Non c’è altro e non c’è dubbio che ci sia un reale
invisibile, basta solo inquadrarlo. La deissi è alla base dei pensieri morbosi
che il poeta ha quando fa la sua passeggiata di mezzogiorno. Quella storia dell’anima
immortale e che se esistesse senza quel corpo tutti son convinti che quelle
calze a rombi colorati le starebbero larghi, e non potrebbe mai stare più
seduta così. La deissi è come un quadro, che se è P è la rappresentazione di un oggetto a, ed è quando è come la fotografia o il fotogramma, come in questo
caso, che la deissi sembra che sia una
rappresentazione pittorica di a in
una certa e patagonica corrispondenza tra P
e un aspetto visivo di a, che è
Scarlett Johansson così seduta. Un reale aspetto visivo di a o un aspetto visivo che a ha
stando così seduta è come se accadesse una rappresentazione pittorica. Le calze colorate, è quando la deissi ti
rammenta la legge dei semafori: “Se è verde, non hai fretta”; o la legge di Oliver
sulla dislocazione:”Se ci sei, non ci puoi andare”, che, qui, guardando
Scarlett in The Perfect Score in
questa immobilizzazione, diventa “E’ lì, colorata come la mia pulsione
uretrale, mi fermo a guardarla”.
L’osservatore, cioè il visionatore di
Edgar Morin, specialmente se fa il poeta e non pubblica un libro perché si è
dato anima e (-j) all’ebook, è come chi va piano nella
legge di Reece: ha del tempo da perdere. Una ragazza così seduta, se ti
piace,ti sta bene e te la puoi permettere, tu la guardi e non stai a chiederle
se sia in saldo. Continui a guardarla e non ti passa per la testa e per il (-j) che abbia una garanzia di due mesi e
poi al sessantunesimo spegne il computer
e si alza dalla sedia, poi si gira e ti mostra il dito medio. La deissi in un’immagine è sempre
disponibile, il tuo oggetto “a” lo puoi ordinare ogni volta che il (-j) s’innalza al meridiano e l’analemma
esponenziale di quell’immagine ti sta facendo il bagliore ainico all’anima del
tuo (-j). Francamente, del film e cosa stesse
facendo seduta così Scarlett nel film, al poeta non gliene frega un cazzo: la
deissi seduta, e così colorata, è una figura retorica di quelle che tirano lo
schema verbale del lanciare e l’archetipo-sostantivo-epiteto
del perfect-score. Basta guardare
stando seduto, il quadro come P,
lanciato l’oggetto “a” del visionatore, è, reale invisibile,non c’è dubbio, il Perfect-score.
Basta solo inquadrarlo.