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… [sopra Sunn, il Vento]
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…
¾ [sotto Cenn, L’eccitante, il Tuono]
42.I – L’accrescimento.
La Legge della Gravità
selettiva: un oggetto cadrà sempre in modo da produrre il maggior danno
possibile: che dimostra, Vuesse? Che se cade un motociclista, questo produce
sempre il maggior danno possibile. Non conta come e perché sia caduto, sarà
caduto perché non si regge in piedi e non sa prendere le curve. Si può pensare
anche questo. Non si può, invece, pensare che sia caduto, quel centauro, ad
angolo retto, per via della Legge di Sprinkle[i]. Ed è pur vero che non sia
caduto dal pavimento, perché, è risaputo, non si può cadere dal pavimento. Poi,
te lo dice una che va in moto, e non t’incanta il (-φ) il mio casco?, sulla
pista verso quel punto, ma anche sulla strada, l’oggetto caduto ti pesterà il
piede. Ora: è pur vero che nella diatriba di cui si dice chi è caduto non ha
pestato il piede a chi lo ha fatto cadere, il corollario della Legge dell’officina
è una cazzata.
Per quanto riguarda la
Legge di Cooper: le macchine sono tutte degli amplificatori: devo aggiungere
che anche le moto amplificano, tu stesso, quando mi vedi sfrecciare in moto, dici che ti sembro più
ampia, da ectomorfa dici che ti sembro addirittura una mesomorfa dal pondus
patastratosferico. Certo, capisco quel che vuoi dire: che andare in moto e
prendere tutti quei soldi, e poi non è che cadi molto, visto che piove un gran premio sì e uno
no, è questione di pondus amplificato. Ma allora com’è che i piloti son così
inconsistenti, per via della parola, mi dicesti una volta, hai visto un po’
com’è l’eloquio di quel pilota che dice così e ridice cosà e bla,bla,bla lo
hanno laureato, così sull’emissione di qualche parola, in comunicazione, e hai
aggiunto: certo che comunica, ma, per la Legge di Sattinger, comunicherebbe
meglio se si mettesse la spina[ii]. E io mi misi a ridere,
quella sera, e mi dicesti che di tutte le meraviglie della natura, come ridi tu
è la meraviglia più notevole, perché sei stupenda quando ridi nel casco e sei
imbragallata nei leggings o nei jeans che ti metti per andare in moto, e,
aggiungesti, se fossi un boscaiolo che sta per abbattere un albero, a vederti
sorridere con il casco e con quei pantaloni dopo che sei stata in giro in moto,
deporrei l’ascia e dovrei usare la
motosega per sbatterlo giù, perché dopo averti visto sorridere con quel casco e
quei pantaloni un poeta non ha più la forza necessaria per abbattere un albero
con l’ascia, fosse pure un semplice fico. E poi ci fu la storia dei fichi e
della marmellata di fichi che non sto qui a raccontare. Piuttosto, e questo è
vero, la maturità di una persona non si misura per come va in moto, ma da come
scende dalla moto e sorride al poeta: una volta, lo ricordo, mi dicesti: sai
cosa fa di te una centaura matura e
intelligente? Ti guardai perplessa e con un vago sorriso: quando scendi dalla
moto e sei stata in giro portata dietro come un trofeo, è il principio
dell’aria, o meglio: è il vento che
rende perseverante la centaura, e io ti
risposi: e il ricettivo opera sublime riuscita! Il vento, dai, quando scendi,
non sta sopra, è sotto il Cielo, e non sei innocente, né inaspettata, Simona,
il poeta ha ricevuto dal cielo la sua natura originariamente buona, onde essa
lo guidi in ogni suo poema, invece tu, quando non fai la centaura e monti
dietro il pilota e poi è da lì che smonti io che vedo se non la natura
istintiva che ha un significato superiore a qualsiasi parola, e dico: ecco ciò
che coincide con la volontà del cielo. E ti dissi: E chi devia dall’innocenza
dove va a finire? La volontà e la prosperità del cielo, mi rispondesti quella
volta e stava piovendo ed ero bagnata, quando non accompagnano i tuoi atti e sotto il cielo non passa il tuono e quindi
tutte le cose non hanno più lo stato naturale dell’innocenza, non sono
nell’immagine dell’accrescimento, e allora perché ti vedo così cresciuta adesso
