Uratruna e il Barone di Münchhausen ⁞



₮| Il Tomahawk irredento
e il gesto calligrafico
 
L'attante dell'epistola si tira su per i capelli, col Tomahawk, stando a quell'immagine fissata otto mesi prima Nella photostimmung è simmetrica alla cover del libro di Paul Watzalawick nella universale economica Feltrinelli


₮|Fra il passo dell’ epistola di Ura Truna e  una delle più note avventure del Barone di Münchhausen, c’è la forma intermedia della scena che, all’improvviso, quanti lustri dopo?, nell’epistola si trasforma ancora in un altro haiku, una sorta di sistole, una contrazione:
Insisto Enzo
Per farlo io diversamente
Dammi i mezzi fallo
Una istantaneità impossibile per la distanza  e per le regole socioeconomiche, e quindi è una sorta di tilt che svela il bonheur singolare di quell’attante.
“Un’altra volta”, così inizia quella nota avventura del Barone di Münchhausen anzidetta, “affrontai una palude che a prima vista non mi era parsa tanto larga quando fui a metà del salto. Perciò, librandomi in aria, invertii la direzione verso il punto da cui ero venuto, per prendere una rincorsa più lunga. Ciononostante anche il secondo salto fu troppo breve e caddi dentro fino al collo nel fango, a poca distanza dall’altra riva. Senza fallo vi sarei dovuto morire, se la forza del mio braccio, afferrandomi per il codino, non mi avesse estratto dalla melma assieme al cavallo, che stringevo forte tra le ginocchia.”
L’attante dell’epistola si tira su per i capelli, stando a quell’immagine fissata almeno otto mesi prima, in presenza del destinatario di quella futura epistola, e grazie alla forza del suo Tomawak fisiognomico, l’arco tra naso e muso, si tira su per i capelli e col muso, rivolta se stessa da dentro a fuori e vede tutto, in primo luogo il (-phi), con la pulsione sado-orale nuova.
E’ imperativa:fallo, ancora, se puoi, o dammi i mezzi nel più breve tempo possibile  per farlo io!”
Guardatela come, in questa immagine di otto mesi prima, stringe il (-phi) tra le mani e il muso e sotto, senz’altro, sta stringendolo forte  con le ginocchia soltanto ?
L’idea di un punto fermo dal quale il mondo si lascerebbe scorgere è tutta nella domanda su come si possano varcare i limiti di un ambito apparentemente onnicomprensivo: ma l’attante non ha dubbi in proposito: si tira fuori dal pantano della sua pulsione con la forza della sua stessa pulsione: a distanza, stringe forte tra le ginocchia, e rinserra il (-phi) come se fosse il cavallo tra le ginocchia del Barone di Münchhausen, e tirandolo su, come se fosse appunto nella 34 del Furguwune, ordina al portatore del (-phi) di farlo nel più breve tempo possibile, insiste ancora:dammi i mezzi del gaudio, fallo diversamente!
(...)è questo gesto calligrafico epifanico(...)
La quiddità, tra l’anima del poeta, e anche il suo (-phi), e l’animus, il buco ainico anche del trunânte dell’attante dell’epistola, è questo gesto calligrafico epifanico, guardate la sensualità piena con cui dota la parola vergata “fallo” e anche “per farlo io”: è lì che è svelato il momento di verità, la volgarità d’un gesto, d’un proposito, che viene colto già nella foto di otto mesi prima: senza fallo, e quel naso, i capelli, il muso che sta succhiando e mordendo, è un tamahacan[i],
, rapace, è Ura Rumis, Ura Onager, appunto la bestia, la cavalla, la sta tirando su forte tra le ginocchia con la forza dei mezzi che sta prendendo dal poeta, s’afferra per il (-phi) del Bonheur[2].
Se avesse scritto in ammašcante, la quiddità sarebbe stata assoluta, patagonica, irredenta.
Enz, ‘ncupàl, ‘ncupa tacchjusu
Fai cappèlla, fušca o abbordamillo u menzu ‘mbrògliu
Ca ‘ncupo io ‘a proffia e ‘u trunante!3
L'espresso del fallo insistito 8 mesi dopo la foto del T.
[1] Che sta per “tomahawk”, che, essendo l’arma in asta dei pellerossa, come l’ascia e l’accetta, la mannaia, potrebbe essere speculare allafrancesca”, la scure formata da un ferro a un taglio e da un corto manico, che nel medioevo costituiva l'armamento tradizionale dei guerrieri franchi?
Innegabile, il suo "Tomahawk fisiognomico” sarebbe il suo Francesca fisiognomico”(sin."francisca"), bestialmente Heimlich
Francisca o Tomahawk che sia assomiglia al cosiddetto, in ammašcante, Sciórnïu ca ‘ncupa lli pàssari”: l’oggetto, la cosa, che fa i chiodi, i grimaldelli, i passanti, gli anelli, anche i "passeri": u pinzùne, in dialetto cosentino chjovara, che esprime tutta la pulsione sadica, orale ed anale, della minèca cosiddetta Francisca o Pinzùne se non Chjovara (fisiognomico)…

[2].Insomma, se ci si riferisce alla nota qua sopra del tomahawk →, non si può non connotarla come la Minéca, la signora, o la Marca, la moglie, Francisca Chjovàra ovvero Francesca Pinzùne, il tomahawk o la cosa, lo strumento che fa i passeri, i chiodi, fabbrica i grimaldelli, quella che il punzone di Lacan ce l’ha scritto in faccia!

[3].Enzo, fallo, fai in fretta
Frega, fotti o dammelo il mezzo chilo
Che faccio io la fe... e il deretano!
U' Pinzune 'i Lacan ?