I nuovi oggetti d’amore ⁞ Catherine | Julie Gayet

La Julie du Lis Noir? 
I.
Il poeta è un giovane uomo pensieroso, malinconico, in un luogo appartato e solitario, si trova ad un certo punto innamorato di Catherine così come è fatta da Julie Gayet in Mon Meilleur Ami di Patrice Leconte. Nel film, questo dolicocefalo biondo e longilineo fa la socia del protagonista che è un antiquario che non ha amici e lei ha un amore saffico.  Così il poeta, per questo, se ne fa ancor di più innamorato, penosamente innamorato, non è mai stato così preso da una donna come lo prende adesso Catherine-Julie Gayet, che è nell’età della femme de trente ans di Balzac, che di nome faceva pure lei Julie, ma, per come camminava al lasco, era più mesomorfa e meno longilinea, questo è sicuro.

II.
Il poeta non è più nell’orbita di Balzac per quanto possa essere ancora preso dalla sua Julie, è che a guardarla la Catherine-Julie nel film è come la statua di Giulia Farnese e lui, come lo sorprende Giuseppe Gioacchino Belli, quel zignore ingrese che ‘na vorta un sampietrino ce lo prese in atto sconcio e co l’ucello in mano; ma anche Giulia Farnese è del tipo costituzionale normolineo mesomorfo, così come è raffigurata nella
Trasfigurazione di Raffaello; di Giulia Farnese il poeta oltre che l’indice costituzionale superiore a 54 ama quel suo frasario incolto e un po’ dialettale, come se, rivolgendosi al Papa, in questo modo possa scrivere a lui: 
S. mio umilmente baso le mano e piedi de V.S. Per la presente quella che iri(=ieri) che fu domenica arrivammo qui tucti per gratia de Dio e de la groliosma(=gloriosissima) Matre sani et salvi, dove il V.S. ca(=ci ha) facte tante careze et honore dir se potesse senza mancharce cos alcuna.  Col V.S. per sua sodisfatione che quella posere stare molto contencto et sodisfacto dovere così bene colocata la signora donna Lucrezia ben che in vero non fuse mai in dubio.  La signora donna Lucrezia et io andammo a danzare che cera tanta gente che dera(=che era) una cosa stupenda in similio locho e tucti eravamo vestiti in pontificale che pariva avessimo spogliata Fiorenza de brocati et vederne tancta copia; secundo socederano le cose per lavenire così quella sera avista e perché forse V.S. se credera legendo le sopradicte cose nui stare in gaudio et letitia esendo così certificamo quella essere in grande erore perche endo(=essendo) asente de Vostra S. e dependendo da quale ongne(=ogni) mio bene et ongne mia felecita non possa con nessuno mio piacere et satisfactione gustare tali piaceri e quando fusero magure(=maggiori) comagure(=con maggiore) despiacere ligustaria perche dove el tesoro mio lie(=lì è) el cor mio e quella sia certissima con tucti li piaceri cemensano madama e io a contar li giorni cabiamo(=che abbiamo) a star perche in fine tucte(=tutto è) burla seno(=se non) stare a li piedi da V.S.[i]

Catherine/Julie Gayet in una scena del film "Mon Meilleur Ami" di Leconte(2006)


