Aurélia Steiner. Chi è
o cos’è Aurélia Steiner? Per la voracità con cui ammalia e cattura è difficile
dirlo in assoluto. E’ miscuglio ed emblema, sommità/guglia di un centro che è
nome-corpo, nome-corpo che radicandosi si fa sfuggente, una calamita, direi,
che si sovrappone e identifica con quei cerchi concentrici che nell’acqua si
espandono. Con una differenza. Che i cerchi ad un certo punto smettono di
esistere, con Aurélia invece non è così. Il suo essere anche calamita li
richiama e tiene insieme, li fa esistere per un tempo indefinito o infinito. E
così i cerchi si espandono e ritornano attraversando latitudini e incrociando
nomi da ripetere e urlare nella loro essenza e nell’incontro di suoni e
linguaggi. E’ inevitabile, per questo movimento calamita/cerchio, l’espansione
in vocali e consonanti di altre realtà linguistiche, inevitabile è la fusione
del nome nel nome perché questo è l’unico modo per dire e vivere, per far
impennare l’essere e il vero. Quanto uno stretto potrà essere percorso e
quanto si potrà scavare in una profondità? Imprevedibile.
Ma è in questo
imprevedibile, nell’impennata e nella spirale di essere e vero, che qualcosa si
innesca, che la Torre di Babele si costruisce, su su verso il cielo. Aurélia
Steiner è la Torre di Babele che non si schianta ma che arriva ad erigersi
proprio perché è nell’esistenza della pluralità di nomi/linguaggi, nei loro
suoni e richiami, che ci si bilancia e ci si tiene. Che si è.
…
V.S.
Gaudio
Aurélia Steiner.La langue toquade
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