Guido Ceronetti, la Virgo Sinfonica e V.S. Gaudio in quel Caffè?

A pagina 39 de il Caffè 5/6-1972 c’era
questo testo di Ceronetti che per via
dell’acronimo iniziale non poteva
non attirare la mia attenzione.

Quel Caffè con la N.V.S. di Guido Ceronetti?
A pagina 39 de il Caffè 5/6-1972 c’era questo testo di Ceronetti che per via dell’acronimo iniziale non poteva non attirare la mia attenzione.
Dal Sant’Edipo, poi, ci potrà essere qualcosa nel mio Il bagno del fantasma, qualche anno dopo, che tanto piacque a Rossana Ombres, per via dell’uso, che facevo, del fantasma[i]; finanche la Cicogna, che poteva essere già considerata all’epoca come una mia prossima parente da acquisire, anche se sembrava il capovolgimento della sua funzione-archetipa, per come quella pia donna, così connessa alle monache della Virgo Fidelis, e anche alla botta continua, essendo connessa più a satiri che a satirici,  fosse così fedele all’uso delle famose pillole abortive della cosiddetta dottoressa che, era tutto nel nome, anche, per via dell’ Edipo Colono, non era che un’altra delle nostre colone arbëresh.
A volte ci sono delle strane occasioni quando due lettere si incontrano, o anche delle strane letture, in superficie non considerai per niente che il V.S. fosse speculare alla Vaselina Sinfonica e nemmeno alla Virgo Sinfonica; la cicogna che portava un figlio alla Florinda Bolkan che forse avevo visto più che al cinema sulle pagine di qualche Playboy non riuscivo a capire bene in che paradigma entrasse, forse fu per questo che, una volta a Torino, accadde che C.G. e M. tirarono fuori una sera che era lecito e opportuno che V.S. conoscesse o incontrasse Guido Ceronetti, avevo dei bei jeans all’epoca, tanto che mi fecero un provino per farmi fare un po’ di pubblicità, non si può dire, e non sta bene ma, ero al verde e lo Stato, che deve finanziare le scuole dei peti, non può con quel che rimane dare soldi anche ai cosiddetti poeti, e forse avevo una bella sciarpa, non verde, questo è vero, e nemmeno intorno al colon; il rutto dei tamburi, che strano, allitterò più tardi l’apparizione sulla mia strada di un collega del verso che nel nome faceva collimare, come se fosse un gesuita ammašcato, preghiere e rutti. Non giocavo al lotto, e anni dopo, a proposito dei napoletani, non riportai, di brutto, un enunciato di Ceronetti in un mio test per La Stampa, che altro che pizze, i napoletani, per via degli ammiragli e della flotta continua, mangiavano forse…troppe cozze impepate? O facevano troppo gli innamorati in coppa ‘o Vòmmero e al sabato c’era sempre una cozza in più cotta continua? Cosa volete che possa ricordare adesso? Io a Torino: è questo che in quegli anni di piombo e di ferro e anche di libri, di alberi, di Torri e di pini e di ponti del diavolo che facevo? Fotto continuo? Siete sicuri? O: lotto continuo? A guardare, ce n’era di potta continua, tanto che, a ben pensarci, poi, non ci misero in mezzo, da un lato, l’aborto dei radicali e a seguire la nuova virgo fidelis della commedia dell’Aids, tutto contro Mullis e Risorga Continuo o Gaudio nel nuovo V.(aso) S.(di Sod…)? Avevo una bella camicia quasi blu, e poi me ne andai qualche volta di troppo a passeggiare ai Murazzi, anche la domenica, per il tenore del Gaudio e forse non tenni più il passo degli inviti dei miei due amici C.G e M. e di pubblicità ne feci ben poca e poi M. che era un bel fotografo quando ogni tanto ritornavo mi faceva l’incantesimo con le sue modelle torinesi e che succedeva? Loro stavano di là sul terrazzo a far l’aperitivo anche a Gavi e mortadella, e io dentro lo studio del fotografo a rigirarmi manco fossi il visionatore aretino la potta continua torinese. Ma un pomeriggio, in quel caffè di cui feci una deissi in una recente Stimmung con Loris Maria Marchetti[ii], l’abbiamo sorbito, insieme, io e Ceronetti, il caffè speculare alla N.V.S. del caffè del 1972?
(...)la quarta era sempre dell’Olivetti,
tra 36 elettrica e Valentine
A sorbircelo adesso il caffè, in quel caffè c’è anche qualcuno della loggia continua e dei bei compagni socialisti di una volta, che erano tutti addentro il sistema che quel “satirico di letteratura e attualità” avrebbe invero dovuto satireggiare, la pubblicità era cospicua: la quarta era sempre dell’Olivetti, tra 36 elettrica e Valentine, che, poi, è alla base, come strumento, di ogni satiro letterato affinché il testo arrivi in redazione correttamente battuto, Einaudi, Guanda, Rizzoli, Utet, Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, fondata nel 1861 a Cosenza, Sansoni, Bompiani, Paravia, anche Industria Prefabbricati Italiani di Pesaro, la Brionvega, con la mitica radio di cui ho sempre voluto un esemplare (ci fu una corrispondenza segreta tra me e, metti Adriano Spatola quando era da Franco Verdi che aveva un esemplare Brionvega e allora succedeva: quando ero io l'ospite quella radio accendevo di notte, che, poi, metti due giorni dopo, accendeva Spatola, che veniva dal Mulino di Bazzano dov'era la sede di "Tam Tam" gentilmente messa a disposizione da Corrado Costa che era nel direttivo de "il Caffè"), il Banco di Napoli, fondato nel 1539, con 498 filiali in Italia ma una bella organizzazione all’estero e anche a