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Invocazioni e kermesse del Gaudio. La preda di guerra dei Croati
Ormai, quando una
schiera nazionale nella sua spedizione guerresca ha distrutto la squadra
nemica, e tutti giacciono per terra, o sono stati portati via dal campo di
battaglia e dalla barella inveiscono non solo contro il quarto uomo ma anche
contro i guardanti del Sacro Var, anche ieri sera tardi, quando Mandzukic riuscì
finalmente un po’ prima che si finisse di nuovo ai rigori per esaltare il loro
numero 23, che, forse, il popolo asservito alla televisione, in preda alla
litania dei due parlatori infiniti della cosiddetta cronaca così doviziosamente
pagata dall’azienda che li impiega e che al popolo asservito e osservante
prodigalmente regala senza che questi paghi l’obolo sia direttamente che con le
ritenute d’acconto, o altri balzelli equi per l’Italia e per le sacre minoranze
tutte e il Vaticano e le Confraternite
allegate e annesse e le Commende Gerosolimitane, dicevamo: il loro numero 23
che forse questo popolo guardante lo
trasmuta nella famosa figura del 5, essendo 2+3=5, il deretano, che in Croazia,
dove, è inutile negarlo, in buona parte del territorio e delle isole di quella
Nazione, battono cuori italiani e, vai a vedere, adesso ci sarà qualcuno che
petirà acché anche esponenti di quella schiera affluiscano sul campo di
battaglia per distruggere inglesi, francesi, tedeschi, australiani e, all’occorrenza,
anche maltesi e polacchi, svedesi e danesi, norvegesi, ungheresi e tutta la
schiera di Ronaldo, gli spagnoli fossero anche catalani, e gli olandesi, se Dio
vorrà, per non nominare i cozzofagi belgi e gli yankee, i messicani, i
brasiliani, gli argentini e i cileni, i colombiani di Shakira, che, quando non
c’è a fare la figura 23 Belen in Tv, ce la può fare lei, come però la faceva
prima che si maritasse con quel terzino spagnolo e prima che ci facesse
ammutolire del tutto proferendo “la Filicità”…che, se fosse ancora in vita il
suo compaesano Gabriel Garcia Marquez(che a suo tempo durante l’elevata
iconicità del suo giovane tergo colombiano ne lodò la figura per la gloria
della Nazione e del Patrimonio della Colombia)giacerebbe prostrato per terra,
nel quadrato difensivo dell’Argentina e del tergo di Belen, piangendo per i
crampi terribili al suo infiammato (-phi);
e, Aurélia riprendiamo il filo: allora la schiera ha distrutto l’altra schiera
e si va verso la grande festa. E prima che uomini e donne, che sono invisibili
al mondo ma sono l’ombra dei guerrieri croati in campo, si dispongano in
cerchio attorno al centrocampo, per darsi la mano e muovere lungamente in
cerchio mentre sono invocati i nomi di tutti i calciatori che forniscono gloria
alla bandiera e denaro ai magnati della Televisione, i due cronisti della Televisione,
nazione per nazione, figuriamoci quelli della squadra della propria nazione,
nell’invocare ad alta voce i nomi aggiungono anche i nomi di alcuni oggetti o i
nomi dei bilioni di sesterzi e la provenienza stessa del giocatore che non è
mai totalmente, si intende per entrambi i codici genetici, della nazione di cui
indossa la casacca della bandiera, e aggiungono dove giocherà nel prossimo
campionato per quanti miliardi, e quanto costerà a quella squadra comprarne i
servizi, i muscoli, i piedi e tutta questa gloria della Televisione e anche dei
Social Network, quanti milioni di followers ha nell’account di Twitter, che
cosa ha twittato la sua compagna che gli ha dato sinora tre bambini, postati su
Instagram con la maglia originale della schiera di quella nazione e il numero
del padre, e grazie a Dio non si va dentro i profili Facebook che, per la sua
stessa natura, è più privato e la privacy difende ma viene considerato come se
fosse il luogo delle recensioni di poeti a pagamento e di scrittori, anziché
scriventi, di libri di mille pagine su calciatori e vallette televisive e anche
ormai fashionbloggers del Web. Sentiamo un po’ questa danza che comincia, come
per gli Jivaros, con fischi acuti.
Le invocazioni suonano così:
Le invocazioni suonano così:
La scimmia urlatrice,
hai!
Mandzukic, hai!
Modric, hai!
La rossa, hai!
Perisic, hai!
La scimmia bruna, hai!
La scimmia patagonica, hai!
La scimmia patagonica, hai!
Belen Rodriguez, hai!
Il cinghiale inglese,
hai!
Il pappagallo verde do
Brasil, hai!
Il lunga coda, 200
bilioni di sesterzi, hai!
