Proviamo a sconcertare Gnoli anche
con i 76 cornuti di Fourier? ░
Questa di Gnoli non l’ho capita: “Eppure, in certe pagine, lo sconcerto era forte. Apprendere, ad esempio, che ci sono nel mondo 180 tipi di cornuti, mi faceva pensare alle infinite sfumature che gli esquimesi riservano alla parola “neve”. E mi colpiva, inoltre, che, nell’esergo del romanzo, Merlo avesse apposto due frasi. Una ricavata da Diabolik. L’altra, da una poesia di Montale presa da Ossi di seppia.
A chi erano indirizzate?”
Cosa non ho capito? L’esergo tra Diabolik e gli Ossi di seppia di Montale? Anche. E a chi erano indirizzate, poi, a chi saranno indirizzate se non al lettore, per quanto possa esserci anche un lettore come chi scrive, che, essendo poeta a un passo da Tel Quel e vicinissimo ai Novissimi, sempre per quel che avvenne dopo, intendo dentro la mia biografia, che è, la biografia, intesa nel senso di Whitehead [Alfred North Whitehead, quello di “Avventure d’Idee”, tradotto dallo stesso editore di Merlo, Bompiani, e che negli anni Settanta trovavi diffusissimo tra i bouquinistes non di Lutetia ma di Torino!] che, lo confesso, ho letto di più lui che Montale e che ho mangiato, però, oltre che le seppie, anche “cozze a mummola” in insalata, e forse questa Manuel Vázquez Montalbán, che se ne intendeva di ricette immorali, se l’era persa. Però di gialli se ne intendeva. Dicevo: che essendo un poeta fatto così, tu come pensi che possa mettersi a leggere un romanzo del tipo di quello prodotto da Merlo? E difatti non l’ho ancora letto. Ora, tornando al passo di Gnoli, che non mi ha fatto prender sonno non solo stanotte ma anche la notte precedente, mi ha preso il suo sconcerto per i 180 cornuti, e anche perché i 180 cornuti gli facevano pensare alle infinite sfumature che gli esquimesi riservano alla parola “neve”. Sapesse come vien giù l’acqua nel sanscrito, di cornuti Gnoli ne vedrebbe 360, uno per grado solare, come se avessimo un calendario tebaico ma gradualizzato a cornuti.
Comunque, un nesso potrebbe esserci, chi può mettere la mano sul fuoco che Diabolik, beh, chi può negarlo?, quando esce di soppiatto nella notte, Eva Kant non è detto che, quando non gli va dietro, che non vada qualcun altro dietro a lei!
Basta, volevo dire questo: ‘sti 180 cornuti di cui riferisce Merlo sono speculari alla tavola analitica dei 76 cornuti di Charles Fourier ? E , come domanda a corollario, avremmo: Diabolik sarebbe un cornuto indaffarato, il numero 12 di Fourier, o di prescrizione, che è il numero 11: quello che, in Fourier, fa lunghi viaggi, durante i quali la natura parla ai sensi della moglie che, dopo una lunga difesa, è alla fine costretta dalla lunga durata delle privazioni ad accettare l’aiuto di un vicino caritatevole; in Diabolik, potrebbe fare lunghe imprese, durante le quali la natura parla ai sensi di Eva Kant che, dopo una lunga difesa, è alla fine costretta ad accettare anche l’aiuto di un collega del compagno, al momento disoccupato o poco propenso a dar filo alle ambizioni piuttosto plutoniche. E non è detto che, visto che siamo nel paradigma di Lutetia, non possa invece essere Asterix, che, quello, lo sappiamo, non ha mica bisogno della pozione per fare la 34 del Foutre du Clergé de France per tutta la giornata, correndo anche lungo la Senna… ▒ vuesse gaudio
Proviamo a sconcertare Gnoli anche
con i 76 cornuti di Fourier? ░
Questa di Gnoli non l’ho capita: “Eppure, in certe pagine, lo sconcerto era forte. Apprendere, ad esempio, che ci sono nel mondo 180 tipi di cornuti, mi faceva pensare alle infinite sfumature che gli esquimesi riservano alla parola “neve”. E mi colpiva, inoltre, che, nell’esergo del romanzo, Merlo avesse apposto due frasi. Una ricavata da Diabolik. L’altra, da una poesia di Montale presa da Ossi di seppia.
A chi erano indirizzate?”
Cosa non ho capito? L’esergo tra Diabolik e gli Ossi di seppia di Montale? Anche. E a chi erano indirizzate, poi, a chi saranno indirizzate se non al lettore, per quanto possa esserci anche un lettore come chi scrive, che, essendo poeta a un passo da Tel Quel e vicinissimo ai Novissimi, sempre per quel che avvenne dopo, intendo dentro la mia biografia, che è, la biografia, intesa nel senso di Whitehead [Alfred North Whitehead, quello di “Avventure d’Idee”, tradotto dallo stesso editore di Merlo, Bompiani, e che negli anni Settanta trovavi diffusissimo tra i bouquinistes non di Lutetia ma di Torino!] che, lo confesso, ho letto di più lui che Montale e che ho mangiato, però, oltre che le seppie, anche “cozze a mummola” in insalata, e forse questa Manuel Vázquez Montalbán, che se ne intendeva di ricette immorali, se l’era persa. Però di gialli se ne intendeva. Dicevo: che essendo un poeta fatto così, tu come pensi che possa mettersi a leggere un romanzo del tipo di quello prodotto da Merlo? E difatti non l’ho ancora letto. Ora, tornando al passo di Gnoli, che non mi ha fatto prender sonno non solo stanotte ma anche la notte precedente, mi ha preso il suo sconcerto per i 180 cornuti, e anche perché i 180 cornuti gli facevano pensare alle infinite sfumature che gli esquimesi riservano alla parola “neve”. Sapesse come vien giù l’acqua nel sanscrito, di cornuti Gnoli ne vedrebbe 360, uno per grado solare, come se avessimo un calendario tebaico ma gradualizzato a cornuti.
Comunque, un nesso potrebbe esserci, chi può mettere la mano sul fuoco che Diabolik, beh, chi può negarlo?, quando esce di soppiatto nella notte, Eva Kant non è detto che, quando non gli va dietro, che non vada qualcun altro dietro a lei!
Basta, volevo dire questo: ‘sti 180 cornuti di cui riferisce Merlo sono speculari alla tavola analitica dei 76 cornuti di Charles Fourier ? E , come domanda a corollario, avremmo: Diabolik sarebbe un cornuto indaffarato, il numero 12 di Fourier, o di prescrizione, che è il numero 11: quello che, in Fourier, fa lunghi viaggi, durante i quali la natura parla ai sensi della moglie che, dopo una lunga difesa, è alla fine costretta dalla lunga durata delle privazioni ad accettare l’aiuto di un vicino caritatevole; in Diabolik, potrebbe fare lunghe imprese, durante le quali la natura parla ai sensi di Eva Kant che, dopo una lunga difesa, è alla fine costretta ad accettare anche l’aiuto di un collega del compagno, al momento disoccupato o poco propenso a dar filo alle ambizioni piuttosto plutoniche. E non è detto che, visto che siamo nel paradigma di Lutetia, non possa invece essere Asterix, che, quello, lo sappiamo, non ha mica bisogno della pozione per fare la 34 del Foutre du Clergé de France per tutta la giornata, correndo anche lungo la Senna… ▒ vuesse gaudio