I. “Una delizia alla
prova, in un sonetto diceva Shakespeare, ma proterva e sciagurata,/prima una
gioia sperata, subito dopo un sogno”: e aggiunse Watzlawick che è nella natura
di una simile immagine, di una fata morgana, ch’essa svanisca non appena ci
avviciniamo e che torni ad essere oggetto di desiderio non appena si distolga
lo sguardo o la si perda di vista[i]. Così: Camille Saroyan fa al poeta-visionatore
di “Bones”: arriva in scena,
delizia alla prova, con quell’aria somatizzata un po’ proterva e un po’
sciagurata, ma con quell’abitino è una fata morgana, e subito come il poeta le
si avvicina svanisce e il nostro uomo torna a desiderarla, e così per tutto il
telefilm, qualche volta guarda, il poeta, la dottoressa Brennan o quando
distoglie lo sguardo dallo schermo e poi ritorna a guardare e Cam non c’è più,
e quando riapparirà, per dire quel che compete al suo ruolo, nel prossimo
episodio, e con un altro abitino che è, dentro il sistema della moda, la
paramorfosi del genere 42 di Barthes, tra pantaloni, jeans e leggings, perché ,
per come è dentro il vestitino, disegnato sul corpo, è sempre come se fosse
imbragallata nel genere 42, e il poeta la guarda e si fa il suo piacere
singolare: è così abbigliata per Bragalla, che è questo il luogo dove andare,
non c’è da struggersi su città e terre lontane, che una volta raggiunte avrebbe
avuto il poeta un inedito sentimento di sé, che è sempre nella ragione fallica
dell’esserci, per quanto una città attraversata sia sempre deludente, e
desolante sarà la partenza, e una volta in viaggio verso un identico
disinganno, fosse anche la prossima puntata in cui lei chissà come riapparirà
dentro quel genere di Camille per Bragalla.
II. L’ incarnazione di Bragalla, vista da fuori, è come il Fiore Azzurro, che non è vero che non esista e che non ci sia in nessun luogo[ii], Camille è questo Fiore Azzurro che ha un nome in quella serie televisiva, e quel nome è il suo corpo e il suo corpo è il Fiore Azzurro che il poeta-visionatore trova, certo non è nel mondo esterno, è sì al Jeffersonian, ma è dentro l’anima del poeta, un po’ prima che venga l’inverno: guardate i colori dei suoi abitini: prima che sia nero o viola o marrone è allegro e giallo, è come la risonanza del suo bioritmo: che nel giorno critico, anche del poeta: 0/1 o 16/17 che sia, sassofono prima e contrabbasso o gong a seguire, è prima pesca e poi nespola, è prima sufficienza e disinvoltura e poi ostinazione e freddezza, è prima ridente e gioiosa, un colpo ed è nel gaudio, e poi è taciturna e inquieta.
III. Il punctum fisico di Camille è nello stesso
punto dell’anima del poeta: il punto
del solstizio invernale, dove c’è il segreto e il peso della terra, la sua
fatalità, la sua lenta fedeltà, il punto in cui c’è questa carne da palpeggiare
e questo artificio dell’orizzonte che
intanto che vien giù il demone affonda sempre di più nel crepuscolo astronomico:
il poeta , con quest’anima, e Camille
con questo punctum somatico non si
guardano mai negli occhi: lei si dice che è più dentro nel suo corpo di quanto
lo sia il (-φ) che la penetra; lui si
dice con meraviglia che è questo allora il mio (-φ)
e il mondo non può privarmene perché ne è privo.
IV. Fermatevi ad osservare il cielo: la Luna di lei è sulla
stessa linea della Luna del poeta, e questa è un’enorme meraviglia, anche
perché nel punto di Alcione del
solstizio si vede il punto dell’Heimlich,
e che, visti così: Il punctum somatico
e l’Heimlich, stanno, nel grafico a
90° di Ebertin, connessi con il mezzopunto Plutone/Sole esattamente a 45° dal
mezzopunto Venere/Animus: senza dubbio è
questo il Fiore Azzurro che incanta il poeta, e che nel mondo non si trova in
nessun luogo, e quindi non si può avere.
Tamara Taylor|© astrotheme
Camille Saroyan |
Camille Saroyan |
CAM Mi sa che questa
pizza non riesce; l’impasto non lievita.
POET Forse non hai messo
abbastanza lievito: hai controllato la ricetta? Vuoi che chieda a Marisa Aino,
l’esperta dei periodici per ragazze della Disney Company Italia Spa?
CAM Rieccoci…potresti
chiederlo a tua madre…
POET Prova invece a
chiederlo a tua madre che sai di sicuro chi è!
CAM Mi riferivo all’uso
del lievito.
POET Che c’entra il
lievito con mia madre?
CAM E con Marisa Aino
invece c’entra? [iv]
POET Maledizione, Cam, si
può sapere di cosa stai parlando? Dici che la pizza non lievita; io dico che
l’unica causa ragionevole può essere la mancanza di lievito e improvvisamente
il lievito non c’entra più ma c’entra mia madre che non riesco a centrarla da
una vita, e la colpa è del mio carattere o del mio (-φ)?