bordo della T/N Raffaello e della M/N Giulio Cesare(e al pianobar c'era lui, il futuro grande editore delle ritenute trasbordate a Malta?), la Fiat, Arnoldo Mondadori Editore, il Ministero dei Lavori Pubblici, Garzanti, la galleria d’arte “il fauno” di Torino, specialmente se c’era un pezzo del connesso critico d’arte Janus; la quarta di copertina mi riporta alla mente la quarta di copertina de “Il Ponte”, che fino allo scandalo del banco così presente nei Cantos di Ezra Pound,  era tutta del Monte dei Paschi di Siena. Insomma, il caffè, ad entrarci adesso, ti fa fare qualche considerazione a conti fatti[iii]: ah, però, e poi leggiamo il coccodrillo sul giornale che pure porta all’Olivetti e alla Vodafone e il nostro, che girava con gli scarponi, l’avevo dimenticato[iv], non è che un letterato indigente, basta guardare sotto, sulla pagina online di quel giornale, e scopriamo che in borsa ci va una società di webmaster che cura il blog di una …blogger che, adesso, che s’è maritata sia all’estero che nel locus dei camminanti, e mostra i suoi capelli per una nota ditta francese di shampoo, non ha più tempo per postarsi, e solo ieri c’era, sempre sullo stesso giornale, l’esultanza del paroliere messo ad amministrare la Siae, per il copyright integrativo e da internet, è giusto, agli autori delle canzonette, insomma: è uno schifo: Bob Dylan, gli danno miliardi per la letteratura, e non aveva nemmeno un profilo su Google+, quando Google, col suo Meter, dava il numero delle visualizzazioni e capitava che un semplice poeta e letterato, e anche giornalista, e blogger, se vogliamo, surclassava solo con uno dei suoi due profili “ufficiali” qualsiasi cantante cantautore italiano, addirittura Vasco Rossi, e anche molti stranieri, beffava Yoko Ono(!),  che avevano più campo per la proliferazione della lingua e del bacino d'utenza, e questo non stava bene, non è corretto, e allora Google tolse il contatore, e i comuni mortali restarono nel loro cubicolo a combattere contro virus predefiniti ad hoc e minacce dello stesso Google che con l’algoritmo che ha sai quanto gliene frega dei blogger che fanno letteratura insolubile, estetica, filosofia, anche a piedi, semiotica, poesia avanzata, Stimmung, Lebenswelt, patagonistica di Jean Baudrillard, lacanismo, postfreudismo, ecc. Insomma: quando “La Stampa” inscatolò, negli anni Novanta, due CD in cui c’erano anche i miei test, La Stampa non mi versò sul conto che avevo alla Cassa di Risparmio della Calabria e della Lucania, fondata nel 1861, nessun copyright perché aveva riprodotto i miei test in un altro medium, e con una prescritta o potenziale tiratura e diffusione del prodotto, si era messa nell’ambito del Commons, Commons…come cazzo si chiamava? Tutti stavamo a fare, ah: Creative(cazzo: proprio “Creative” l’avevo sulla punta della lingua e non mi veniva…) Commons, noi, che con quello che ci costa internet, e i sabotaggi quotidiani che ci fanno ai computer negli ultimi 5 lustri, non eravamo mai sicuri di riuscire a postare nemmeno un tweet di 26 battute, figuriamoci le nostre creazioni più dense che, quelle sì, non hanno mai diritto a niente, ma poi: chi cazzo li tira fuori ‘sti soldi? Cioè quello che faceva il comico, si fa fare il blog da uno, così  mi pare, dell’Olivetti e quello apre un’azienda e il comico fa un partito con quelli che facevano i commenti nel suo blog? E i soldi chi li versava?
Torniamo al caffè con Ceronetti: “lo scrittore lavora seduto(quando non è così saggio e fantasioso per cercarsi altre posizioni) e la sedentarietà è un profondo male.(…)Il Tissot dice che tutte le sventure fisiche dei letterati vengono dalla fatica assidua della mente(mentis assiduus labor) e dall’inattività eccessiva del corpo(corporis continua requies). Parla anche di una colpa dello star seduti: colpa igienica(…).Il Van Swieten vede gli uomini di lettere, a causa della sedentarietà, predestinati all’apoplessia. Il Valensin, elencati i guai che provoca la sedentarietà alla vescica, osserva che i Giapponesi modernizzati, scoprendo la sedia, hanno nello stesso tempo scoperto l’ipertrofia prostatica”[v].
Gli uomini di canzonette, invece, chitarra e organetto in mano, su e giù sul palco e su youtube, e grazie agli “influenzer”, adesso si chiamano così quelli che ammassano clic a pappagallo, e ipertrofia del copyright. E letteratura. E potta continua. O forse si son messi a cantare su e giù per i consigli del Medico: FOTTA CONTINUO? Loro sono autori della Siae (qualche tempo fa non fu rinvenuto un forziere in una cassa di risparmio nell’amata Svizzera di quel povero emigrante parlamentare?). Mica fanno pugnette! E di sicuro se la Cicogna porta un figlio, a chi lo porta, secondo voi? A uno senza la legge, e la dottrina, del denaro, della moneta,  a un poeta, o anche saggista, che, pur essendo giornalista, per questo, lo pagano con la modalità del diritto d’autore, così il povero fesso costituzionale tiene fuori dalla decurtazione delle famose ritenute d’acconto almeno una certa misera quota che, quando rimugina, pensa che gli potranno servire per i pannolini e l’acqua minerale “Amorosa”, sempre che la Cicogna, con il suo complesso balcanico di Sant’Edipo, abbia sbagliato indirizzo?

