Massimo Sannelli │Gli attori non ce la fanno e il Silvio Originale.


26 giugno 2018
L'arte è rendersi credibili, rimanendo perfettamente sconosciuti. Frase detta nella realtà, prima che nella camerata informale. Nasce dalla lettera ad un detenuto: vedi 4 giugno. Non un detenuto innocente - esistono - ma colpevole. Non un colpevole all'acqua di rose, ma un corruttore di minorenni, e in più prete. Il suo testo era buono, allora provai a dirgli perché era un buon testo. E gli dissi che si era reso credibile, come un Amleto sul palco, e mi era rimasto sconosciuto. In questi giorni penso spesso a Sanguineti. Cioè ad E.S. E quindi all'Es di Freud. Da Es ad ES EMPIO è un passo. Quello che penso è coinvolto e irregolare. Sono connessione sconvolte. Penso all'osceno e al regolare, al comunismo e all'irrazionale che si mescolano; a Jung e Gramsci nella stessa testa testarda, ma perché? Per giustificarsi? Per giustificarsi, credo. E nel Caimano di Moretti, visto dopo anni - e "Micromega" fece uscire un fascicolo che si intitolava La primavera e anche FORZA NANNI. Invece? Invece non è un film politico. Ci sono due cose da dire. 
La prima: il punto del film non è Berlusconi
Il punto è che tre attori lo interpretano e solo uno gli assomiglia veramente, ma non è il migliore dei tre. 
Il più improbabile è un Michele Placido che ostenta l'accento pugliese e bestemmia un po' il nome di Gian Maria Volonté, come una caricatura. 
Il più credibile è Nanni Moretti, anche con la barba. 
Nel film ci sono i camei originali. Ecco: se parla il Silvio Originale, i camei sono più cinema del cinema. Quello che disse Silvio Originale il 2 luglio 2003 al Parlamento Europeo è scritto da una regìa superiore a quella di Moretti. Le facce di Fini e di Buttiglione, insieme all'Originale, sono maschere larvali. Sono maschere di larve. E i tre attori non possono imitare lo scempio del 2 luglio 2003. Anche perché non era immaginabile. Uno Shakespeare disperato e lacero-contuso ha scritto questa scena; un automa in stile Carmelo Bene l'ha interpretata; due macchine attoriali, mute, l'hanno decorata. 
Come si imita questo scempio dell'arte, che è l'Arte? Non si imita. 
La seconda cosa è questa: alla fine, Moretti immaginava che l'inimitabilità del vero Mostro creava mostri minori; che il film della povera Teresa non si sarebbe mai fatto; e che Bonomo era perduto. Che senza Silvio Originale i Nostri Eroi della Fauna d'Arte diventavano - come dire? - non inutili, ma superati. Voi capite: imitano Berlusconi, più o meno bene. Ma Berlusconi sarebbe stato sempre più originale, e in ogni momento sarebbe stato più imprevedibile di qualsiasi attore. In fondo il Caimano finisce come Salò: con l'esaltazione del Peggio, e con la richiesta - realizzata - del collaborazionismo. La lingua scritta della realtà era più sonante nel cameo del 2 luglio che nelle fasi attoriali. Non c'è regista che tenga. Gli attori non ce la fanno. Gli attori fanno Silvio, e Silvio ridiventa un personaggio attenuato. Sì, ma il Silvio Originale non è un tipo attenuato. E soprattutto non ha attenuanti di nessun tipo. Di qui la sua irriproducibilità, anche quando c'è Servillo ad imitarlo. Non si può imitare uno che oggi insulta Schulz e domani pianterà alberi in Sardegna. Che è massone ma "avrebbe fatto dire una messa per tutti i caduti, nella cappella privata della sua villa ad Arcore" - Enrico Deaglio, Besame mucho. Diario di un anno abbastanza crudele, 1995. Insomma: o il documentario o niente. Meglio il documentario che niente. Aiuto, aiuto. Il piatto è vuoto. Tout se tient. Il dado è tratto. Se mi capiterà ancora di insegnare, ripartirò da qui.
.! Massimo Sannelli.Il Diario