Breve guida per una rivoluzione fittizia simulata ®


SIGMAPOST 27
Lo spirito aspro del Dasein

Breve guida per simulare una rivoluzione fittizia e una inutile disubbidienza
Lebenswelt con Woody Allen, Breve ma utile guida alla disubbidienza
Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose e, almeno, tre individui, tanti quanti per fare un’associazione mafiosa: una delle due cose, è qualcuno, tipo un governante messo lì “chi diavolo l’ha pescato costui?”, contro cui rivoltarsi, ammesso che ne possa valere la pena e anche la penna, e qualcuno, appunto, che si presenti, insieme agli altri due, e faccia la rivoluzione, scrivendo al presidente della Repubblica, tanto non c’è nulla da temere: ti risponde il tizio, magari un tuo compaesano, quello, proprio quello, addetto all’ufficio del segretariato della repubblica al provinciale ufficio territoriale del governo, e quindi, perciò, dello stesso governante contro cui vorresti fare la rivoluzione.
Di solito ci si veste in modo molto informale, così prescrive anche Woody Allen[i], a patto che le parti in causa siano piuttosto flessibili nello stabilire il foro di competenza, anche se è praticamente impossibile che, se non puoi arrivarci perché non puoi uscire di casa, avendo un mezzo di locomozione, a patto che non voglia andarci con un mezzo pubblico delle autolinee che, se vai a vedere, sono in mano a un parente del pm o giudice di riferimento, anche onorario, per istruire la causa di rivoluzione, e quindi è possibile che tu possa essere la parte, delle due, che non si fa, in ogni modo, viva. Detto questo, è risaputo, l’impresa va a finire male. Non dimentichiamo che, in quanto al CSM, c’era stato un mezzo terremoto e, insomma, eravamo a carte quarantotto. E, poi, anche nella rivoluzione cinese del 1650 nessuna delle due parti si fece viva[ii]: ed è da allora che cominciò l’immigrazione cinese in Italia.
Vengono chiamati “oppressori” o “dittatori” le persone o il partito, il gruppo economico, anche radiofonico, o che gestisce i cosiddetti “social” e anche Il Grande Fratello e il Festival di Sanremo, e le commende Gerosolomitane, contro cui ci si rivolta e sono facilmente riconoscibili perché sono gli unici che ci si mettono, o li chiamano da quell'elenco, e, nei curricula, all’inizio, c’è sembra qualcosa che non va, e il fatto è che non era necessario che in quei curricula fossero così evidenti le cazzate espresse…
Gli “oppressori” una volta generalmente portavano completi fumo di Londra, possedevano terreni, adesso basta che siano semplicemente intestatari fittizi, o che abbiano, anche in prestito, terreni e immobili insieme a parenti che esprimono parere contrario alla divulgazione dei dati sensibili, a meno che non si tratti di partecipare all’estrazione del premio  promosso dalle Sottilette o dal Portarotolo Regina, o a meno che non siate in qualche modo parenti stretti della stessa Regina; gli oppressori, una volta, tenevano la radio al massimo, specialmente a Pasquetta, qui nel bosco del Pantano, nel cosiddetto pezzo di zi’ Gelsomino che da orto con quattro piedi di fico, con la legge Galasso in vigore, fu commutato in comune, tutto in comune, pure qua, e niente a Gaudio, che è di là della cosiddetta ferrovia, e reso edificabile per la potente setta dei cassanesi e degli annessi castruvillàri, insomma casa, orto, bosco, pretura e chiesa, e chi cazzo può protestare, e poi che protesti a fare, prima arriva quel cosidetto uomo a cavallo dell'assistenza per i protesti e, poi, siamo in mezzo alla campagna, in un pantano!