che hai attraversato la grande acqua? Mi piace vederti camminare, se cammini
nel mezzo tu hai un buon cuore, ma è quando sei nel segno del KOU, che è il
farsi incontro, allora il cielo sta sopra e il vento sta sotto e tu sei sempre
la ragazza potente, e lascia perdere quello che dice l’I King, che non bisogna
sposare una tale ragazza, che cazzo c’entra il matrimonio se sei la centaura a
cui il camminare riesce gravoso che, però, quando scende dalla moto e cammina è
come il nove al quarto posto: allontanandoti e non venendomi incontro tu mi
volti le spalle e poi non sei a mia disposizione quando potrei averne bisogno,
ma, quando ci si è ritirati dal mondo, veder andar via una centaura così
orgogliosa e inaccessibile e nel vaso non vi è alcun pesce….
Niente: sono andata via
nell’immagine del farsi incontro, al di sotto del cielo è il vento,e la parola
o lo schema verbale che non ci fu, come il pesce tipografico,,, e, fu per
questo che poi un’altra volta, ti chiesi che cosa sarei stata scendendo dalla
moto dopo averla pilotata un intero pomeriggio?
In mezzo alla terra cresce il legno: sempre sotto il vento ma sopra c’è
la terra, il desiderio ascende per gradi, ragazza, nel buio la perseveranza
reca salute e gaudio, per quella storia dell’amplificazione della macchina ,
così sei nel segno di SCIONG, l’ascendere al meridiano dell’oggetto “a”,
istanti, giorni, mesi, anni, metti sempre in moto il mio (-φ): è questo allora: la
terra sopra, il trigramma delle linee spezzate; il vento sotto, con due linee
intere e il sei all’inizio, tutto si
regge sulla linea spezzata, che è in basso e non è rivolta al sole, ma è dal legno
di quella radice che prende la forza la ragazza e si mette in moto, ascende
lungo il mio (-φ), istanti, giorni,
mesi, anni.
Quello che sento è che,
quando sto dietro il pilota sul sellone, che il poeta mi disse, quando guardi
la legenda della motocicletta, è sempre il 27, c’è poco da sbagliare, nella
sequenza degli esagrammi del’I King mi vede come centaura, nella velocità, in
un baleno, a volo d’uccello, forse, lanciarmi dal 42 al 46: dal segno I.L’accrescimento,
in cui il vento è sopra il tuono ed è lì che il poeta mi dice che “cammini nel
mezzo”, e si riferisce a se stesso che mi guarda, perché egli (mi) seguirà; al
44.Kou.Il farsi incontro, in cui il vento è sotto il cielo, ed è lì che faccio
la ragazza potente del poeta e lui che guarda vede, al quinto posto, la linea
del melone coperto con foglia di salice, io mi giro a salutarlo con la mano ed
ecco che ci cade in sorte dal cielo l’ascendere dell’esagramma 46.Sciong, in
cui è la terra che sta sopra il vento: lo sento che mormora: in mezzo alla
terra cresce il legno: l’immagine dell’ascendere, ed è da lì che mi faccio
definitivamente oggetto “a” irredento del poeta , lentamente lui crea, e mai
distrugge, aggiunge granellino a granellino di sabbia, cancella istanti,
giorni,mesi, anni, io giungo sempre più
avanti fino al sei sopra: è quello che il poeta disse: è il perseverare del tuo
ascendere nel buio, altro che piacere singolare di Harry Mathews! La velocità è
il vento: mi piace vederti a tutto gaz, mi confessò il mio visionatore, per via
di questo Dasein, in cui tutto quel gaz è,
per vie linguistiche, la velocità come il vento e anche come un’anima dannata
che è nel sostantivo-archetipo del mio nome; pensaci, Simona, quando parti in
quarta e sei più veloce della luce, vai a vedere sei nello schema verbale di
Urano, che, non ci sono dubbi, sarà incollato al mio meridiano, tra medio cielo
e fondo cielo, tra (-φ) e angoscia, tra
desiderio e tachimetro dell’anima: all’inizio, pensai che fosse tutto connesso “in
un fiat”, per via delle sospensioni patagoniche che ebbi modo di visionare nel
sospensorio direzionale della fabbrica meccanica sabauda ma, poi, mi dissi, non
può essere, Simona è nell’energia posizionale, è quella dell’accelerazione
istantanea e della velocità orizzontale per questo ascende, va a volo d’uccello
e a tutto gaz.
