Carlo Pava, un taccuino grezzo, "colori chiassosi", 2016-2017. |
il futuro contorto
I siringatori, detti siringheiros, inoculavano i vaccini contenenti misture atte a standardizzare lo stato di salute della popolazione. Tra gli elementi dell’intruglio anche certe derivazioni velenose: con effetti collaterali o letali. Inoltre, un microchip liquido finalizzato a monitorare chiunque 24 ore su 24 in tutti gli aspetti della vita quotidiana e delle pulsioni individuali, tenute a freno o sul punto di manifestarsi. Ne leggevo i resoconti in rete confrontando le pagine dei giornalisti, ascoltando e vedendo i video degli esperti d’ogni categoria o, secondo la benevolenza o la malevolenza, d’ogni risma. Ci tenevo a non indottrinarmi, attento al confronto e all’analisi, incline ai pareri non omologati, un’impresa ardua, ci provavo restando all’erta. Lo scopo principale del terrorismo mediatico a proposito delle strategie pandemiche, elaborate da decenni ma solo dal mese di gennaio 2020, grosso modo, messe in esecuzione a livello planetario, non risultava di ordine sanitario.
Philippe Guillemant, un ingegnere fisico e specialista della disciplina dell’Intelligenza Artificiale del Centre National de la Recherche Scientifique, scrive [estrapolando per brevità e per uniformare con la mia forma]: "La vaccinazione, per giungere a una normalizzazione dell'uso dell'identità digitale per ogni cittadino […] rende possibile in maniera automatizzata il controllo del diritto di accesso ai diversi luoghi, negozi, ristoranti, stazioni, et coetera, portando all’apertura e alla generalizzazione dell’immenso mercato dei dispositivi connessi, così allettante da riuscire a trasformare gli informatici in virologi. Permette anche l'introduzione di una moneta elettronica, già predisposta, con la soppressione progressiva del denaro contante”.
“L'identità digitale, con elementi staccati da sé stessi, braccialetto, orologio, cellulare, borsello […] o intima, sottocutanea, genica. Impossibile sbarazzarsi della propria identità, se non con un’operazione chirurgica”.
Continua: “L’identità digitale viene normalizzata dall'abitudine di vivere diversamente in modo naturale per renderne più sicuro l'utilizzo. Con l’App Immuni il tracciamento degli spostamenti è grezzo, con una precisione da 1 metro ai 10 metri ma, evolvendosi la tecnologia, da 100 a 1000 volte più esatto”. La raccolta dei dati personali, finita la privacy. Si verificano le autorizzazioni alla libertà con gli pseudo-vaccini per tope e topi. Soft, baby: l’identificazione e la memorizzazione di ogni infrazione volontaria o involontaria, delle persone con le quali si pranza o si cena. Il calcolo del tempo di lavoro o della permanenza in un luogo: p.e. guai attardarsi troppo in toilette. Il rilevamento delle deroghe alle proprie abitudini, mai sgarrare. Nessuna legge potrebbe impedire l'implementazione degli algoritmi corrispondenti: un linguaggio aggiornato per l’evoluzione degli automi, tutti noi ingabbiati. Tutto calcolato. Tutto realizzato per via telematica.
La Casa [interazioni, comandi, dialoghi]. Le attività private e la quotidianità [dormire, leggere, fare sex]. I bambini. I comportamenti degli adulti con la loro gestualità, la personalità comune o, non sia mai, incline al narcisismo, al borderline o al maniaco-depressivo. Questo e altro, le finalità neo-nazifasciste della cosiddetta quarta rivoluzione, teorizzata da alcuni assatanati, da un manipolo di vecchiacci sordidi e psicopatici di stampo sadico.
Rimanevo nell’orrore precedente, raccontato da Günther Anders. Mentre ci inoltravamo verso un transumanesimo inaccettabile in blocco, senza nemmeno riferirsi a quanto risultava intrusivo come un microchip addirittura nel cervello, ai nanoroboty nelle vene [una licenza personale della grafia, preferendo questo plurale], con la capacità di modificare gli esseri e l’ambiente, la loro naturale simbiosi retrograda, in dimensioni molecolari o perfino atomiche. Le visioni artificiali connesse: poveri Giacomo Balla e Fortunato Depero, la vostra “ricostruzione futurista dell’universo” in un manifesto passatista.
