MOZART AL LIPOGRAMMA
....non volete crederci? Allora
scommettiamo.
Scommettiamo che sono riuscito a scrivere
l’inizio del Don Giovanni di Mozart facendo della I scena del testo di Da
Ponte, il librettista, lipogrammi in A, E, I , O e U e, in più, con una
sorpresa finale...che cos’è il lipogramma? Il lipogramma consiste nell’omicidio
di una determinata lettera - soprattutto una vocale che compare una o più
volte in quasi tutte le parole costringendo ad acrobazie verbali per eliminare
a turno una di esse - sostituendola con un’altra, oppure, quando
ciò non è possibile, con un giro di frase che, pur rispettando il concetto (e
la metrica se la composizione da trasformare è in versi), evitino di incorrere
nell’uso della lettera bandita in partenza.
E’ come se lo scrittore di quel testo
messo sotto tiro, non avesse disposto di quella lettera mentre scriveva le sue
pagine, o perché ne ignorasse l’esistenza oppure la evitasse per vari motivi :
fobia, distrazione, superstizione o altro.
Nel caso mio, ho complicato il gioco
estendendolo anche alle didascalie adiacenti il brano teatrale.
E allora: Mozart, Don Giovanni, Atto I,
Scena I.
TESTO ORIGINALE O
Leporello - ( entrando dal
lato
destro con lanterna in mano,
s’avanza cauto e circospetto )
Notte e giorno faticar
per chi nulla sa gradir;
piova e vento sopportar;
mangiar male e mal dormir !
Voglio fare il gentiluomo,
e non voglio piú servir.
Oh, che caro gentiluomo !
Vuol star dentro con la bella,
ed io a far la sentinella !...
Voglio fare il gentiluomo,
e non voglio piú servir...
Ma mi par che venga gente...
Non mi voglio far sentir
( Si ritira )
LIPOGRAMMA IN A
Leporello - (
introducendosi per l’ingresso
destro reggendo un lume,
procede prudente e circospetto )
Notte e giorno un cul così
per chi niente se ne fotte;
scrosci e vento subir devo,
inghiottir cibi di sterco e dormire
coi pidocchi!
Vò gentiluomo divenir
e non voglio piú servir.
Oh, che stronzo bellimbusto!
Dentro lui con grosse troie,
ed io fuor vigile sto!...
Vò gentiluomo divenir
e non voglio piú servir...
Ohè, qui sento venir gente...
Voglio no ch’orecchin me
( Esce )
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