L’iconicità
flemmatica, quando è così innamorata, è come se fosse una sorta di eggplant[i]
che è sostanzialmente una sorta di impianto
dell’incitare, la pianta dell’uovo, si può anche dire, perché dentro c’è
il peso di una normolinea quasi
mesomorfa, che, a seconda di quel che indossa, non si riesce a capire se il suo
indice costituzionale sia più teso verso il 53 o più allargato e pesante verso
il 56[ii]; l’indice del pondus, mettetela come vorrete quella figura, o come la fa
mettere Kenton Nelson, è sempre nell’iconicità e nella pesantezza lieve della
melanzana, a questo punto, per l’occhio del visionatore, è una questione
linguistica: la figura di Kenton Nelson, nella certezza che sia lì, ad
aspettare il visionatore o il poeta se vogliamo, forse ad accoglierlo con
letizia, ecco lui volta l’angolo e sussurra: “Aubergine”[iii]
e lei bruscamente sta per voltarsi, con tutta quella sua lentezza che le
allunga la tenerezza del valore “alto” del suo indice del pondus corrispondente
al 20[iv],
o quasi “medio-alto” che farebbe 21,
per via del naso[v],
o di un nodo che, se il visionatore
cerca, da qualche parte si esprime come una sorta di punctum del cosiddetto bagliore
didonico, o ainico, se proprio
vogliamo che abbia la tenera iconicità dell’oggetto “a” del poeta privo di
fantasia.Riprende a
camminare, ogni tanto si ferma, per farsi ancora più iconica e ancora di più o
meno tenera, ora con indifferenza studiata, quasi villana, insolente,
addirittura è sul punto di ingiuriare il visionatore, anzi vorrebbe
percuoterlo, aggredirlo, morderlo; vorrebbe catturarlo e seviziarlo, quel suo
maledetto nemico.
Poiché non accade nulla, fingendosi assalita da qualcosa di viscido e feroce, urla, grida, scantona, attraversa la strada, affinché possa sembrare una preda, la melanzana che è dentro la figura dell’oggetto “a” del poeta, la pelle e il colore della sua pulsione fallico-uretrale, vuole fargli credere di essere una preda agevole, con tutto l’agio e la pesantezza tenera e tesa di Aubergine, oggetto eggplant, che istiga un inseguimento implacabile, la melanzana come daino, o come melanzana ripiena, per lasciare una traccia, per la libido del poeta-visionatore; il silenzio è intatto, si sdraia, si mette a sedere, si alza ancor più lenta e immobile di prima, e prima ancora che ci si rimetta a inseguirla, come se lei stesse andando incontro a quello che nello stesso istante in cui si sta sdraiando la sta inseguendo. E’ sul punto di mandar odore di selvatico, di carne madida e roscida da predare, odore di pelo. Non accade nulla, o se è accaduto, lei stava guardando in alto, lui camminava sulle aiuole, lei adesso sta raccogliendo fiori, nulla è mai accaduto. Si ricompone, si lava, si risiede, getta via i fiori. Proverà domani con altre melanzane ripiene, forse tra qualche giorno, con un’altra luna, che sostiene la pregnanza dell’uovo e l’iconicità dell’impianto della melanzana.
Poiché non accade nulla, fingendosi assalita da qualcosa di viscido e feroce, urla, grida, scantona, attraversa la strada, affinché possa sembrare una preda, la melanzana che è dentro la figura dell’oggetto “a” del poeta, la pelle e il colore della sua pulsione fallico-uretrale, vuole fargli credere di essere una preda agevole, con tutto l’agio e la pesantezza tenera e tesa di Aubergine, oggetto eggplant, che istiga un inseguimento implacabile, la melanzana come daino, o come melanzana ripiena, per lasciare una traccia, per la libido del poeta-visionatore; il silenzio è intatto, si sdraia, si mette a sedere, si alza ancor più lenta e immobile di prima, e prima ancora che ci si rimetta a inseguirla, come se lei stesse andando incontro a quello che nello stesso istante in cui si sta sdraiando la sta inseguendo. E’ sul punto di mandar odore di selvatico, di carne madida e roscida da predare, odore di pelo. Non accade nulla, o se è accaduto, lei stava guardando in alto, lui camminava sulle aiuole, lei adesso sta raccogliendo fiori, nulla è mai accaduto. Si ricompone, si lava, si risiede, getta via i fiori. Proverà domani con altre melanzane ripiene, forse tra qualche giorno, con un’altra luna, che sostiene la pregnanza dell’uovo e l’iconicità dell’impianto della melanzana.
by V.S. Gaudio!I
nuovi oggetti d’amore © 2016
[iii]
Melanzana.
[iv]
Cfr. V.S.Gaudio, Come calcolare l’Indice
del Pondus, in: Idem, Oggetti d’amore. Somatologia dell’immagine e del sex-appeal,
Bootleg Scipioni, Viterbo 1998: pag.77. L’indice
del pondus, nel sistema di V.S.Gaudio, più decresce più ha valore alto, per cui, nella forchetta del
valore alto, si va da 12 a 20: il valore alto 20 è meno alto di 19 e questo di
18…; nella forchetta del valore medio-alto,
si va da 21 a 26, e naturalmente l’indice 21 è il più “medio-alto”, nel senso
che è maggiore di 22, 23,26.
[v]
Correlando l’indice del pondus pari a
20 con l’alfabeto mnemonico, avremmo per la cifra 20 l’archetipo-sostantivo “naso”, e per la cifra 21
l’archetipo-sostantivo sarebbe o potrebbe essere “nodo”, difatti “n” equivale a 2 e “d” a 1, come “s” equivale a 0.