[Dal: Fascicolo del P.M. e del Procuratore dell’Accademia per l’Assassinio come una delle Belle Arti: Quadro indiziario; Motivi; Griglia di Parsons; Orientamento tecnico-strumentale del Lafcadio Incaricato, in: Anonimo del Gaud, L’Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti, © 1999-2003]
MARIO LUNETTA
(Roma, 1934; vive ivi come poeta
comunista dell’Accademia Platonica).
Titoli: Tredici falchi, Mulino di Bazzano 1970; Lo stuzzicadenti di Jarry, Manduria 1972; Saldi di fine stagione, Roma 1992.
Questo poeta comunista che assunse la
padronanza delle innovazioni offerte dalla nuova tecnologia, senza complessi,
molto laicamente;
che parlava con i compagni dei rapporti
di proprietà mentre montava la marea neoconservatrice in questo paese che si
chiama Italia e in tanta parte del mondo;
che diceva ai compagni che sono cazzi
amari, e i cazzi amari non si risolvono in un amplesso mistico( e mistificante)
tra ideologia e religione;
che pubblicò la Mozione dei Poeti
Comunisti a Lecce[i],
nella provincia nel cui mare il suo ex compagno Segretario veleggiava tra l’elegante
e lo sportivo con una barca comunista;
che ricordava ai compagni le più
sofisticate e postmoderne forme di dominio delle coscienze tramite il
rimbambimento elettronico, le elemosine dei concorsi a premio, l’ingessamento
progressivo della stampa, la dittatura telematica, la falsa liberazione
informatica;
fu trovato cadavere ad Arcore con tre
cartelli accanto a quel che rimase del suo corpo poetico e comunista:
░ Cover di Mario
Lunetta
□ Saldi di fine
stagione □ ed.cit.#
|
La
Griglia di Talcott Parsons
e il
Lafcadio-Chierico che canta il Bibit
con l’orchestrazione
moderna di Carl Orff
(3) Problema dell’Accesso
alle risorse
(1) Problema della Disponibilità
(il Poeta come fornitore di risorse) (il Poeta come “consumatore”)
indiziati: Nessuno Indiziati: Nessuno. Scagionato,per ovvi motivi, Berlusconi.
Il LAFCADIO
travestito da Chierico
raggiunge il Poeta all’Accademia Platonica
e con una bottiglia di
vino e due calici della “Taverna dell’Unità Perduta”
gli canta truffaldino:
Trinca il domino e madama,
trinca il chierico e il soldato,
trinca questo, trinca quella
trinca Toti con Lorella
trinca lesto Scassaminghia
trinca pur il can che ringhia,
trinca orsù Poeta Vago
‘ché poi pisciam in mezz’al lago![v]
(4)Problema della
Cooperazione (2)
Problema della Remunerazione(il Poeta come “compartecipe”) (il
Poeta come “fonte di reddito”)
Indiziati: i compagni tutti Indiziati: nessuno.
Scagionati gli editori
e in part. I compagni poeti: Baino, Ballerini,
dei titoli perché un compagno poeta
Bettini, Cepollaro, Di Francesco, Leonetti, trova sempre dei compagni che fanno
Muzzioli, Ottonieri, Pignotti, Sanguineti, Toti, una cooperativa, e che uno stampa, uno distribuisce
Voce, Volponi.[vi] uno vende e tutti passano alla cassa.
Bettini, Cepollaro, Di Francesco, Leonetti, trova sempre dei compagni che fanno
Muzzioli, Ottonieri, Pignotti, Sanguineti, Toti, una cooperativa, e che uno stampa, uno distribuisce
Voce, Volponi.[vi] uno vende e tutti passano alla cassa.
L’escamotage di un Lafcadio-Escamoteur?
Di non facile identificazione questa poesia-escamotage
trovata tra le carte segrete del Poeta.[vii]
E’ del Poeta o è una beffa del Lafcadio ( che è, quindi,
poeta egli stesso) che fa il verso à les Escamotages del Poeta Comunista così
bruyamment disparu:
TRINITRINA PURISSIMA
POLVERE BELLISSIMA
PARADIGMA ESPLOSIVO
LESSEMA PERENTORIO
LASSATIVO PERLOCUTORIO
LIBIDINOSA PIOVRA
LACRIMEVOLE PLINTO
LEGGENDARIO OSSIDO
LITANIA PERISTALTICA
ACAPNIA AFFAMATA
ATROCISSIMO ZIBETTO
ALABARDA AZZIMATA
APOSTATICO ZEFIRO
ALATO ZEPPELIN
AMARO ZABAIONE
TUTTO IL MIO TUBERO
AVIDAMENTE INGOIATI!