CAM Certo, sempre col
tuo bel (-φ) che è da tempo che non
lievita più tanto, forse vai a vedere abbiamo trovato la soluzione, ma non te
ne accorgi che volevo darti del gaudio con una mia bella pizza, e poi…chissà
forse comincerebbe a lievitare un po’ la tua finanza…
POET Lo sapevo: Prima la
pizza, poi il (-φ) che, appena premi il
pulsante, salta, via è fulminato, e poi fuori della pizzeria sempre ‘sta
finanza appostata a chiedere lo scontrino, come se fossimo a Villapiana Lido in
Italia…
Marisa Aino |
POET Non lo metto in
dubbio, e indovina chi lo ha fatto implodere?
CAM Non so come facciate
voi poeti a rompere il cazzo ogni volta che l’impasto non lievita, è
spaventoso!
POET No, il problema è
invece di come per voi, attrici di giorno e pizzaiole di notte, il lievito di una pizza del cazzo [che ormai
non c’è quadararo che te la ammannisca in tutte le salse anche con la ‘nduja
sette sere alla settimana non solo sulla costa ionica ma anche a
Sant’Arcangelo(Pz) dove fanno il Caciocavallo silano Dop] possa diventare il
termometro del (-φ) del poeta!
( e via di questo passo)[v].
Camille Saroyan |
L’ indice del pondus è: 169 – (90 + 60 kg=)150= I.P.19,
che è un valore compreso nell’arco dell’ALTO(20-12, più decresce più è alto).
Pertanto, Camille
Saroyan è una paralongilinea mesomorfa.
Il valore numerico degli
indici, connesso all’alfabeto mnemonico, darebbe questa somatica
archetipologica: il 19 dell’indice del pondus è tra le varianti DOPE, DUPE, DIP
e DEEP:
1) “stimolante” e
“narcotico”, e “lubrificante”, DOPE è veramente l’espressione del suo punctum
fisico
con A)
LOOM, che il 53 dell’I.C., come schema verbale dell’”apparire all’orizzonte”;
e con B)
NAIL, che è il .25 dell’I.C., come archetipo sostantivo “unghia”, “artiglio”,
“chiodo”.
Camille
Saroyan è come se fosse: DOPE LOOM-NAIL: il
lubrificante che fa apparire all’orizzonte l’unghia, l’artiglio. O è: il chiodo (nail=25)
del telaio (loom=53) che è stimolante e narcotico insieme.
2) Come schema verbale
DUPE(I.P. 19), inganna( con) l’apparire all’orizzonte dell’unghia.
3) L’immersione o l’inclinazione di DIP(I.P. 19) fa apparire all’orizzonte l’artiglio.
4) L’abbassarsi (sempre DIP=19) sul telaio (=Loom=I.C. 53) dell’unghia
(o del chiodo, dell’artiglio; nail=25).
5) In altomare, DEEP, appare
all’orizzonte l’artiglio.
6) Oppure: in alto(=deep=19) appare all’orizzonte il chiodo.
7) Oppure: profondo (=deep) sul telaio l’artiglio( o: l’unghia).
E’ la
somatologia della misteriosa Vesta, di cui soltanto il poeta conosce il fuoco
segreto: impassibile, e fatale, si concede difficilmente tranne che a se
stessa. L’unghia profonda tra l’artificio dell’eleganza e la lubrificazione del
telaio somatico. Una sorta di Penelope della pizza?
[i] Cfr. Paul Watzlawick, “E’ questo che cerco?”, in: Idem, Di bene in peggio.Istruzioni per un successo catastrofico,
© 1986, trad.it.Feltrinelli, Milano 1987.
[ii] Ibidem.
[iii] Ci si riferisce a Conrad
Moricand: cfr. V.S.Gaudio, Miroir d’Hétérotopie.L’esotopia di Henry Miller, in:
Alessandro Gaudio, Il limite di Schönberg, Prova d’Autore di Nives Levan
& C., Catania 2013.
[iv] Il Poet tace a Cam il fatto che il punto arabo dell’Animus (=Asc+Sole-Luna: cfr. posizioni in cosmogramma astrotheme) sia quasi sul punto Sole di Marisa Aino: per questa assonanza, non può che essere Marisa Aino a svelarle il mistero gaudioso della lievitazione!
[iv] Il Poet tace a Cam il fatto che il punto arabo dell’Animus (=Asc+Sole-Luna: cfr. posizioni in cosmogramma astrotheme) sia quasi sul punto Sole di Marisa Aino: per questa assonanza, non può che essere Marisa Aino a svelarle il mistero gaudioso della lievitazione!
[v] Cfr. Paul Watzlawick, “So benissimo cosa pensi”, in:Idem, Di bene in peggio,
trad.it.cit.:pag.58.