Il loro compito è di mantenere alto questo tenore alla radio, a Pasquetta, una sorta di status quo, ripetibile, ogni anno però, specialmente quando gli altri, in specie il cosiddetto poeta tenuto da queste parti in esilio e cattività, sono costretti a non uscire nemmeno dal recinto, non solo per cani e gatti randagi, una volta passò addirittura un elefante che, poverino, era costretto a sospendere la zampa in alto più del dovuto per il passo affinché non pestasse i tre serpenti al seguito, insomma: ogni anno non solo danno una mano di bianco ma tirano su altri piani, o altri cubi abitabili a fianco, sopra o sotto, e al poeta, che sta sotto, quelli sopra cacano in 4 cessi: lui è al pc, via stanno sopra e fanno; va in sala-tv e si siede a tavola e mangia, alza gli occhi al cielo, e c'è il soffitto che c'è una perdita o un ristagno di acque reflue che non ti dico; se ne va in fondo, a nord, e fanno nell'altro cesso; a volte la sera, essendo occupato il suo cesso, scappa fuori per orinare tra ferrovia, bosco, strada, canale ma quello ha tagliato l'erba e ti vedono che pisci anche da Villapiana paese!
Quando gli “oppressori” diventano troppo severi, abbiamo quello che si chiama uno stato di polizia, ma anche di carabiniere, o di vigile urbano e suburbano, anche stato di polizia provinciale per non parlare dello stato di carabiniere forestale, a parte quello che si chiama stato delle entrate e delle commissioni tributarie, anche della P3 e P4. In questo stato di cose, è vietato ogni dissenso, anche ogni assenso, tu gli dici: che devo fare? E loro: cosa vuoi dire, non lo sai che devi fare? Devo portare una cravatta a farfalla, posso chiamare il sindaco del mio paesello, che mi è compare, “Francuccio”? E loro: ma ci stai pigliando p’u culu? Le libertà civili sono molto ridotte in uno stato di polizia e non esiste la libertà di parola, figuriamoci i vezzeggiativi, e, poi, guarda che “Francuccio” non è più sindaco, adesso c’è il commissario prefettizio ed è femmina e si chiama, come firma i decreti, “Francesca”, mica ti viene in testa di chiamarla “Cicciolina”?! Lo sapevi che una volta questo è accaduto: c’era una sindaca che si chiamò “Marca”, e uno che voleva fare la rivoluzione come a te, la chiamò alla commarella sua: “Marchetta”…apriti cielo, quello che successe, un pandemonio: il marito: ma come? Mia moglie “Marchetta” e io non ne so niente!
I gruppi che si ribellano si chiamano “oppressi” e generalmente sono dei poveri “fessi”, con tutto il rispetto: brontolano, accusano emicranie e: aspettate un attimo che vado alla farmacia Pucci a prendere l’aspirina e torno. Alla farmacia, trova sempre un assembramento che non ti dico, tutti per 'ste cazzo di mascherine che non si trovano, nemmeno quelle che distribuiva così bene Salvatore da Siracusa per conto dell’ex presidente della Camera, e fu per questo che il rivoluzionario perse tempo: ma come? Davvero non ci sono le mascherine che ha mandato a prendere la presidente? E cavolo: e come faccio la rivoluzione, se questi mi vedono che brontolo e non ho la mascherina, per i guanti in nitrile, vabbé, m’hanno detto, non toccare niente e non ti avvicinare, parla oltre lo sportello e tieni le mani a posto, Enzù, non toccare i moduli, lascia stare, fatti i cazzi tuoi, insomma quando tornai, il comune era chiuso. Fuori orario, avevano appeso cortesemente il cartello allo sportello:

