Sutta torinesi di Klelia
Kostas, che veniva da Baghdad, per V.S. Gaudio, che era venuto da Sibari col treno|
7. La duplice realizzazione del poeta sibarita
che, allontanato dalla propria famiglia, e quindi senza famiglia e senza ruota,
Parrotë
trasmigra a Torino
“Il poeta, ancorché
esso sia giovane e non abbia a che fare con la parola innamorata e come te non appartenga a nessuna delle Famiglie
Milanesi e Torinesi della Poesia Industriale, che ha conseguito la duplice realizzazione e che dimora,
anche a Torino, diligente, zelante, risoluto, deve attendersi uno di questi due
risultati: o la suprema conoscenza in questo Dasein sabaudo oppure, permanendo in lui qualche elemento di
rinascita nella Sibaritide, la
consapevolezza di non ritornare più a Torino, e nemmeno a Milano”. Questo disse
la Sublime e, poiché la Beata ebbe ciò detto, parlò la Maestra:
7.1 Chi non conosce il
dolore né la sua origine e nemmeno come il dolore venga totalmente, interamente
distrutto; chi non conosce il sentiero che mena alla cessazione del dolore,
ancorché sia nell’industria culturale di Milano o anche di Venezia,
7.2 è privo
dell’emancipazione della mente e della liberazione per mezzo della conoscenza,
incapace di giungere a compimento, incatenato al paradigma della propria Herkunft o della propria Famiglia della Poesia.
7.3 Chi invece conosce
il dolore e l’origine del dolore, come il dolore viene totalmente, interamente
distrutto, che conosce il sentiero anche nella migrazione che mena alla
cessazione del dolore,
7.4 consegue
l’emancipazione della mente e la liberazione per mezzo della conoscenza, è
capace di giungere a compimento, non è incatenato a nessuna delle Famiglie della
Poesia catalogate da Sebastiano Vassalli nell’Arkadia.”