Entrare o no nella distopia, in questa parola inflazionata negli ultimi due anni, dipendeva dal livello di accettazione di un veleno apposito, alquanto spinoso, data la posta in gioco al di là dell’immaginazione standard. Il virus reclamizzato non ci poneva di fronte a un problema sanitario, secondario rispetto al diktat dell’imposizione di un tipo di società prospettata da una cricca di oligarchie locali: la politica ridotta a una governance mondiale la si progettava da tempo all’insaputa delle popolazioni, all’oscuro di tutti i sudditi del mondo immondo, nell’oscurità e nei miasmi amati dai furtivi.
Gli aggeggi contactless si adattavano benone a noi insetti antropomorfi, noi organismi geneticamente modificati come la frutta e la verdura, facili da manipolare, molto più di prima, per sintonizzarci con il great reset, la locuzione dell’uso giornalistico per indicare l’avvento di un New World Order, il novus ordo mundi.
Però la corrente artistica fiancheggiatrice naufragava sul nascere. Nella perplessità della terminologia trendy, nel bailamme, per allontanarmi da quell’atmosfera mefitica e avvicinarmi alla fiction e a una filosofia pre-presocratica da istituire ex novo.
Intanto le frange di terroristi a tempo pieno, quelle assoldate in vere e proprie bande di mercenari, ne inventavano di tutti i colori per contribuire a diminuire la popolazione: un tizio veniva accusato di iniettare con una siringa una variante della coca-cola a base di cianuro in molti prodotti dei supermercati.
Da quando sul Pianeta Terra le autorità nazi-farmaceutiche imponevano la guerra finalizzata all’apocalisse tutti i ratti delle fogne urbane venivano a galla: in Italia si mostravano disgustosi al massimo livello nelle esibizioni dei talk show[s] della TV. La conseguenza di tali apparizioni: in aumento la depressione tipica degli anziani. Molti trascuravano gli abituali controlli medici per la prevenzione [resi difficili, ostacolati]. La consapevolezza del gradimento della loro scomparsa dal panorama sociale.
Il bioterrorismo istituzionale effettuato a livello capillare. I mascalzoni al potere, i criminali, destabilizzavano e manipolavano la nostra mente riprogrammandola come un software. Diventava un gioco da ragazzi l’inoculazione di qualcosa nel sangue per controllarci tramite i segnali da remoto. Secondo i loro piani, ci destinavamo a restare collegati alla stupidità artificiale per neutralizzare ogni minaccia aliena, soprattutto il dissenso dell’intelligenza, della sensibilità, della cultura. Eiaculando nello slip, donne e uomini, a livello solitario, ma orgogliosi di appartenere a un’élite di privilegiati in grado di eliminare il pensiero individuale, serpeggiante nella massa, le emozioni, i sentimenti, gli intenti, compresi i rigurgiti potenzialmente emessi senza un azzeramento totale.
settembre 2021
Si assisteva a uno strano fenomeno: certi intellettuali, combattivi e celebri negli anni sessanta-settanta, con una sicura dimestichezza con il concetto di contro-informazione, abituati a riflettere in proprio sugli avvenimenti e ancora nel pieno delle facoltà mentali e fisiche, nel biennio 2020-2021 prendevano per oro colato quanto veniva martellato nei mass media, in TV, un giornale unico per un solo partito, a proposito di un virus. Un’influenza meno virulenta della “spagnola” del 1918-1920 ca., con pesanti restrizioni alle libertà individuali, intrecciate alle vaccinazioni sperimentali per cavie, coatte con ricatto, in una costante disgregazione della Costituzione Italiana. In sintesi: accettavano i dati forniti dalle autorità politiche senza nemmeno un dubbio, tramortito l’istinto della verifica, la pulsione all’ascolto delle voci discordanti [e non degli imbonitori o dei ciarlatani].
Carlo Pava diari sconnessi [1987-2022]
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(✒4.continua…)
2016: il cilindro, in permanenza nel Museo della Carale, Ivrea [Torino] |