V.S. Gaudio ⁞ La mia Stimmung del 1979 con Sebastiano Vassalli

BY LOGOS. Espo-esproprio trans poetico
a cura di Silvio Ramat, Cesare Ruffato, 
Luciano Troisio
 e, inizialmente,anche  Fernando Bandini 
e Andrea Zanzotto
Lacaita Editore 1979

Cartolina per il Reading
alla Galleria d'Arte 2000
di Bologna nel 1978
Nellesperimento della riscrittura  di BY LOGOS (che si rifaceva manifestamente ai due generi da me generati, ossia la Stimmung e la Lebenswelt,  già nella metà degli anni Settanta),  Sebastiano Vassalli era il poeta che recava il numero 3 e io ero il numero 6.
Il risultato iniziale dellesperimento era molto più cospicuo rispetto a quanto pubblicato: difatti, i curatori, per esigenze di stampa, dovettero scegliere, per ogni autore, un determinato numero di riscritture, rispetto al numero di riscritture in un primo momento richiesto e sollecitato. Così, dalle mie riscritture non pubblicate capitò che uno degli  altri poeti  riscritti fosse proprio Sebastiano Vassalli(il cui testo anonimo aveva il titolo "Quei tempi"). Pubblico qui la mia inedita Stimmung, del 1979,  con Sebastiano Vassalli.
I poeti che fecero la Stimmung con il testo “QUEI TEMPI” di Vassalli furono Luciano Troisio, Silvio Ramat, Achille Serrao  Antonio Porta; Pietro Cimatti e Gregorio Scalise ne cooptarono un paio di righe nella composizione che era la Stimmung con tutti i testi dei poeti anonimi partecipanti.


A quei tempi prendevo il treno
Stimmung di V.S. Gaudio con Sebastiano Vassalli

(6/3)
QUEI TEMPI
Allora le cose a caso lì attorno e anche fuori
attorno le dissi non ho paura e nemmeno pietà
dentro di me a quei tempi ho detto in seguito
parole che così pubbliche a quei tempi  mi sono
sentito insultato con i termini  d’uso porco bastardo
e insignificante e altri simili mi sono colpito nell’ira
nel posto in cui l’ira aveva la sua responsabilità
o la sequenza in cui colpivo e balbettavo e non sapevo
più dove balbettarmi e non riuscivo a colpirmi
a quei tempi correvano nuvole sopra venti soffiavano
fiumi sotto uccelli che sorvolavano acque stagnanti
in questo mio pantano che è il luogo a ciò disposto
con animali e draghi e fuochi infiniti esplodevano
tra mani e occhi e sguardi e bocche e frammenti
di passi andanti e tornanti e anche sotto i portici
in via Roma a quei tempi nella memoria abitavo
a Torino i fatti e i detti e i motti e i botti e c’erano
stelle grandissime come laghi di luce riflessa o i
treni che costeggiavano laghi e la stazione qui
nel pantano di Villapiana anche con grandi giornate di vento
io camminavo per edifici c’erano stanze e persone
dentro le stanze e desideri nelle persone poi c’era
la statale 106 a quei tempi prendevo il treno e in seguito
solitario era il poeta solitaria la stazione c’era l’ombra
poi niente