Le due M e il colpo inutile.

Reportàje Futbòl Mirovòj ! ph. by gazzetta dello sport & Alexander Hassenstein

 La muta di guerra delle due
La fila indiana, lo schema in fila indiana, all’Inghilterra questa sera non è servito a niente, anche se è andata in goal quasi per il portiere “moribondo” della Croazia: ai Quarti, facendo il moribondo era poi resuscitato e aveva neutralizzato i rigoristi russi, anche se Smolov era in verità effettivamente moribondo, ma non era lui il canguro che resuscitò quattro volte. E comunque la Croazia ha fatto il canguro che resuscita quattro volte nel secondo tempo: la coda, questa sera, è stata disseppellita per Perisic e Mandzukic, a cui solo alla fine tre palle gli hanno dato e la terza l’ha messa dentro sfaldando il quadrato difensivo inglese. Poi, sempre la coda del canguro disseppellita e strofinata sulle sue gambe, ha fatto lui questa volta un po’ il “moribondo” con i crampi che gli erano venuti per l’eccessivo strofinio della coda del canguro. Una muta di guerra la Croazia anche per  queste due M, Mandzukic e Modric, che con questa doppia struttura, come quel Manizuka, capo dei guerrieri Taulipang, questo dissero: “Evitate ogni colpo inutile! Quando un giocatore inglese cade, lasciatelo giacere e sparate sul portiere, sui piedi, in modo che resti in piedi!”. E così fu questo che si fece nel secondo tempo, mossero all’attacco, divisi forse in tre schiere, e forse anche le loro donne stavano alle loro spalle, e si tenevano al passo con la loro ombra, con le fiasche di maraschino piene. A quel punto, quando ormai la coda del canguro strofinata troppo stava per procurargli i crampi e renderlo moribondo, Mandzukic disse: “Ora cosa dobbiamo fare? Gli Inglesi sono molti. Pensate che dobbiamo ritirarci per tornare più numerosi? Finire di nuovo ai rigori, ma vi sembra che stasera il nostro numero 23, che è la figura del cinque, e quindi del culo, sia nella serata giusta del culo di Croazia?”. Allora Modric disse:”No! Avanti! Quando io te la scaglio la palla fra molti inglesi, lasciali perdere, ignorali, stoppa la palla e scagliala nella rete di quel culo dritto manco fosse la sorella di Dalí!”. Mandzukic rispose: “Avanti, fallo, avanti dammi ‘sto cazzo di pallone nei pressi della porta di quel fottuto portiere e vedrai come gli farò abbassare prima la cresta e poi il culo!”
Gli Inglesi si vede che si sentono sempre al comando con un gruppetto di uomini, anche schiavi ed emigranti, se non colonizzati, su una nave, come scrisse Canetti: tutt’intorno e sotto il comandante il mare, il mare deve essere dominato, e non sempre ci si riesce, tanto che l’inglese è sul mare che va a prendersi le sue catastrofi. Adesso tornano a casa, dopo la finale per il terzo posto, e la loro vita è modellata in modo complementare al mare: regolarità e sicurezza, ognuno ha il proprio posto, anche al pub, e nessuno deve lasciare il proprio posto, nemmeno il gatto, a meno che non si vada di nuovo sul mare e a giocarsela in fila indiana sui calci piazzati e con i lanci alla “Dio, salvi la Regina”, che, come il canguro, sì resuscita quattro volte ma è sempre moribonda e la strofinata della coda fa venire a lei e ai suoi sudditi calciatori l’allergia al cul croato e allo spirito del disco che danza, che forse si attua più con una regina meno moribonda che i canguri invece di farli resuscitare quattro volte li abbatte tutti anche su calcio piazzato e in fila indiana e con un po’ di biondo podice anglosassone.
La Croazia ha dimostrato che la partita non è mai vera partita, se non si punta dapprima su un di un gruppo di moribondi e sfiniti nemici. Tutte le parole anche troppo consuete per avvenimenti calcistici, nelle lingue televisive e della rete, se non si vuol tenere conto anche della radio e dei cosiddetti organi di informazione che ancora si stampano grazie ai soldi pubblici per un pubblico inesistente, esprimono precisamente questo rapporto. Il nemico abbattuto fino all’ultimo uomo, a cominciare dal portiere. E ci si batte fino all’ultimo uomo, con le proprie donne, invisibili in campo e in tv e anche al nemico, a rinvigorire il rigor fallico dei propri uomini. La parola tedesca “Walstatt”, mi dice Aurélia, campo di battaglia, contiene l’antica radice “wal” che significa, come scrive Canetti, “i rimasti sul campo di battaglia”; in anglosassone la parola “wuol” che in qualche modo deriva dall’antico scandinavo “valr” significa “sconfitta”; in anglosassone, “wol” significa “peste”, “contagio”. L’immagine non è solo germanica, anche perché lo scoppio di una partita è lo scoppio di due masse. Per la durata della partita si deve restare massa; e la partita è veramente terminata quando non si è più massa. La prospettiva di una certa durata per la massa come tale, ha contribuito molto al favore delle partite. Si può dimostrare che la concentrazione e la durata delle partite ai Mondiali, la Croazia ha fatto le ultime tre tutte di almeno 130 minuti, compresi i recuperi: è collegata alle masse doppie molto maggiori, che si colmano del sentimento calcistico e televisivo delle nazioni e dei popoli. Ciascuna delle masse vuole durare nell’atteggiamento e nell’azione, il cui abbandono significherebbe una rinuncia quantomeno ai diritti televisivi, anche se vengono traghettati in quel di Malta e dell’annessa isoletta di qualche capra denominata, per Ogigia e Calipso, sibariticamente “Ghawdesh” o “Gozo”(in realtà sottoscrivono “Gaudio”).Ora si è andati contro tutti gli inglesi, e quindi anche la faccenda di Malta e isola connessa è saldata; domenica si andrà contro tutti i francesi, quelli del cul de France ma senza che in porta abbiano il numero 23, che è la figura del cinque, che solo la Croazia pare che abbia. Ma anche la Francia ha nella sua anima territoriale un’altra colonia, che è la terra dello  spirito napoleonico che ha uno schema della muta di guerra per niente inferiore agli schemi ancestrali degli Aranda.
!Il “culo” croato sarebbe qualcosa come strážnji(leggi: strajenji) che, manco a dirlo, è speculare a stráža, “guardia”, “sentinella”, fin tanto che si arrivi a strážarnica, che, essendo la “guardiola”, pare che si connetta a un altro simbolo di massa che in quanto a “culo” ne ha sempre avuto in gran quantità sui campi di calcio.