III.
Catherine-Julie Gayet è veramente un’abitudinaria. Veste sempre, da sempre, quale ora la vedete, un abito “Marella”: e sotto a pelle mutande di seta “La Perla”. Avrà anche tre paia di cappelli, e di certo si sveglia a una certa ora per andare in galleria, custodisce l’esattezza del suo risveglio con il viso dell’amica che le dorme accanto, ma non è detto che non abbia tre sveglie sincronizzate ricondotte all’ora di Greenwich anche con l’ora estiva. Al suo meridiano, che è quello del suo Animus, o Anima, avendo una donna per  corpo dell’Animus, c’è proprio questo punctum, o, se vogliamo, uno stellium  attorno all’asse del Medio Cielo: Sole-Mercurio-Saturno[ii], che, essendo nell’Ebertin a 90°, connesso al Nodo Lunare, che è nel settore del principio della sensorialità, le fossilizza il principio temporale dell’interazione, e lo stato ectomorfo del suo corpo, questa esattezza bionda del dolicocefalo, che ha sempre il paradigma della figa scarna o del conno stretto, per non parlare dell’altro passaggio, che non è al Medio Cielo, ma è di là nella controra profonda, tra Chirone e Urano, il (-φ ) che è Marte, che quasi esplode alla luce del Sole, e che rifiuta vento e pioggia; e, come  il personaggio del Trentaquattro di Centuria di Manganelli, detesta i sogni, anzi, guardatela: Catherine è una che si allena a dimenticare i sogni, e non prende i mezzi pubblici, non perché siano imprevedibilmente inesatti[iii], né perché non ami farsi toccare il pondus insetato almeno nei giorni critici del bioritmo del ciclo fisico o del ciclo emotivo, cosicché l’asse del Medio Cielo che è al 14° grado del suo segno solare risponda al 14° grado di Marte e Urano, che fanno esplodere, al semplice tocco del suo pondus così abbigliato, anche il più timido e pudico dei (-φ) che le passano al Meridiano. Nel suo quotidiano tragitto, da casa al lavoro, dove l’aspetta quell’altro di cui lei avrebbe voluto essere il suo miglior amico, se non altro per via di quel vaso greco, quello dell’amicizia di Patroclo e Achille, Catherine esegue quello che potremmo chiamare  un “esercizio spirituale”: che consiste nella limitazione del mondo a questo itinerario del vaso, è un esercizio sottile, dettato  e coordinato forse dalla pulsione  “h”, quella dell’amore ermafrodito e dell’erotismo bisessuale[iv], è il tragitto dell’umanesimo letterario e delle mutande di seta, anche di quelle che fanno in Francia, tipo Jean Paul Gaultier  ,
Jean Paul Gaultier/La Perla
che in certi giorni è  questo tipo che Catherine mette  per sentire le cose e il (-
φ) come si allerta fino all’innalzamento esplosivo: questo itinerario, tra il punto che sta attorno al Sole e al Medio  Cielo e la linea del suo Animus, che è esattamente stretto tra Giove,Venere e il punctum somatico, e quindi la strettezza indicibile del cerchio dell’Animus[v], fa del suo passo il pendolo esatto del mondo e del (-φ ) del poeta-visionatore. Lei è convinta che il mondo non sia in grado di tener testa  all’esattezza  dell’Animus e del punctum somatico, pertanto, come il personaggio di Manganelli, è giunta a coltivare un’ambizione più temeraria: un giorno, un giorno tra i giorni critici dei suoi cicli fisico ed emotivo, e fors’anche nei giorni critici del ciclo della Risonanza, quello che gira a 33 giorni, eseguirà un gesto non inesatto, ma talmente esatto, che la renderà compatibile, non col mondo, ma con l’oggetto “a” del poeta-visionatore, e allora l’oggetto “a” del poeta  illuminandosi al Meridiano farà esplodere il  suo (-φ), e quel giorno, di vento o di pioggia, sul trono del gaudio questo dolicocefalo biondo e trentenne governerà, con il suo passo di bolina stretta e il pondus insetato di grigio, sull’orbita del godimento del poeta-visionatore.
Julie Gayet astrotheme.fr


IV.
Catherine è un tipo longilineo ectomorfo, dovrebbe pesare meno di 64 chilogrammi, essendo alta cm 174: l’ indice costituzionale, con un pondus pari a 87 cm, sarebbe uguale a 50, l’indice-base della longilinea ectomorfa. L’ indice del pondus non potrebbe essere superiore a 24, compreso nel valore medio-alto, che va da 26 a 21(più decresce, più il valore si innalza)[vi]. Nella costituzione del paradigma con l’alfabeto mnemonico, l’indice costituzionale che  può essere “luxe”(5 e 0) può essere sintagmatizzato con lo schema verbale dato dall’ Indice del Pondus, che, essendo 24, sarebbe “nouer”(=annodare), tanto che Catherine-Julie sarebbe, anche come miglior amico, la figura delegata ad “annodare il lusso”. Non solo per via del vaso greco ma piuttosto per le mutande a cui così abitudinaria non può rinunciare, anche al di fuori dei giorni critici del bioritmo. Tanto che se il 50 è “lisse”(=liscio), la nostra migliore amica verrebbe qui ad “annodare il liscio”. Anche “annodare il giglio” (=nouer lis) avrebbe la sua ragione paradigmatica:il nostro miglior amico è speculare alla papale Giulia Farnese, per via del “giglio” dei Farnese, che, avendo un significato taumaturgico di potenza,energia e trasformazione,renderebbe il nostro oggetto “a” così somatizzato da Catherine-Julie una figura capace di far arrivare al quarto grado di elevazione qualsiasi (-φ). Lo stesso condensato di potenza e di trasformazione è correlabile al “lis noir”(=”giglio nero”). Non va escluso il sintagma nominale “noire(=24) laisse(=50)”: “guinzaglio nero”, che, per come si veste e per i vestiti “Marella” col cinturino in vita con  cui si imbragallerebbe la nostra migliore amica, d’altra parte il suo animus è da guinzaglio nero, un po’ come nero è il vaso ; non va, infine, taciuto il fatto che il suo punto dell’Animus, per quanto possa essere un cerchio o un guinzaglio o semplicemente un’imbracatura tra “Marella” e “La Perla”, è congiunto al punto dell’Anima del poeta, per questo  gli annoda, come fa Giulia Farnese, il “cor mio” al V.S. con cui vorrebbe stare in gaudio et letitia. Nonostante qualche anno dopo la folgorante apparizione in Mon Meilleur Ami abbia coniugato al suo Animus, è in congiunzione con Giove, forse il suo miglior amico, anche per la cosa(=Giove, lo Stato) che amministra. Ma , sul trono del gaudio, è quella trentenne che abitudinaria com’era, concettualmente imbragallata, con il pondus di seta grigia epura di sogni l’oggetto “a” del poeta che continua a vederla come Son Meilleur Ami: d’altronde, anche l’anima del poeta veste sempre di grigio, non legge né libri né giornali, che considera depositi di inesattezze, detesta il tempo e si allena a dimenticare i sogni e conseguentemente a lacerare e a disperdere il mondo, con cui ha una inesattezza sempre puntuale, non solo nei giorni di vento e di pioggia. L’esercizio spirituale di quella figura trentenne chiamata Catherine glielo fa come esercizio singolare quella stessa Julie di allora, la sua migliore amica, così fedele al piacere del (-φ) del poeta.  by V.S.Gaudio
Julie Gayet as Catherine in "Mon Meilleur Ami"


