La Stimmung con Giorgio Bárberi Squarotti ░ La radice del vento, le voci e le magliette lievi in via Po e piazza Castello



 ! Giorgio Bárberi SquarottiRitratto di intellettuale, I Testi, Lacaita editore 1980: su questo testo fu fatta la Stimmung di V.S.Gaudio con Emily Dickinson
e Giorgio Bárberi Squarotti
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V.S.Gaudio
LA RAGAZZA BRUNA CHE A DUBROVNIK
La Stimmung con Emily Dickinson e Giorgio Bárberi Squarotti
 
PER IL 75° COMPLEANNO DI  GIORGIO BáRBERI SQUAROTTI
14 SETTEMBRE 2004:
 figure, episodi, visioni, incontri, immagini, fantasmi, città,
fiumi, piazze, stagioni, venti, ore provengono dalla biografia e dalla memoria di cui al Ritratto di intellettuale, Lacaita 1980.
La luce, the Impregnable Light or a certain Slant of light,
è quella della Dickinson; alla fine del tramonto, la stenta luce del crepuscolo o la luce più chiara, quella dell’alba di luglio, è  the Impregnable Light of human Soul di Bárberi.
da: "LUNARIONUOVO" nuova serie n.15, Catania aprile 2006
 


V.S.Gaudio, addolorato e affranto,  ricorda Giorgio Barberi Squarotti con le poesie VII, VIII e X, tratte dalla Stimmung del 2004, fatta per il suo 75° compleanno, che apparve sul n.15, della nuova serie, di “Lunarionuovo”, la rassegna di letteratura diretta da Mario Grasso



VII

La radice del vento è nell’acqua
non è nel cenno che la ragazza bruna, quasi nuda,
ti fece, sparendo per le scale,
in quella sera di nebbia e solitudine
percorrendo la via dell’Averno,
verso la riviera brulla dell’Acheronte
nella piazza, dopo il comizio,
i tamburi assordanti, i cavalli, poi
il domatore di serpenti con la mela
sulla picca e gli acrobati volanti fra la luna e
il sole che sorridono
nel cielo azzurro del tendone,
una carezza, un grido
sotto il vento sacro che sparge
acqua e freddo per la fuga della ragazza bionda
che più chiara della luce
di quell’alba di luglio
non avrebbe una voce così scura
It would not sound so deep


VIII

un tardo pomeriggio già d’estate, e nella pallida luce
della piazza verde
non c’è vento tenue né si fa più chiaro e molle
se è la natura ad assegnare il sole
Nature assigns the Sun-
lanciando frecce e grida contro la fine del tramonto
e il rifugio opportuno della notte, e tutti come
impallidivano, ragazze erba alberi anche le case intorno e



le voci e le magliette lievi
palazzi di trifoglio
fatti apposta per l’ape
che azzurri appartamenti
per le farfalle e te
al centro della piazza
quali eteree dimore
s’innalzano e scompaiono
senza brusio che insista
e neppure ombre che alzino il pugno
né minaccia d’assalto
né lamenti né bandiere e neppure i discorsi alla folla di
fumo e aria e nulla o le canzoni d’
amore
chi sa se d’amore o di folle indifferenza,
prima di ogni viaggio agli Inferi o nel cuore
del Labirinto la contemplazione delle pallide puttane
che lievemente danzano sulla sabbia
un poco nude o un po’ allacciate negli angoli d’ombra
come se fosse una sera d’inverno al bar di via Caboto
contro una porta una ragazza molto giovane di Dubrovnik
che ha il punctum di quella luce del tramonto
fatta corpo che hanno le ragazze dalmate con i capezzoli scuri
o quella curva del vento sottile
appena il sole è al sesto grado sotto l’orizzonte
nello spazio pieno di grida e di furore
fermo nel silenzio un po’ prima del gemito,
ed è di questo tenero angolo ottuso
che avreste parlato col demonio nei bar di Lisboa

X

Love is done when Love’s begun
sotto il membro del satiro che
mentre passano greggi e pastori suonano
la zampogna o danzano e demoni e vergini
si imbarcano pour Cythère e altrove,
nell’aria dolce per le piazze di quest’arida città
in cui non c’è dubbio un giorno troveremo
perfino il cubo dell’arcobaleno
che, come nella “Primavera” di Millet, ondeggia
per l’acqua o perché vi giunge il sussurro del mare,
très doucement in quell’aria dolce
senza armatura celeste, audace e priva di nome,
incula lungo il fiume di fumi e molli salici
sulle nuvole sulle barche in stanze bene arredate,
in sale di teatri, di palazzi ducali, di associazioni
di cultura, e anche per i prati d’aprile, sui marciapiedi,
sotto i portici in via Po e in piazza Castello,
quelle giovani languenti di Venezia, o di Marina di
Carrara, di San Benedetto, di Viareggio, di Praga, o di
Foggia, Dubrovnik, Ravenna, Verona, Cesenatico, Brindisi,
Pesaro, Torino