La grande troia, hai!
La figura del cinque,
66 rigori parati,hai!
Mandzukic, andrà al Real
Madrid per 1000 milioni di sesterzi, hai!
Pallone d’Oro a
Modric, hai!
20 mila milioni di
pubblicità al Mister, hai!
E adesso il portiere
inglese, hai!
La squadra di club lo
ha messo tra le riserve, hai!
La scimmia cappuccina,
hai!
La scimmia bianca,
hai!
Shakira e la coda del canguro, hai!
Kane, non lo vuole
nemmeno il Cosenza in serie B, hai!
Sterling si è
accasciato, hai!
Questa invocazione
dura circa un’ora, per cui continua poi nel programma di intrattenimento che si
tiene nella sede della Tv che ha pagato i diritti 800bilioni di sesterzi e così
ci fa vedere anche Ilary Blasi, e quindi: Niente Pallone d’oro a Totti, hai! Il
bello è che i danzatori si muovono sia verso destra, sia verso sinistra. Ed
emettono fischi. Poi, alla fine, c’è un’altra invocazione che riguarda le donne
e spesso la loro figura del 5, i calciatori della schiera che ha vinto sono
prostrati e riposano, e il popolo asservito alla Televisione invoca, per
omaggiare la bellezza e la fedeltà delle donne che ha permesso ai loro
guerrieri di giocare per vincere, più o meno così:
Belen, hai! Belen,
hai!
Ilary, hai! Hilary,
hai!
Signora Perisic., hai!
Signora Mandzukic.,
hai!
Signora Subasic., hai!
Signora Rebic., hai!
Signora Kane, hai!
Signora Pickford.,
hai!
Signora Strinic, hai!
Signora Sterling, hai!
Signora Sterling,hai!
Signora Handerson a
centrocampo,hai!
Signora Trippier
esterna, hai!
Signora del Portiere
della Coda Sacra, hai!
Possa la Sacra Coda
del canguro
Concedere il gaudio!
Gaudio, hai! Gaudio,
hai!
Oh, mio oggetto “a”,
hai!
Donna, figura del 5,
hai!
Chi più patagonica di
Te, hai!
La libbra del mio (-phi), hai!
Possa essere così, hai!
Possa essere il
Gaudio, hai!
Basta Signora
Southgate, hai!
Basta con il 3-5-2,
non si è in mare, hai!
E lo shummulo, signora
Handerson e Lingard, non viene proprio, hai!
Al centro di queste invocazioni
e di ogni altro atto della festa, o della kermesse del gaudio, se vogliamo, si
trova la Coppa, che è la preda di guerra e dei diritti televisivi e anche del
gas e del petrolio e della Sacra Ruota. Lo spirito del nemico rimane sempre
nelle vicinanze della Coppa, ed è sommamente pericoloso. Si cerca in tutti i
modi di domarlo, e quando si è riusciti a costringerlo a servire, esso torna
assai utile, mentre piange accasciato già si fanno i conti con gli ingaggi in
chissà quante squadre di quel paese nemico vinto; grazie a questo si
moltiplicano i maiali e i polli, i tuberi, la coltivazione delle patate, le
banane, e in generale può essere realizzato ogni desiderio di accrescimento,
anche i pappagalli verdi si moltiplicano. Ma non è facile assoggettarlo del
tutto, da principio quel calciatore seduto per terra e piangente è assetato di vendetta,
e guai ad accarezzargli la nuca o a mandargli la tua donna e frizionargli il
trapezio, non si immagina ciò che potrebbe fare per sfogarsi, può incazzarsi di
brutto, e sai che gli farebbe alla tua alleviatrice dell’angoscia così
costretta nel raggrinzito rombo di Lacan!
Vi sono quindi
numerosissimi riti e prescrizioni da osservare per divenirne padroni. La festa
dura parecchi giorni, per il popolo asservito e allietato con tutte queste
figure del 5 che in qualche modo gli appartengono, ma non per i guerrieri vittoriosi,
dovranno ancora tornare sul campo di battaglia e anche se lo spirito
anglosassone gli appartiene, la schiera croata non partecipa alla muta di
accrescimento, ma da questa grande festa collettiva per lo spirito e il
patagonismo della nazione croata il gaudio si accrescerà nei loro corpi
affinché domenica siano la muta di guerra della doppia M che ottiene la Vittoria e la Coppa.
Senza che ne impippino più di tanto di quanto ne abbia scritto come Strutture
Mistiche e Proairetiche l’antropologo Gilbert Durand.
!Per la preda di
guerra e la danza delle invocazioni degli Jivaros, cfr. Elias Canetti, La preda di guerra degli Jivaros, in:
Ide, Masse und Macht, © 1960,
trad.it. 1981.