Questo "Marella" che imbragalla Milla Jovovic
imbgragallerebbe allo stesso modo
Catherine/Julie Gayet


[i] Come se fosse stata scritta in Pesaro e “de mia propria manu a di X de giugno 1494” da Giulia Farnese al Papa Alessandro Borgia: “Di V.S. indegna serva e schiava che li piedi ve basa.Julia”. La lettera a tergo recava scritto, come indirizzo: “Al mio unicho signore”.
[ii] Nella nostra grande inchiesta fatta per “Astra”, il mensile del “Corriere della Sera”, nel capitolo riguardante l’istinto gregario o sociale, che induce a cercare la compagnia e le manifestazioni collettive, in breve l’amicizia(significato dell’amicizia, comportamento con gli amici, come viene vissuta l’amicizia,ecc.), all’effetto-simpatia alto del Gemelli solare non corrispondeva un altrettanto alto senso dell’amicizia. Guardando invece alla Luna di Julie Gayet, che, guarda un po’, è quasi identica a quella del poeta-visionatore, al 25° grado dell’Acquario, si capisce l’aderenza stretta di quest’attrice al ruolo datole da Leconte nel film: il senso dell’amicizia dell’Acquario è il più elevato tra i segni dello zodiaco, per questo Catherine è davvero l’amica più amica, ha il dono dell’amicizia, un naturale interesse per le persone e i rapporti umani. In più, stando all’asse dell’Animus, tra Giove in Capricorno e Venere in Cancro, il suo sesno dell’amicizia può davvero farsi notevole. Nella hit del tempo, davamo l’Acquario al primo posto e il Cancro al secondo posto. Cfr: V.S.Gaudio, L’amicizia La simpatia La comicità, in : Idem, Hit Parade dello Zodiaco, Gremese editore, Roma 1991.
[iii] Cfr. Giorgio Manganelli, Trentaquattro, in : Idem, Centuria.Cento piccoli romanzi fiume, Rizzoli Editore, Milano 1979.
[iv] Cfr.Leopold Szondi, Introduction à l’ Analyse du Destin, Editions Nauwelaerts, Louvain 1972.
Lotte Verbeek as Giulia Farnese
in The Borgias (TV Series)

Farnese Giulia
(Cordelia Wege), 
Rodrigo Borgia
(Alexander VI
- Hannes Hellmann).
[v] La correlazione possibile tra la Julia del XV secolo e la quasi omonima del XXI secolo è dovuta proprio al cerchio, o fuso, dell’Animus, in cui il Giove statale contemporaneo è speculare al Giove papale di Giulia Farnese; d’altra parte, è risaputo che è per il suo senso dell’amicizia, e della famiglia, che lei si fece Venere Papale. Ci sembra rilevante il fatto che l’attrice Lotte Verbeek, che interpretò Giulia Farnese in “The Borgias”(Tv Series), presenti, nel suo cosmogramma, Mercurio quasi sullo stesso grado di Julie Gayet, 71°; in più, il Sole è in congiunzione con la Venere di Julie. Veramente Heimlich la congiunzione Lilith/Nettuno, nel Sagittario, nella terza decade, omologa alla congiunzione Lilith/Nettuno, sempre nel Sagittario, ma nella prima decade, di Julie Gayet.
[vi] Cfr. V.S.Gaudio, Materiali e Indici Morfologici per una Somatologia dell’immagineAppendice in: Idem, Oggetti d’amore, Bootleg Scipioni, Viterbo 1998.