Silvia Comoglio ▒ Il nome-corpo Aurélia Steiner.

Aurélia Steiner. Chi è o cos’è Aurélia Steiner? Per la voracità con cui ammalia e cattura è difficile dirlo in assoluto. E’ miscuglio ed emblema, sommità/guglia di un centro che è nome-corpo, nome-corpo che radicandosi si fa sfuggente, una calamita, direi, che si sovrappone e identifica con quei cerchi concentrici che nell’acqua si espandono. Con una differenza. Che i cerchi ad un certo punto smettono di esistere, con Aurélia invece non è così. Il suo essere anche calamita li richiama e tiene insieme, li fa esistere per un tempo indefinito o infinito. E così i cerchi si espandono e ritornano attraversando latitudini e incrociando nomi da ripetere e urlare nella loro essenza e nell’incontro di suoni e linguaggi. E’ inevitabile, per questo movimento calamita/cerchio, l’espansione in vocali e consonanti di altre realtà linguistiche, inevitabile è la fusione del nome nel nome perché questo è l’unico modo per dire e vivere, per far impennare l’essere e il vero.  Quanto uno stretto potrà essere percorso e quanto si potrà scavare in una profondità? Imprevedibile.
Ma è in questo imprevedibile, nell’impennata e nella spirale di essere e vero, che qualcosa si innesca, che la Torre di Babele si costruisce, su su verso il cielo. Aurélia Steiner è la Torre di Babele che non si schianta ma che arriva ad erigersi proprio perché è nell’esistenza della pluralità di nomi/linguaggi, nei loro suoni e richiami, che ci si bilancia e ci si tiene. Che si è.

V.S. Gaudio
Aurélia Steiner.La langue toquade
I libri di Uh MagazineUH-BOOK 2018
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