Quando poi arrivi e smonti dalla sella hai somatizzato tutta l’accelerazione centripeta, ritorni all’esagramma 42.I.-L’accrescimento, alla linea del nove sopra: certamente qualcuno lo percuote(il tuo corpo). Confucio se ti vedesse direbbe: “La centaura acquieta la sua persona prima di mettersi in moto. Sta consolidando le sue relazioni prima di mettersi a chiedere una cosa. Si raccoglie nella mente, con tutta la potenza uranica somatizzata tra vento, cielo e terra, prima di mettersi a guardare, sotto, l’effetto che fa nel poeta, sopra”. Messa così la risoluzione visiva, il poeta chiosò infine: tra le gambe, nel vento di Sunn, che è il mite, e il piede, il tuono dell’eccitante, Cenn: tra le cavalle saresti tra quelle che sanno ben nitrire e hanno le gambe posteriori bianche, quelle che galoppano, nel giallo scuro dell’espansione e della grande strada, sembri la risposta dell’Anas al mio cognome che, quando gli curvano due lettere, è nel paradigma della Guadiana, il fiume iberico anticamente chiamato “Anas”; bianca invece sei come vento, e sei lunga, alta, come il principio yin: il legno cresce lungo, il vento arriva a grandi altezze. Il mio oggetto “a” che s’innalza al meridiano, la losanga che avanza e si ritira, che calza stivali da centaura numero 38. ⁞ Simona Pisani
Quando poi arrivi e smonti dalla sella hai somatizzato tutta l’accelerazione centripeta, ritorni all’esagramma 42.I.-L’accrescimento, alla linea del nove sopra: certamente qualcuno lo percuote(il tuo corpo). Confucio se ti vedesse direbbe: “La centaura acquieta la sua persona prima di mettersi in moto. Sta consolidando le sue relazioni prima di mettersi a chiedere una cosa. Si raccoglie nella mente, con tutta la potenza uranica somatizzata tra vento, cielo e terra, prima di mettersi a guardare, sotto, l’effetto che fa nel poeta, sopra”. Messa così la risoluzione visiva, il poeta chiosò infine: tra le gambe, nel vento di Sunn, che è il mite, e il piede, il tuono dell’eccitante, Cenn: tra le cavalle saresti tra quelle che sanno ben nitrire e hanno le gambe posteriori bianche, quelle che galoppano, nel giallo scuro dell’espansione e della grande strada, sembri la risposta dell’Anas al mio cognome che, quando gli curvano due lettere, è nel paradigma della Guadiana, il fiume iberico anticamente chiamato “Anas”; bianca invece sei come vento, e sei lunga, alta, come il principio yin: il legno cresce lungo, il vento arriva a grandi altezze. Il mio oggetto “a” che s’innalza al meridiano, la losanga che avanza e si ritira, che calza stivali da centaura numero 38. ⁞ Simona Pisani
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