Fabio Doplicher ▬ La scheda da "L'Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti"



Fabio Doplicher

(Trieste, 1938; visse a Roma)

Titoli: La stanza del ghiaccio,Roma 1971; I giorni dell’esilio, Manduria 1975; La rappresentazione, Roma 1984.

Motivo Unico

Poeta epifanico e, quindi, uno che avrebbe dovuto proporre, secondo la casistica del Cara, “una nuova leggenda della poesia che in parte può essere diventata vecchia e fissa attraverso i suoi ritmi magmatici, l’esame della parola convulsa”[i], insomma uno che avrebbe dovuto essere, in parte, nipotino di Pound e che, invece, nonostante l’ammonimento del poeta americano al “tempo per tacere”, ha, anche lui, come altri poeti, raddoppiato la comunicazione, ha voluto farsi pure studioso di teatro, ma non per allietarci con show e recital, avanspettacolo e cabaret, gag e strip-tease, semplicemente per proporci, oltre alla stagione di poesia, la stagione di prosa!

Il Lafcadio gli conceda un duetto o un epilogo o una scena madre e, poi, gli faccia fare scena muta tagliandogli il collo con un teatrale, preciso, ineluttabile, colpo di yatagan.

[i] Cfr. Domenico Cara, a cura di, Le Proporzioni Poetiche, vol. I, Laboratorio delle Arti, Milano 1971: pag.10.
La scheda di Fabio Doplicher, nel Fascicolo del P.M., da L’Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti, Ó 1999-2003, è inedita



Fabio Doplicher
Insula Nova
1
la domenica dei totem. Cercare terra battuta
polvere fina ai lati dell’asfalto. Impastare
nelle aiuole boccioli corolle rifiorenti e
la garanzia della ditta che rifornisce il Comune.
un fuoco sboccia fra due barboni, cullano
la fiamma delle immondizie dandosi le mani a cerchio.
ceneri di eretici e sconfitti, fra la sabbia umida
onde di lago sempre allo stesso scavo. alla battigia
scendono dai comignoli i nanetti, contro luna
in fila con il vasino in mano. un lontano
spicchio di granito sgocciola luce contro luce.
i fiori del giardino, ricchi, ingrassati
da una coppia di cani putrefatti ora scoperti.
impestano questo lembo di nebbia, fuggono
in giacche di mostri i giovani cercatori di vita.
2
la Grigna barbara tramonta. prima di montare in auto
il signore aggiusta il sospensorio, la bionda sputa.
nel lavatoio deserto, il ragazzo monta i mulinelli
gli scarti del lago, aspetta, una coperta nuziale in braccio.
e lei verrà come uno sbaglio. Soffici pianeti in mezzo alla foschia
bianchi fuocherelli pellegrini, segnali
di contrabbandieri e ruffiani. Ira purificata
sporco sfiatatoi rimastico. rabbia gonfia e calcinata.
un desiderio senza nulla di te, cresta eretta
Imprigionata in una forma. un’onda, una paura, una cenere. fossili.

da: Sarenco-Verdi (a cura di), una rosa è una rosa e una rosa, antologia della poesia lineare italiana 1960-1980, factotum book 25, edizioni factotum-art, verona 1980