N.V.S. : Nuova Vaselina Sinfonica [vi]
di GUIDO CERONETTI

Allora, cominciamo:
EDIPO
Il complesso di Sant’Edipo: l’amore per la Madre Chiesa.
Edipo Colono(Le Origini del Colonialismo).
- Giocasta, che cosa ti fa Edipo re?
- Edipo re mi fa sol la si.
Se due lettere s’incrociano, nasce un mostro ?
La Cicogna porta un figlio a Florinda Bolkan
Un tenore depravato(Il Tenore di Vita)
Lo Stato deve finanziare le scuole dei peti
L’Ape indifferente: Non me ne importa un fuco.

Seguono alcuni estratti dalla rivista Il Ladro:
La camicia di forfora
Una sciarpa intorno al colon
Un film di Cristo e Crok
Se non è Rogers è Borotalco
Il rutto dei tamburi
Il coro del Nabucco-genitale

Un catalogo di NUOVI MOVIMENTI EXTRAPARLAMENTARI:
Petomani: LOFFA CONTINUA
Satirici: BOTTA CONTINUA
Milanesi: MOTTA CONTINUA
Donnacce: ROTTA CONTINUA
Malati: GOTTA CONTINUA
L’Aretino: POTTA CONTINUA
Signori: LOBBIA CONTINUA
Massoni: LOGGIA CONTINUA
Lattonieri: LATTA CONTINUA
Napoletani: LOTTO CONTINUO
Poeti orientali: LOTO CONTINUO
Donne pulite: CULOTTE CONTINUA
Schiavi: ILOTA CONTINUA
Innamorati: COTTA CONTINUA
Ammiragli: FLOTTA CONTINUA
Pellicciai: LONTRA CONTINUA
Mandrake: LOTAR CONTINUA
Incontinenti: LOZIO CONTINUO
Consigli del Medico: FOTTA CONTINUO
Abbiamo finito. I cortesi Lettori che ci hanno seguiti fin qui ora sanno che hanno seguito una falsa pista. Per fortuna, c’è ancora un Bar aperto. Entrate. Il Bar si chiuderà in quel momento, alle vostre spalle. Appena in tempo per restare in trappola, complimenti! Dovrete lavarvi i denti col getto bollente della Macchina Espresso, vedrete luccicare la cattiveria del Barman. Il Telefono NON è guasto, ma c’è la scritta impressionante, di mano semianalfabeta, GUASTO, che scoraggia anche i meno dotati. Non mettetevi a gridare che volete un materasso per dormire. Gridate solo per il piacere di gridare. Noi ce ne andiamo, ma solo per ricominciare.




