il linciaggio ✒ dai "diari sconnessi" di Carlo Pava

 

testo calligrafico© carlo pava-g.pavanello


Carlo Pava

diari sconnessi [1987-2022]

il linciaggio

 

Il sedicenne Matthew Gregory Lewis trascorre l’estate a Parigi nel 1791, in pieno durante la rivoluzione francese, Luigi XVI e Maria Antonietta sono ancora in vita ma di sicuro non gli vengono lesinate le voci dei primi eccessi cruenti della presa della Bastiglia e, in aggiunta, qualche scena raccapricciante dal vivo, non potrei affermarlo, bisognerebbe documentarsi di più sulla sua figura e sulla biografia, rimasta abbastanza lacunosa, qualche sprazzo inquietante nel saggio di John Berryman in appendice a un’edizione italiana del “monaco”, un tascabile Feltrinelli, incentrata soprattutto sulla stesura di Antonin Artaud.

 

Il Marchese de Sade proprio allora sta trascorrendo un breve periodo di libertà. Per il momento basta citarne la consapevolezza della furia irrazionale della plebaglia quando si accorge di essere stata ingannata dalle persone fino a un attimo prima ammirate e considerate degne di venerazione, di colpo smascherate in base alle circostanze più diverse e perfino casuali. L’ira e la vendetta scattano come meccanismi a orologeria, le esplosioni di ordigni in apparenza disinnescati, senza alcuna possibilità di frenarle.

 

Il suo romanzo gotico riveduto e corretto dall’attore e scrittore francese nella copia della traduzione ottocentesca di Léon de Wailly, quindi non una vera e propria versione, ambientato nella Spagna dell’Inquisizione ma in sintonia con l’atmosfera sadiana, mosso da un evidente spirito anti-cattolico, presenta alcune pagine di un’estrema audacia ancora al giorno d’oggi per la loro sconvenienza contenutistica e linguistica. Tuttavia, come sottolinea il curatore Luca Salvatore, il racconto della fine della madre superiora risulta assai più “atroce, realistico e cruento”.

 

La badessa, durante una processione religiosa, un corteo di suore a mezzanotte in onore di Santa Chiara, fra i concittadini osannanti e i pellegrini devoti, smascherata come non caritatevole, ipocrita e crudele, dispotica e menzognera, perfida e assassina, suscita di botto una reazione opposta da parte della popolaglia scatenata nella furia furiosa fino al linciaggio più umiliante. L’orda di scalmanati, poco prima anime pie, la scaraventa a terra e le riempie la bocca e tutto il corpo di “escrementi” [un eufemismo, forse, ma se ne potrebbero immaginare i capi d’abbigliamento, le braghette, le culotte[s], non mi risulta l’abitudine di indossare uno slip o una mutanda, quindi con un’agibilità più spiccia nel denudarsi la parte essenziale per orinare e peggio, là, di fronte a tutti. Ecco la fine della capa religiosa: “se la passavano a turno, e ciascuno s’inventava, per tormentarla, qualche altra bestialità”. In tema ci si poteva sbizzarrire leggendo o rileggendo la coprolalia del famoso libertino per antonomasia. Insistendo: “le chiusero la bocca a furia di calci, la spogliarono e la condussero sul selciato, flagellandola a ogni passo e coprendo le sue ferite di sputi e immondizia”. Le escrezioni personali, live, e quelle raccolte via via. E dai: “La rimisero in piedi e a pedate l’obbligarono a correre. Una pietra lanciata da una mano più esperta la colpì in pieno sulla tempia; stramazzò a terra, e subito qualcuno le schiacciò il cranio sotto il tacco e pochi attimi dopo era morta”. Da notare il punto e virgola.

 

Il branco di invasati corre a distruggere e a incendiare il convento: “i quadri di valore disseminati per terra, le reliquie sacre sparse fra i cumuli di macerie […] altri [insorti] facevano irruzione nelle celle e sfogavano sulle religiose tutto l’ardore della loro inverecondia”. L’inverecondia portata alla luce dalle tenebrosità latenti: le manie erotiche rimaste fino ad allora rimosse o sospettate. Nella prima edizione pubblicata anonima dal giovanissimo autore, un ventenne. La letteratura come un rimaneggiare continuo dopo la fine della durata del copyright, subendo le trasformazioni arbitrarie nel caos, passando al patrimonio pubblico e allo scollegamento, alla disgregazione.

 

 © carlo pava-g.pavanello

Ultimo dei quattro brani estrapolati dal settimo diario, Apocalypsis cum Figuris [2015-2022], l’ultima parte di

“diari sconnessi” [1987-2022], per lo più inedita nel formato cartaceo [mentre i precedenti sono già apparsi

in pre-edizioni, ora limati e con varianti].