Festa della Vittoria ai Mondiali di Russia.


Reportàje Futbòl Mirovòj ! ph. by gazzetta dello sport & Alexander Hassenstein

Invocazioni e kermesse del Gaudio. La preda di guerra dei Croati
Ormai, quando una schiera nazionale nella sua spedizione guerresca ha distrutto la squadra nemica, e tutti giacciono per terra, o sono stati portati via dal campo di battaglia e dalla barella inveiscono non solo contro il quarto uomo ma anche contro i guardanti del Sacro Var, anche ieri sera tardi, quando Mandzukic riuscì finalmente un po’ prima che si finisse di nuovo ai rigori per esaltare il loro numero 23, che, forse, il popolo asservito alla televisione, in preda alla litania dei due parlatori infiniti della cosiddetta cronaca così doviziosamente pagata dall’azienda che li impiega e che al popolo asservito e osservante prodigalmente regala senza che questi paghi l’obolo sia direttamente che con le ritenute d’acconto, o altri balzelli equi per l’Italia e per le sacre minoranze tutte e il Vaticano e le Confraternite allegate e annesse e le Commende Gerosolimitane, dicevamo: il loro numero 23 che forse  questo popolo guardante lo trasmuta nella famosa figura del 5, essendo 2+3=5, il deretano, che in Croazia, dove, è inutile negarlo, in buona parte del territorio e delle isole di quella Nazione, battono cuori italiani e, vai a vedere, adesso ci sarà qualcuno che petirà acché anche esponenti di quella schiera affluiscano sul campo di battaglia per distruggere inglesi, francesi, tedeschi, australiani e, all’occorrenza, anche maltesi e polacchi, svedesi e danesi, norvegesi, ungheresi e tutta la schiera di Ronaldo, gli spagnoli fossero anche catalani, e gli olandesi, se Dio vorrà, per non nominare i cozzofagi belgi e gli yankee, i messicani, i brasiliani, gli argentini e i cileni, i colombiani di Shakira, che, quando non c’è a fare la figura 23 Belen in Tv, ce la può fare lei, come però la faceva prima che si maritasse con quel terzino spagnolo e prima che ci facesse ammutolire del tutto proferendo “la Filicità”…che, se fosse ancora in vita il suo compaesano Gabriel Garcia Marquez(che a suo tempo durante l’elevata iconicità del suo giovane tergo colombiano ne lodò la figura per la gloria della Nazione e del Patrimonio della Colombia)giacerebbe prostrato per terra, nel quadrato difensivo dell’Argentina e del tergo di Belen, piangendo per i crampi terribili al suo infiammato (-phi); e, Aurélia riprendiamo il filo: allora la schiera ha distrutto l’altra schiera e si va verso la grande festa. E prima che uomini e donne, che sono invisibili al mondo ma sono l’ombra dei guerrieri croati in campo, si dispongano in cerchio attorno al centrocampo, per darsi la mano e muovere lungamente in cerchio mentre sono invocati i nomi di tutti i calciatori che forniscono gloria alla bandiera e denaro ai magnati della Televisione, i due cronisti della Televisione, nazione per nazione, figuriamoci quelli della squadra della propria nazione, nell’invocare ad alta voce i nomi aggiungono anche i nomi di alcuni oggetti o i nomi dei bilioni di sesterzi e la provenienza stessa del giocatore che non è mai totalmente, si intende per entrambi i codici genetici, della nazione di cui indossa la casacca della bandiera, e aggiungono dove giocherà nel prossimo campionato per quanti miliardi, e quanto costerà a quella squadra comprarne i servizi, i muscoli, i piedi e tutta questa gloria della Televisione e anche dei Social Network, quanti milioni di followers ha nell’account di Twitter, che cosa ha twittato la sua compagna che gli ha dato sinora tre bambini, postati su Instagram con la maglia originale della schiera di quella nazione e il numero del padre, e grazie a Dio non si va dentro i profili Facebook che, per la sua stessa natura, è più privato e la privacy difende ma viene considerato come se fosse il luogo delle recensioni di poeti a pagamento e di scrittori, anziché scriventi, di libri di mille pagine su calciatori e vallette televisive e anche ormai fashionbloggers del Web. Sentiamo un po’ questa danza che comincia, come per gli Jivaros, con fischi acuti.
Le invocazioni suonano così:



 
Hai, hai, hai!
La scimmia urlatrice, hai!
Mandzukic, hai!
Modric, hai!
La rossa, hai!
Perisic, hai!
La scimmia bruna, hai!
La scimmia patagonica, hai!
Belen Rodriguez, hai!
Il cinghiale inglese, hai!
Il pappagallo verde do Brasil, hai!
Il lunga coda, 200 bilioni di sesterzi, hai!
Il maiale, hai!
La grande troia, hai!
La figura del cinque, 66 rigori parati,hai!
Mandzukic, andrà al Real Madrid per 1000 milioni di sesterzi, hai!
Pallone d’Oro a Modric, hai!
20 mila milioni di pubblicità al Mister, hai!
E adesso il portiere inglese, hai!
La squadra di club lo ha messo tra le riserve, hai!
La scimmia cappuccina, hai!
La scimmia bianca, hai!
Shakira e la coda del canguro, hai!
Kane, non lo vuole nemmeno il Cosenza in serie B, hai!
Sterling si è accasciato, hai!
Questa invocazione dura circa un’ora, per cui continua poi nel programma di intrattenimento che si tiene nella sede della Tv che ha pagato i diritti 800bilioni di sesterzi e così ci fa vedere anche Ilary Blasi, e quindi: Niente Pallone d’oro a Totti, hai! Il bello è che i danzatori si muovono sia verso destra, sia verso sinistra. Ed emettono fischi. Poi, alla fine, c’è un’altra invocazione che riguarda le donne e spesso la loro figura del 5, i calciatori della schiera che ha vinto sono prostrati e riposano, e il popolo asservito alla Televisione invoca, per omaggiare la bellezza e la fedeltà delle donne che ha permesso ai loro guerrieri di giocare per vincere, più o meno così:
Hai, hai, hai!
Belen, hai! Belen, hai!
Ilary, hai! Hilary, hai!
Signora Perisic., hai!
Signora Mandzukic., hai!
Signora Subasic., hai!
Signora Rebic., hai!
Signora Kane, hai!
Signora Pickford., hai!
Signora Strinic, hai!
Signora Sterling, hai!
Signora Dalic, hai!
Signora Sterling,hai!
Signora Handerson a centrocampo,hai!
Signora Trippier esterna, hai!
Signora del Portiere della Coda Sacra, hai!
Possa la Sacra Coda del canguro
Concedere il gaudio!
Gaudio, hai! Gaudio, hai!
Oh, mio oggetto “a”, hai!
Donna, figura del 5, hai!
Chi più patagonica di Te, hai!
La libbra del mio (-phi), hai!
Possa essere così, hai!
Facciamo così, hai!
Possa essere il Gaudio, hai!
Basta Signora Southgate, hai!
Basta con il 3-5-2, non si è in mare, hai!
E lo shummulo, signora Handerson e Lingard, non viene proprio, hai!
Al centro di queste invocazioni e di ogni altro atto della festa, o della kermesse del gaudio, se vogliamo, si trova la Coppa, che è la preda di guerra e dei diritti televisivi e anche del gas e del petrolio e della Sacra Ruota. Lo spirito del nemico rimane sempre nelle vicinanze della Coppa, ed è sommamente pericoloso. Si cerca in tutti i modi di domarlo, e quando si è riusciti a costringerlo a servire, esso torna assai utile, mentre piange accasciato già si fanno i conti con gli ingaggi in chissà quante squadre di quel paese nemico vinto; grazie a questo si moltiplicano i maiali e i polli, i tuberi, la coltivazione delle patate, le banane, e in generale può essere realizzato ogni desiderio di accrescimento, anche i pappagalli verdi si moltiplicano. Ma non è facile assoggettarlo del tutto, da principio quel calciatore seduto per terra e piangente è assetato di vendetta, e guai ad accarezzargli la nuca o a mandargli la tua donna e frizionargli il trapezio, non si immagina ciò che potrebbe fare per sfogarsi, può incazzarsi di brutto, e sai che gli farebbe alla tua alleviatrice dell’angoscia così costretta nel raggrinzito rombo di Lacan!
Vi sono quindi numerosissimi riti e prescrizioni da osservare per divenirne padroni. La festa dura parecchi giorni, per il popolo asservito e allietato con tutte queste figure del 5 che in qualche modo gli appartengono, ma non per i guerrieri vittoriosi, dovranno ancora tornare sul campo di battaglia e anche se lo spirito anglosassone gli appartiene, la schiera croata non partecipa alla muta di accrescimento, ma da questa grande festa collettiva per lo spirito e il patagonismo della nazione croata il gaudio si accrescerà nei loro corpi affinché domenica siano la muta di guerra della doppia M che ottiene la Vittoria e la Coppa. Senza che ne impippino più di tanto di quanto ne abbia scritto come Strutture Mistiche e Proairetiche l’antropologo Gilbert Durand.
!Per la preda di guerra e la danza delle invocazioni degli Jivaros, cfr. Elias Canetti, La preda di guerra degli Jivaros, in: Ide, Masse und Macht, © 1960, trad.it. 1981.