quel pallone rosso - kipsta - del Pakistan |
Stimmung semibreve con Arno Schmidt, Brand’s Haide© 1951
⚽ Giocammo a calcio, qualche passaggio e
poi a tirare in porta, alla saracinesca del garage, che con quel pallone rosso
fatto in Pakistan, duro come una pietra, a far gol senti che fracasso; l’altra
volta: tiro di un mio nipotino e via: ancora il monte di venere della mano
sinistra sembra che sia stato pestato con una pietra, è che andai a fermare il
pallone con la mano molle, e senza guanti, nemmeno in nitrile, che imprudenza,
però avevo la mascherina, e quindi a beccarlo sul muso quel pallone di pietra
del Pakistan, niente, come nemesi avrebbe schiacciato il potenziale, nascosto,
ammašcato virus di Wuhan; e poi passarono sulla statale i carabinieri, e a
seguire la finanza, e i vigili locali, e i carabinieri forestali,la polizia
stradale e quella cosiddetta provinciale e manco a farlo apposta la protezione
civile e la capitaneria di porto, prima di uno stronzo in bici, senza
mascherina: “Fategli il mazzo! Il poeta in porta è ‘na sega!”, e io: a noi
venne il nitrito, giochiamo sotto questo cielo di sarde e aliciastre, che cazzo
di cielo è questo, fosse stato: blu
gelo, per queste strade per niente lisce e
deserte, tranne tutto lo schieramento e il passaggio, la parata delle forze
dell’ordine, guardatemi: ho la mascherina, e anche il berretto, e sto a distanza
dai miei nipotini, e tagliamo corto: a quello stronzo: il mazzo a tua sorella l’ho
già fatto, se vuole quella culona di tua cugina, ‘ambròna, quilla ciuccia,
diglielo: 🆚
[Vs⭌ son cul!]
c'è solo un papavero, uno solo,(...) |
Fin tanto che il pallone lo rimandammo nel campo
a sud, e l’erba è immane, verde freddo, e grigio, c’è solo un papavero, uno
solo, e nemmeno sul ballast della ferrovia niente, di solito ogni primavera :
fa il ballast a papaveri!
essere a questo punto(...)a Torre Pellice(...) |
Su questo
scriverai un file di narrativa, disse quella volta, una domenica mattina, un
cane o un testimone di Geova, ah, sì: mi piacerebbe essere a questo punto di
questo contenimento a ⊺Torre Pellice, quando,
seduti appena fuori dalla tipografia Subalpina, ci mettemmo a correggere le bozze
del mio 📖Lebenswelt per L’arzanà,
un secolo fa, e attendere anche un neofascista, o quelli vecchi e ossidati
della Repubblica che fecero e adesso li enumerano, dispersi e anche inventati,
nel registro della loro Fondazione in località Lejlek, nel feudo dei nuovi
imbroni e imbonitori del volantino e del vino per corrispondenza, per non
parlare delle marmellate, e della pasta all’uovo, i grissini torinesi, che
anche quel cugino di Klelia Kostas faceva, comunque c’era pure una puttana, una
vipera e un avvocato, il commercialista e certi pittori siciliani, per non
parlare del poeta della Valtellina che a nome sembrava il paese contiguo a
Bisignano, l’agro in cui, pur non essendo più punto di nascita, e quindi a
codici fiscali dovrebbe chiudere, continuano a chiamarsi tutti [🇺]⇢Umile; Lutero: “il folle
vuole snaturare l’arte sodomitica da cima a fondo…” Lo stesso poeta
valtellinese fece una risata sorda. E mi liberò una donna, che, a suo dire,
come se l’avesse scritto Arno Schmidt: leccando un sontuoso gelato: ⚸[ben lubrificato], che non era per niente
sgradevole, e nemmeno come lo leccava, c’è quest’aria erotica così pudica,
seduti là nella piazza appena fuori della tipografia a Torre Pellice: il cielo,
un’iperbole tutta contenuta nel ⌺rombo, la losanga, di Lacan, là seduta,
la libido⌺ del poeta, persino
Grete si sarebbe fermata a riflettere: “può anche dire ⌼Infinito”; beh: infinito
e ⚸lubrificato, non ti pare
che possa essere un po’ impudente, anche se, a guardare il calendario, cavolo
quel Gallo dell’Aids non è ancora uscito a romperci il cazzo all’alba dell’83!
Oh, Dio, abbia
pietà di te, peccatore!, un’altra zotica, e non a Torre, e neanche valdese, sia
chiaro: e ancora con Grete, che rideva perversa, ed era così legnosa e secca,
manco se avesse patito l’atrepsia di Parrot, che infanzia terribile e di fame
dev’essere stata la sua, una volta mi disse: sai come ho avuto voglia di te ?
Ludmilla, la ginnasta russa(...) |
e Grete: che un po' era come LP(...) |
Più
adagio, ricordo:
un segno lieve nel primissimo cielo del mattino a Torino: sei ancora qui?
