lorenzite,
la
repubblica e zoom di Bufalino
22.2.2014. Non
credo agli oroscopi, ma cedendo per un momento a maghi e streghe, dovrei
concludere che la data qui in grassetto doveva essere ben infausta per
l’Italia.
Fu allora, infatti, che s’insediò il Governo guidato dal selfie Renzi.
Il giovanotto fiorentino presentatosi come rottamatore, rottamò solo quelli che
potevano ostacolare la sua ascesa, da Prodi a D’Alema. E, si potrebbe dire,
specie per il secondo nome, tutto bene.
Chiamato da Berlusconi “il
mio figlio buono”, del Cavaliere ha ereditato larga parte dei suoi
progetti e in toto il modo d’essere dalla A di Arroganza alla Z di Zoticheria.
Ceffoni ai magistrati, attacchi alla stampa d’opposizione, piani restrittivi
alle intercettazioni, occupazione militare di posti chiave con propri fidati,
difesa sfrontata del conflitto d’interesse, prorogati favori alla sanità
privata, presidi sceriffi, colpi di mano sulla Rai…
Non credo che, adesso (ma un tempo sì), ci sia un accordo sottobanco con
Berlusconi, ma appare oggi evidente un’interpretazione e una capillare
applicazione del berlusconismo.
Con una tinteggiatura di decisionismo
craxiano che non guasta.
Berlusconi almeno era un nemico dichiarato, questo gigliato presidente è invece
mascherato.
2016. Elogi
di tutti – Grillo a parte – al discorso di Capodanno del Presidente Mattarella.
Particolarmente apprezzato il luogo scelto per farlo: il suo appartamento.
A leggere e ad ascoltare i commenti, a questa location sono stati attribuiti
valori rivoluzionari.
E se avesse parlato da un tavolino di un bar che cosa avrebbero evocato? La
Bastiglia dell’89? Il Palazzo d’Inverno del ’17?
Sia come sia, il discorso ha onestamente elencato i guai di cui soffriamo,
elenco lungo e doloroso. Una cosa, però, è clamorosamente mancata. Il
Presidente non ha citato i 678 morti per infortuni sul lavoro (una cifra
scandalosa che non appartiene a nessun paese occidentale) che si sono avuti nel
2015. Erano 661 nel 2014 e 387 nel 2008.
Beate
opere renziane, 1.
- Nel cambio di guardia a
“Repubblica” spunta lo zampino del Presidente del Consiglio.
Nel giornale vivevano due anime, una a favore di Renzi, una contro.
Mauro sapeva amministrare il contrasto, ma al giovanotto gigliato non bastava.
Dopo un iniziale scatto d’orgoglio, anche il fondatore Scalfari ha chinato il
canuto capino.
- “Il fatto non è più previsto come reato”. Così, grazie all’innalzamento
delle soglie di punibilità, sono usciti indenni dai processi imprenditori e
manager (l’ex patron di Emmelunga, l’ex Ad di Sisal, l’ex consigliere delegato
di Ilva…).
Assolti grazie a una serie di provvedimenti del governo Renzi che depenalizzano
l’abuso del diritto.
- L’Agenzia delle Entrate non potrà più contare sul raddoppio dei termini
per l’accertamento fiscale sui redditi nemmeno nei casi in cui il contribuente
è stato denunciato per un reato.
Dovrà insomma sbrigarsi a terminare le verifiche entro 4 anni dalla
presentazione della dichiarazione dei redditi falsata (cinque per i casi di
dichiarazione omessa o nulla).
E se non ce la fa? Pazienza. L’evasore la fa franca..
- Criticate le nuove disposizioni in materia di fisco, prese da Renzi,
dall’Economist e da Financial Times. Giornali, come si sa,
anarchico-insurrezionalisti.
- Un evasore fiscale che non vota per Renzi, è un ingrato.
Nessun correttivo apportato alla Legge Fornero, perciò nel 2016 stangata in
arrivo specialmente per le donne che dovranno inseguire la pensione per
ulteriori 22 mesi.
Un’elettrice che vota per Renzi ricorda chi s’affida per una trasfusione a
Dracula.
Beate
opere renziane, 2.
- Particolare attenzione di Renzi alla Rai.
La nuova figura dell’amministratore delegato è assunta dall’attuale direttore
generale Campo Dall’Orto, renzianissimo e leopoldino ante marcia.
Sarà lui a nominare i dirigenti e dovrà tener conto del parere del CdA
(vincolante sui direttori di testata solo se espresso a maggioranza dei due
terzi) esclusivamente per le scelte editoriali; inoltre l’Ad dal nome
ortofrutticolo potrà assumere, promuovere e decidere la collocazione dei
giornalisti all’interno dell’azienda. Non solo: godrà di massima autonomia
nella gestione economica e potrà stipulare, in deroga al codice degli appalti,
direttamente contratti fino a 10 milioni di euro.
“Una riforma che toglie potere al Comitato di vigilanza e al CdA a vantaggio di
un amministratore delegato che dipende in massima parte dal governo e dal suo
capo” (copyright Nicola
Tranfaglia).
Se tutto questo l’avesse fatto Berlusconi? Gli intellettuali del
girotondo sono passati al trenino?
- Combattuta l’evasione del canone Rai con l’abbonamento sulla bolletta
della luce.
Si pagavano 113 euro, ora scandalosamente 100. Scandalosamente, perché, abbattuta
l’evasione, l’azienda pubblica incasserà 420 milioni di euro (squilibrando il
mercato radiotelevisivo) e, quindi, l’abbonamento sarebbe stato giusto se non superiore a 60 euro.
In pratica abbiamo un aumento mascherato del canone.
Ancora una cosa: ora, con tanti soldi in cassa, che cosa prospetterà la Rai ai
dipendenti in occasione del prossimo Contratto Collettivo di Lavoro (dirigenti
e giornalisti hanno un lussuoso trattamento a parte)? E gli Uffici Scritture
che cosa diranno ai collaboratori (ad eccezione delle star sempre pagate
benissimo) quando proporranno loro, come oggi, cachet indecorosamente bassi?
Lorenzin. Ministro della Salute con diploma di
licenza liceale, ha, come ricorda Wikipedia, “posizioni
conservatrici in tema di legalizzazione delle droghe leggere, diritti lgbt e
riconoscimento delle coppie di fatto in linea con quelle già espresse dal suo
collega Carlo Giovanardi”.
Ex Forza Italia, poi esponente di spicco del Nuovo Centro Destra, la troviamo ad amministrare la
salute di noi tutti sia con
Letta sia con Renzi. Si sa, non si può fare a meno di lei.
Scoppiato lo scandalo delle morti per parto (5 in 7 giorni), prima ancora che
siano stati eseguiti esami autoptici ha detto "Non risultano
responsabilità dirette dell’ospedale”.
Poi vantando primati ha aggiunto “Pur avendo noi una bassa casistica di donne
morte durante il parto, dobbiamo abbassarla il più possibile”. Ma no! Forse
qualcuno pensava il contrario.
Infine un tocco di rassegnazione cristiana: “E poi purtroppo, ahimè sembra assurdo
pensarlo, si può ancora morire di parto". Insomma, alla prossima non
lamentatevi.
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.