MARICA LAROCCHI
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Chissà, forse sono sfuggito alle maglie di uno sternuto colossale;
inclassificato batterio di sintassi criptica. E’ possibile che sia una cripta
io stesso, una monade a galla nel tuo cervello oppure incistatasi nell’organo
precoce della tua coscienza. E là, meglio qui, sono un distintivo di nessuna
specie, senz’ombra né spessore, benché saldato al tuo respiro quotidiano -esito
di trapianto preventivo- , cresciuto oltre i confini della tua insipienza, carico
di frutti e di fogliame da gustare altrove, nei paesaggi difficilmente
reperibili entro l’orbitare dei tuoi sensi.
Dichiari di scorgermi di sbieco nelle incavature del risveglio, ma
t’invito al dubbio poiché m’eclisso più in fretta di un baleno, di un corto
sbuffo di vapore sotto il coperchio vespertino. E somiglio alla traccia che di
rado s’imprime sul foglio labile dei sogni.
Dalla silloge:
DI RUGIADA E
CRISTALLI
(inedita 2016)
pubblicata qui su Uh Magazine il 26.12.2016
pubblicata qui su Uh Magazine il 26.12.2016
🆚 La trovi adesso a pagina 35
di Affari Poetici, edited by Tomaso Kemeny, Flaminia Cruciani e Paola Pennecchi ,
Effigie edizioni , Pavia 2018