come bevo la vostra vita in disparte
amici folli un tempo si scioglie fra
le
mani con cui giochiamo
amici per cui ogni notte rubata alla
notte è resurrezione
amici bevono sangue chiamato vino che
amano disperatamente
tutti senza amare un nome
gelosie con vomito
con terrore di dormire soli
con coboldi sconosciuti
amen nei sogni
profetici di una mente ormai
troppo vasta
compagni che avete percorso prima
tutti gli spazi dalle più alte
impalcature
alle misteriose(?) vie polmonari che da marghera
vi portarono in un prato
non vergogna della nostra notte
il tempo non è nostro
del nostro corpo
come una bomba ad orologeria
▌
nera assente fumo soffoca note
stridule
una scarpa sì
una no zoppa
nel telescopio di dio
qui dentro tre più sette come vergine
con qualcosa da pagare
denutrito nella nascita
amo lo spazio mentale che si rilassa
ricordando numeri telefonici
e indirizzi sotto i portici non
amo protagonisti
no lilla laila come cucciolo non
scontri inutili
senza fiato
pesante la testa ascolta un po’ di
freddo
il deodorante rimbalza sulle
montagne
▌
ho riconosciuto in un machete
affiorante
il tuo corpo-altro da me
ma simile nell’odore di violenza
che ci accomuna
▌
abbiamo in comune
la meraviglia di un morso
granturco bruciato
e occhi-stelle
quando sanguiniamo
sulle bombe che ci fiutano
▌
non posso dimenticare che non ho ali che
non ho mare
né strade né mondo per tessere una
vita che non possiedo
eppure ogni volta sono-sei qui come se
il tuo fulmine veloce
mi
riconducesse al grembo di mia madre
come se un treno lontano ripercorresse
la mia infanzia
vagoni riservati a embrioni di libertà
celle frigorifere per tori zampillanti
olé e si
le mie orecchie le mie banderillas le
mie mani
che muoiono nell’allegria e la
miaètuanostra
e solo in risi ubriachi penso che io
non sono te
→
da : Simonetta Molinari,
hurta, editrice l’aquilone,
collana “simboli oltre” a cura di Alberto Cappi, Mantova 1975
♦Thanatos, lo “straniero”, attraverso la scrittura
prende coscienza, nella rabbia degli dei decide sulla propria memoria (ricordo), colloca le pulsioni di eros
nello specchio/agguato di urti nucleari (hurta),
riabilita la sua forza sogno (la
poesia), domanda di esplodere, di uccidere l’occidentale universo del ma.
Alberto Cappi(dall’Introduzione a hurta)