POLVERE BELLISSIMA
PARADIGMA ESPLOSIVO
LESSEMA PERENTORIO
LASSATIVO PERLOCUTORIO
LIBIDINOSA PIOVRA
LACRIMEVOLE PLINTO
LEGGENDARIO OSSIDO
LITANIA PERISTALTICA
ACAPNIA AFFAMATA
ATROCISSIMO ZIBETTO
ALABARDA AZZIMATA
APOSTATICO ZEFIRO
ALATO ZEPPELIN
AMARO ZABAIONE
TUTTO IL MIO TUBERO
AVIDAMENTE INGOIATI!
Un vero enigma, una truffa, un gioco di prestigio, un
sotterfugio da gran prestidigitatore poetico che fa sparire tutti gli indizi.
Quando
si dice i compagni, questi ineguagliabili giocolieri (escamoteurs, valà!) che,
con una gherminella, son capaci di farti credere che una barca in cooperativa
non è più una barca per dare vento al pennone capitalista, ma è una piccola
barchetta per portare i pistolini della compagnia a far pipì al largo![viii]
[i] Cfr. Mozione dei Poeti Comunisti, Piero Manni, Lecce 1991: raccoglie
testi di Baino, Ballerini, Bettini, Cepollaro, Di Francesco, Leonetti,
Muzzioli, Ottonieri, Pignotti, Sanguineti, Toti, Voce, Volponi. All’interno c’è
il Poema dei rapporti di Mario
Lunetta che “è trasparentemente nato all’interno del clima determinato dalla
crisi del PCI dentro il calderone dell’ indimenticabile 1989, e – più specificatamente
– all’interno del dibattito tra la componente del Sì e quella del No”: così
riferì il Poeta Comunista assassinato.
[ii] Sono versi del Poeta. Vedi: Berlusconeide alle pagine 49 e 50 di: Mario Lunetta, Saldi di fine stagione, Fermenti, Roma
1992.
[iii] Ibidem.
[iv] Ibidem.
[v] Per il Bibit originale vedi: Canto 196, in : Carmina Burana, a cura di Piervittorio Rossi, Bompiani, Milano
1989: pagg. 205, 206, 207. Per il Trinca
postcomunista, vedi: La Grande Bevuta,
in: Mario Lunetta, Saldi di fine stagione,
ed.cit.: pag.73. Scassaminghia può
essere, a scelta, uno dei poeti comunisti della Mozione di Lecce, che sono
tutti indiziati per il Problema (4) di Parsons: quello della Cooperazione.
[vi] Sono i poeti comunisti
della Mozione di Lecce di cui all’elenco nella nota 1.
[vii] Cfr. gli Escamotages di Mario Lunetta, in “Lunarionuovo”
n.37, Catania 1985.
[viii] La barca non è quella di D’Alema, di cui tanto si parlò quando ancora era in cantiere nel 2002, ma è una metafora, o una allusione gergale; perciò, chi scrive “barca” può voler dire “scarpa”, se non, addirittura, “automobile”: cfr. la voce Barca in I Gerghi della Malavita dal ‘500 a oggi, di Ernesto Ferrero, Mondadori Editore, Milano 1972: pag. 63. “Barca □ Scarpa, per la forma che assume dopo un uso prolungato(Veneto). Cfr. la voce dialettale veronese scalfaròto, scarpa da inverno per casa, ispirata alla stessa immagine(da “scafo”). Anche l’argot usa barque e bateau con identico significato. A Milano ha anche valore di ‘automobile’(Di Bella)”. Non ci si meravigli, poi, quando si potrà rinvenire, tra i soci della cooperativa, un compagno scarparo, un compagno meccanico, un compagno autista, tassinaro, pilota. Se non Scalfaro in persona, o un suo delegato veneto! La barca non è, forse, nemmeno la “varca” di Mario Grasso, il direttore di “Lunarionuovo” di cui agli Escamotages del poeta comunista dell’Accademia Platonica, che “s’ammaraggia sulu a vardàre a varca”(=gli viene il mal di mare solo a guardare la barca), e, per questo stato di cose: “senza màzzira”, senza ancora, dice il poeta siculo(sul quale, per saperne di più, cfr. il fascicolo inerente Alfredo Giuliani), non può che essere ‘na varca prudenti, una barca prudente. Cfr. quanto Mario Grasso dice in Varca:
“M’ammaraggiu a vardàritisulu ca sugnu
mi sentu fari i strìmiti
comu ‘n jattu ne’ manu ‘i ‘n picciriddu”
(= Mi viene il mal di mare a guardarti/solo come mi ritrovo/mi sento preda di supplizi/come un gatto nelle mani di un bambino)
(…)
“Ti vardu e mi scuncerta
‘sta to vòcalanzìcula”
(=Ti guardo e mi provoca nausea/questo tuo rollìo): Mario Grasso, Crucchèri, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 2002: pag.25.
▐ La scheda di Mario Lunetta tratta dal Fascicolo del P.M. di cui a L’Assassinio
dei Poeti come una delle Belle Arti│© 1998-2003│ è inedita ♦