Enzù, dove sei andato a finire? T’abbiamo aspettato ma, mezz’ora va bene, ma a tre quarti d’ora è passato il segretario, con la figurella di Padre Pio in mano, è devoto, lo sai, e: che devo fare, ci ha detto, che devo fare? Padre Pio mi è testimone, che posso fare? Non possiamo permettere che chi viene a proporre una rivoluzione accusi un’emicrania e poi, senza aver pagato la tassa della salute, come istituita per lui stesso dal nostro sindaco che è alla regione all’assessorato alla sanità, per cui la deve pagare all’Inps, pur non avendo nessuna iscrizione a qualsiasi cassa previdenziale, e che cazzo:
si va a comprare di tasca sua l’aspirina, e noi, qua, come babbei, dobbiamo aspettare, e poi, ve lo dico adesso, mascherine non se ne trovano, e quindi: niente, chiudiamo, e buonanotte al secchio, e: tanti saluti, Enzù!

Forme di disobbedienza civile

Sciopero della fame.
Gli oppressi non mangiano sopressata, e nemmeno salsiccia. Allora, ci sono alcuni cosiddetti “politici”, specialmente quelli fattisi a blog, o altri con la ruota della fortuna, o sindacalisti fatti giornalisti, come i banditori in uno stadio per partite di serie D, per non parlare dei messi comunali in un paesino la sera e diventati inviati, il mattino dopo,  come hanno preso il treno per Torino,  gli mettono sotto il naso i savoiardi Bistefani di una volta o i barattolini Activia con la Marcuzzi che se li pappa. Gli oppressi resistono. Il governante a volte si mette d’accordo con una catena di supermercati e fa mettere nel volantino delle offerte il prodotto specifico che Google ha scoperto che a quel manifestante gli fa venire l’acquolina in bocca solo a scriverlo in una email pirata. Quello come lo vede nel depliant, dice alla moglie, la sola che può uscire di casa per andare a fare la spesa nello stesso comune a due chilometri di distanza dal Pantano, comprane almeno una dozzina prima che altri affamati lo vedano così offerto. E così il governante soffoca l’insurrezione con un volantino, manco se fosse, chi era quello?, il papà di quell’altro governante, quello che vendeva per posta anche il vino di un produttore piemontese che faceva la pubblicità sul noto settimanale di sinistra “L’espresso”, quello fondato dal nobile Caracciolo che, però, non era di destra, vai a vedere a seconda del paese in cui devi guidare, là si va a sinistra, qua si fa a destra, quando torni, o all’imbrunire, sei un po’ stanco, insomma: devo guidare a destra o a sinistra, sul lungomare Caracciolo, e sul lungomare di Trebisacce? E non è che hanno cambiato stanotte la norma e alla motorizzazione ancora non è arrivato il tweet, e come ci arrivo sul lungomare a Trebisacce se mi hanno chiuso il ponte di accesso al paese che mi avrebbe dato i natali?
Naturalmente, se il governante, con i suoi paladini, riesce a farglieloo mangiare, tutto quel pezzo di sopressata, gli fa pagare pure il conto con tutte le tasse e poi lo fa partecipare alla lotteria dello scontrino. Insomma, a conti fatti, come se fosse davvero un conte, per conto di chi?, il governante non solo vince ma ti fa pagare il conto e ti sorteggia anche.
Una forma modificata dello sciopero della fame, per quelli che non hanno convinczoni politiche troppo radicali e quindi mai fumato un toscanello in tutta la propria vita, e mai andati in piazza a dire di strappare il tesserino professionale da giornalista senza mai strappare il proprio o quanto meno dargli fuoco accendendolo insieme al toscanello, è sempre stata la rinuncia alla cosiddetta “scapecia”, che, specialmente, per i calabresi e i paladini dell’alto ionio, è un gesto alimentare impossibile, anche se la scapecia è stata fatta dieci anni prima e praticamente sarebbe immangiabile; comunque, questo gesto, larinuncia alla scapecia, può non solo avere un’enorme influenza sul governo ma può disinfestare l’Umwelt e salvare il proprio Dasein.

Sciopero bianco.

Prescrisse Woody Allen[iii]:
dirigetevi al luogo indicato e poi sedetevi, ma col sedere per terra. 
Altrimenti siete solo accovacciati, una posizione che non ha nessuna presa politica, anche se , a sentire il maestro Tung-hsüan, la ragazza, ancorché non sia rivoluzionaria e nemmeno un po’ radicale, è capace di fare 
laFarfalla che svolazza
l’Anitra che vola capovolta
e anche ilCapro davanti all’albero
laScimmia gemebonda che, l’albero, lo abbraccia, 
l’Uccello della Giungla
Non sappiamo quale che sia il trucco della ragazza accovacciata, fatto sta che è capace di restare seduta, sul governante o il suo paladino che gli fa da ricambio di posizione, specialmente quando tira una brutta aria non solo sui social e su qualche blog da mettere a tacere, finché non si ottenga quanto richiesto ma, come nello sciopero della fame, il governo, anche territoriale, tenterà dei metodi subdoli per far alzare la scioperante. 
Se si tratta di uno scioperante, la posizione accovacciata viene commutata e il governante di turno può addirittura usare una paladina o una ministra facendole posizionare 
nellaTigre bianca che salta se non 
nell’Asino di tre anni
a quella vista, lo scioperante si alza ed è fatta. Fottuto. 
Tolti questi mezzi da Fang-Pi shu cinese, per ovvi e palesi motivi, il governante e i suoi paladini potrebbero dire, su facebook o su twitter, come se fosse una conferenza-stampa, in piena notte , alle tre e mezza, è l’ora in cui lo scioperante non ce la fa a tenere gli occhi aperti e non riesce ad alzare alcun membro:
Enzù, in piedi, la ministra se ne sta andando, vai, seguila!” 
Oppure:
Enzù, ti puoi alzare un po’, cazzo sei cresciuto di una spanna o di un palmo e mezzo l’ultimo giorno?!”. 
Lo scioperante si alza di scatto in piedi...e lo sciopero è staggato!

