Il rosso del “Colors for
Large Wall” di Ellsworth Kelly.
Uscendo da un
negozio nel quale si era recato per
acquistare un etto di mortadella, un poeta di mezza età, serio e tranquillo, si
accorse che una ragazza indossava un vestito rosso, si disse in francese: la
veste est rouge, non gli avevano rubato niente e la ragazza stava molto bene con quel vestito rosso sul
proprio corpo.
E’ rosso, disse il
poeta, come il mio berretto, che metto d’inverno, ma ancora l’inverno non è venuto.
E disse alla ragazza: il tuo vestito è rosso come il mio berretto, ta veste est
rouge comme mon bonnet. Il poeta era di natura calma, anche quando si accorgeva
che la città era scomparsa, o il sole, e c’erano solo alcuni colori del Large
Wall di Ellsworth Kelly, la parete sarà da ridipingere tutta, ma il guaio, la
fatica grossa, sarà farà i quadrati dei colori, nessun rumore veniva da quell’altra
parte dell’universo più umida dell’altra per via del mare, o degli oceani, a
volerla allargare la questione, non che fossero fatti suoi, e nemmeno per via
del fatto dei contatori dell’Enel tenuti tutti affissi sulla parete esterna del
palazzo, alcuni erano più furbi, li mettevano dentro, tra le scale e l’ascensore,
e tutti accessibili, così ognuno dei 18 titolari degli appartamenti poteva ora
abbassare la leva ora tirarla su, come se fosse la levata e il tramonto della
luna, che è per questo, che quando tutti i contatori sono in funzione che la
luna si fa superluna e la Repubblica lo scrive nel suo articolo scientifico
sulla destra della home page, sopra l’ennesima cazzata che ha detto una che ,
appunto, per via di quei contatori, le paghiamo l’apparizione nella stanza
televisiva debitamente illuminata, mai nessuno che tiri giù la leva, e
buonanotte ai suonatori, e anche alle cantanti! In realtà, entrando nel
negozio, la ragazza col vestito rosso aveva chiesto al poeta se avesse da
accendere, e il poeta le aveva risposto che con quel vestito rosso che aveva
che cosa doveva accendere ancora? Tanto che la ragazza si mise a ridere un po’
come rideva quando aveva la stessa età la moglie del poeta, che non era entrata
nel negozio con lui né gli aveva spostato i quadrati dei colori del Large Wall
di Elsworth Kelly.
Il poeta, che era
sempre così calmo, si voltò, e come prevedeva, la ragazza che un attimo prima era lì vicino alla porta
del negozio con quel vestito rosso come il suo berretto, s’era fatta accendere
la sigaretta da un altro passante, che aveva una scatola di fiammiferi “Rosselli”,
che sono molto diffusi nel territorio
italiano per via delle tabaccherie che ci stanno lungo la penisola, non sa il
poeta se i fiammiferai dipendano, per la loro licenza, dalla regione, e allora
che cazzo sarà mai, c’è l’articolo 118 della Costituzione, che cazzo vuole quella con la sua riforma, non disse cazzo, il poeta
è serio e educato e non dice mai la parola cazzo in presenza di una signora, e
nemmeno di una ragazza col vestito rosso, che, a sentir la parola cazzo, che
cazzo penserebbe? Forse risponderebbe cazzo a cazzo? Una che ha la veste rouge comme mon bonnet, si disse il
poeta, sarà ben capace di rispondere rouge vs rouge o braquemart vs braquemart,
se non la queue de ta mère.
Dunque, non era
improbabile che non fossero ancora portati a dirsi qualcosa sul colore rosso, e
allora, il poeta, una volta fuori dal negozio, e visto che la ragazza lo aveva
aspettato provava quello stato d’animo che spingeva molti signori, nel secolo
scorso, a scrivere lettere a Oreste del Buono, e anche il poeta ricordò che
anche lui, a un certo punto, aveva avuto quella strana voglia, quando OdB
rispondeva dalle pagine de “La Stampa”, tanto che, essendo il poeta il titolare
di una rubrica per il quotidiano della città della ruota e dell’agenzia delle
entrate che riscuoteva l’obolo dell’apparecchio televisivo, provò a fargli un
fax, ma all’improvviso se ne andò la corrente, la carta s’inceppò e poi
mandarono i tecnici dall’Olivetti, che si incazzarono di brutto con quel
coglione che aveva fatto inceppare la carta e lo mandarono a cacare, che cazzo
di fax devi fare, le lettere, vai a vedere, sei sicuro che qualcuno,a meno che
non sia un coglione, le scriva
veramente? L’indomani, poi, ci fu lo sciopero della FNSI e uno di quei tecnici
telefonò al poeta hai visto coglione, ma tu la paghi la quota FNSI, o nemmeno
quello, sei proprio fuori?
Il poeta, se ci
fossero stati i giornali, quel mattino che era andato a comprare la mortadella,
avrebbe potuto far vedere alla ragazza col vestito rosso il suo test dei
colori, e dirle: vedi come ai Colors for Large Wall di Ellsworth Kelly, che è stato
fatto nel mio anno, possa essere correlato questo mio test, Un Rosso Miao, che
ha il colore del tuo vestito? Allo stesso modo, gli rispose la ragazza, per via
del rosso, che ce ne facciamo degli altri colori, la parete è larga quanto la
terra intera, e la luna anche, che, ne sono sicura, ce l’ho in Ariete, per via
del rosso, che quando lo metto sono tutta fuoco, e per questo infiammo coglioni
e poeti, testicoli e testologi, cerinisti e
fiammiferai, per esempio se la prossima volta metto i miei jeans più
skinny, e mettiamo che allora i giornali ci sono, tu mi tiri fuori il colore
blu dal quadro di Ellsworth Kelly e mi dici che ehilà, hai il podice blu come
la mia coppola e mi fai vedere il test BLUE JEANS, con a fianco l’articolo di
Antonella Amapane sugli ultimi prodotti della Nordstrom?
"Hé! Ta veste est rouge comme mon bonnet",
il poeta, uscendo da un negozio in cui si era recato a comprare un etto di mortadella, alla ragazza che stava proprio bene con quel vestito rosso.