleli (compreso quello della magia bianca e nera,
più potente di quanto si creda, e dal quale è augurabile tenersi il più lontano
possibile).