[i] V.S. Gaudio, Il bagno del fantasma, “Carte Segrete”n.34, Roma ottobre-dicembre 1976:pag.131-137.
[ii] Tra i piccoli caffè della città
più accoglienti e discreti
per rintanarsi anche con chiunque
non ami ve n’è uno ideale,
forse quello nella piazzetta
del Conte Verde, se ricordo
bene, in pieno centro, là dietro
in cui ci sono stato ma non
ricordo con chi, forse vi capitai
con un amico poeta e neppure
dopo quando ci ritornai
non riesco a focalizzare
con chi, forse per via del
fatto che ero appena
uscito da quella suite
turinoise in pieno centro
partendo da via Cernaia
nella misura e per il piede
del podice sabaudo che mi
era apparso esattamente 23
giorni prima, quanto un ciclo
fisico, alla Crocetta

in: V.S. Gaudio, Caffè □ Stimmung con i Caffè™ di Loris Maria Marchetti, Uh Magazine,2017/06


La Carical per "il Caffè"...satirico
di letteratura e di lì a poco
quel cosentino Misasi 
Ministro dell'Istruzione...
[iii] Che portava anche alla Accademia degli Informi, o degli Informati, come successivamente la ridenominò Antonio Delfini che l’aveva fondata la sera del 14 giugno 1957: insomma il Caffè aveva l’esclusiva di pubblicare le delibere della bizzarra costituzione, anzi di più affidava a chiunque fosse tra i suoi collaboratori, anche collegato o sponsorizzato dagli stessi inserzionisti parzialmente citati una libera cattedra, tipo l’epigonologia a Sanguineti, la lirica verticale a Giulia Massari, l’euristica crurale a Furio Colombo e la letteratura potenziale a Oddone Camerana, l’euristica pornosofica a Milena Milani, la coprofonia a Domenico Rea, la letteratura herziana a Leone Piccioni, l’ipanalegica ad Amelia Rosselli, la psicologia gluteica a Mario Tobino, la semiologia inguinale a Leone Traverso, l’anaforetica applicata a Luciano Anceschi, la clitologia comparata e riduzione cincinnica a Corrado Costa, la patologia della lirica a Gianni Rodari, e la tecnoscopia a Lamberto Pignotti, e naturalmente il tecnico connettore tra civiltà, si fa per dire, agricola e civiltà delle macchine lo fanno reggente dell’Istituto di Alti Studi Patafisici: il lucano Sinisgalli che lavorava nel feudo della civiltà delle macchine, alti studi patafisici… Nel 1973 misero su l’Istituto di Protesi Letteraria a Urbino, se lo davano come versione italiana dell’OuLiPo e tra gli animatori misero anche il nome di Guido Ceronetti per fare intarsi, centoni, olorime, zagagliamenti, crittografie, giochi polisemici, poesie tangenti, racconti a cassetti, racconti intersecati, tautogrammi, circoli viziosi, versi eurofallici, tautofanie, lipogrammi e nessuna bizzarra bizzafferia da affidare, almeno in quei tempi, a Gianni Toti.  L’Accademia degli Informi, va da sé, era stata istituita a Ravenna nel 1588 e fu attiva fino a tutto il Settecento. Guarda te, tra i collaboratori de il Caffè ci fu anche Nino Ravenna, da ricordare il suo Marozia! nel numero 5/6 del 1972, ma nell’Accademia era senza cattedra, non era ancora a lavorare alla Bompiani? E la Carical perché non perorò per una cattedra a Saverio Vòllaro? Anche perché per la cattedra di Coprofonia a Domenico Rea, secondo voi non c'era come sponsor il Banco di Napoli? E a Valerio Miroglio, che era nel comitato direttivo, niente, nemmeno un seminario tecnoscopico per Pignotti per conto del Gruppo Tessile Miroglio?
[iv] Me lo rammento leggendo la nota di addio di Mario Grasso nel suo Ebdomadario del 13 settembre, stamattina 14 settembre 2018.
Guido Ceronetti
Letteratura a sedere
il Caffè n.3, ottobre 1970:
pagina 132 e parz. 133
[v] Guido Ceronetti, Le cul sur la selle. Letteratura a sedere, “il Caffè” n.3, ottobre 1970,  Dellavalle editore Torino: pag. 132: passim.
[vi] Guido Ceronetti, N.V.S.: Nuova Vaselina Sinfonica, “il Caffè” nn.5/6, novembre-dicembre 1972, editrice Flaminia Roma: pag.39 e 40.