Grete:(...)che immorale che sei(...) |
E a
seguire: e se ti viene un virus, e poi che fai? Ci metti l’amuchina o il napisan?
E io: basta il chinino, Grete.
Grete: mi guardò piccata e sbottò di nuovo a
ridere, e quel muso: oh , Grete, il tuo muso appartiene a un ordine di
grandezza differente rispetto a…quella che leccava il gelato a Torre Pellice,
ci sei?
Per quale motivo, tirò fuori, sforzandosi, un
sorriso signorile: ancora: e: dai, non mettere il muso così, sembri una…
“Bestia?” e: “Ah, avrei dunque un muso da...🐎ciuccia?”
Che non mangia pomodori, feci: e lei: E cipolla,
insieme ai pomodori, con la carne in scatola.
Grete, più titubante e anche pudica, quando sta
in penombra: stasera non potremmo farci un giro? Con l’avidità che ha solo lei
verso il tramonto , tanto che spesso mi chiedevo con quale stella fissa ☆ era
incollato il suo ♂Marte, te ne accorgi anche quando si va per funghi e, a ben
vedere, il suo arco ogivale dietro le ginocchia[per tacere delle bianche fiammate delle cosce livide e senza che la mutanda sia circondata da carne da tutte le parti, come la Maite di Manuel Vazquez Montalban: ♂Grete, non solo a funghi, gira col paniere sempre senza mutanda] sembra essere l’arco tra quella stella fissa☆e, che
so?, ⚸Lilith, che, nessuno se ne ricorda, è quella che non fa lunghe
chiacchierate col diavolo, semplicemente è quella del 551, pensa, poetino: e
guardala: Grete. Riempie il paniere di funghi e 551 – o + 341 , che è Marte: -
210, sembra questa la cifra immaginaria “i”: 21(0) cfr: [-L’equazione della cifra “i” è innocua: x2 + 1= 0 ovvero 12+1=0 ovvero 21(0)che
equivarrebbe appunto al Nodo di Lilith ⚸, il nodo della Luna Nera]: il poeta-visionatore
fa l’imbronciato[=21], e Grete, quanti sono stati i momenti più felici, adesso, le
dissi: e lei annoda: non sei venuto 21+0 nei miei piaceri plurali?
Tra mano e bocca, a parlare, mi prendi tra
sussurri e tatto, senza formule di scongiuro, che…avrai anche ☿Mercurio, mano e
muso, connesso tra ⚸Lilith, sul mio mezzopunto ☼Sole/Ascendente, e anche il tuo
Sole, dio che mano che hai, Grete, perfino gli eremiti dei deserti della
Tebaide fanno spesso lunghe divagazioni sul tuo muso a punzone e la mano per
come la chiudi e la rinserri e respiri a fondo, lentamente, e calando la testa
verso il mio [mezzopunto di Attila], non posso non toccarti
il tuo culo duro come quel pallone – è pietra, come ⇢Aurélia Steiner – che fanno
nel Pakistan e: Grete, lo sai che ⇢mia nonna dello Zen, ⇠quella: faceva essa
stessa [Aurélia Steiner]?!
Non puoi trattenermi: e Grete: sì, che posso,
beffarda e sfrontata, devo tenermi a qualcosa, intanto che: cosa vedi, numeri,
elencami nomi a quattro lettere, quadrupedi, comincia, dimmelo sul muso, muso
quanto fa, ⇢ 30 e a morsi…facciamo ⇢ 340 e poi ti metti fino alle 3 e 10 a
guardarti le repliche di Mr. Robot sul ⇢ 20.
Lontano nel bosco del Torinese(...) |
Lontano nel bosco del Torinese, ci fossero state
luci a zonzo e anche lucciole, e il vento dentro ai suoi occhi sapeva già di
pioggia, probabilmente un sinonimo di pioggia, nessuno venga a dire:
probabilmente un misto di acqua e vento e trivialità, e chiusi la mano intorno
alla caviglia di Grete, ammorbidita dal bike sock “Pompea” per lui, lentamente
il vento frammisto alla pioggia e: devo tenermi a qualcosa, fissai il gancio a ⇢3, che è ⇢ la cinese, con i talloni sulle chiappe, e questi bike socks ai
piedi,allora riceverà a gola piena il liquore o la rugiada, e :dovrà piegare le
ginocchia sopra le anche: e mi tirai su
all’improvviso: dài, andiamo a vedere fin dove arriva la
foschia nel cielo!
E: scappai
nei campi, mezzo ubriaco, sempre occupato il bagno, come ogni sera: come cazzo fai a
pisciare qui nel pantano di Villapiana, tutto raso al suolo, col virus che se
passa, c’è ancora il controllo elettronico della velocità, con tanto di decreto
della ineluttabile ed eterna Prefettura di Cosenza, a fotterlo?!
⇢email di Mario Grasso a V.S. Gaudio |