Manifestazione, sfilate e cortei.

Disse Woody Allen: Condizione indispensabile di una manifestazione è che deve essere vista[iv]. Ed è essenziale che anche le mani siano bene in vista. O quanto meno manifeste. Per esempio, gli “oppressi” segregati in casa non possono manifestare, nemmeno sul balcone o sul terrazzo, altrimenti arriva l’elicottero della polizia e anche il drone Parrot: un segregato che manifesta in casa, o davanti alla televisione, e non ha pagato nemmeno la bolletta della luce, tecnicamente può essere ritenuto un “ombrone”, si comporta da idiota. 
Per estensione, anche le manifestazioni nel proprio account di facebook sono manifestazioni idiote, difatti a chi le manifesti? A quelli del tuo giro: insomma, vai a scuola, e vengono nel tuo facebook, o anche a cinguettare su twitter, quelli che rientrano nella tua cerchia cosiddetta scolastica, pingano e pungono a cazzo, opportunismo casuale.
Un buon esempio di manifestazione si può fare sulle navi da crociera, anche se non sei affetto da ritenzione idrica e la pulsione uretrale ancora non funziona a rilassamento endometriale ciclico: vai sulla nave come se fossi un pescatore dell’alto ionio, uno scalzacane, e una volta al largo nel mare adriatico o nel mare egeo ti manifesti sul ponte e pisci nel mare. 
Più tardi, vengono degli ombroni travestiti da medici, ti guardano il pisello e ti fai buttare in acqua mentre gridi: Vi state sbagliando, non ho la sifilide!” Oppure:E’ un errore: non sono un discendente di Parrot!” 
Comunque: è tutta una messa in scena: si sa, gli ombroni ci stanno negli scherzi. E quindi, dopo che ti buttano a mare, ti buttano il salvagente, bucato, sì, ma te lo buttano. 
Finalmente, arrivano i neofascisti dell’anello, vestiti come gli ombroni, una giacchitella, scalzi, o, sulla nave, con gli scarponi chiodati, il ciuccio, e, al gridoPisci, pisci, pisciammàre!”, prendono il ciuccio con l’anello e gli fanno fare lo sposalizio del mare, come si usava fare a Cervia negli anni Sessanta. Senza ciuccio.
Oppure, si fa una sfilata non di troiane ma di sibarite, che sono, è risaputo, più manifeste di quelle di Troia. Sul lungomare, è bene portare un cartello con la posizione preferita. Bisogna dichiarare la propria posizione nell’autocertificazione.
Per i →cortei, bisogna essere nel sindacato. Anche minorenne, vai a scuola e, insieme agli altri studenti minorenni, fai un corteo, tanto sei iscritto al sindacato di tua madre o di tuo padre; se no, a quello di tua zia, la monaca! 
Anche qui, è d’obbligo l’autocertificazione di tua madre, di tua zia, la monaca, o anche la laica, o di tuo padre, se, con tutto il casino che fate, è ancora rintracciabile nel cosiddetto domicilio coniugale.
Non va dimenticata l’autocertificazione sia per gli scioperi che per la manifestazione, il corteo, la crociera, e la sfilata anche alla selezione paesana di “Miss Italia”: per “Miss Scalzacane”, in particolare, c’è un comma istituito dai cosiddetti seguaci della Madonna del Castrato. Che, si sa, anche ai tempi dell’Aids, a partire dall’Hiv del Gallo italo-americano, è impossibile che becchino l’aids, ma i seguaci, se vogliono, te lo fanno beccare!

[i] Woody Allen, Breve ma utile guida alla disubbidienza, “The New York Times”, 15 giugno 1972; poi, in: Woody Allen, Without Feathers, trad.it. Citarsi addosso, Bompiani, Milano 1976.
[ii] Ibidem.
[iii] Ibidem.
[iv] Ibidem.