Aurélia Steengroot e la pijp di Magritte.


 

12.

La similitudine moltiplica le affermazioni differenti,

che si appoggiano e cadono le une sulle altre.

Cacciata dallo spazio del quadro, e, 

nel caso di Aurélia Steengroot, 

dal fotogramma del video di cui alla fitting room

a Brussel, esclusa, lei tuttora in quei jeans HTC,

dal rapporto tra le cose che rinviano l’una all’altra,

la somiglianza scompare.

Ma non per regnare altrove:

Foucault questo scrisse presentando una monografia Skira su Magritte:

Non spetta  forse alla somiglianza di essere la sovranità che fa apparire?

La somiglianza, e Aurélia Steengroot,

mentre andiamo al Musèe Royaux des Beaux-Arts de Belgique [I-D4;6° piano],

che non è affatto una proprietà delle cose.

Difatti, per come sta camminando accanto e davanti al poeta, Aurélia chi potrà mai pensare che abbia lo stesso podice[kont] della ragazza che, nel video visionato dal poeta,

tirando su quei jeans tira su quanti (-phi) al giorno?

 


12.1

La somiglianza  è davvero lo specifico del pensiero, del poeta: e Magritte:”Spetta soltanto al pensiero di essere somigliante. 

Esso somiglia essendo ciò che vede, intende o conosce, 

esso diventa ciò che il mondo gli offre”.

Il poeta che ha visto quel video nella fitting room,

abbastanza esposta, vede adesso Aurélia con la ‘ndrappa verde che somiglia, anzi sembra proprio che sia quel prototipo fiammingo del video, come se fosse divenuta il pensiero e quella cosalità somatica, la cui reciproca similitudine

esclude la somiglianza.

Tanto che vorrà dire, si dice il poeta,

che in Italia il mio (-phi) avrà il 4° grado di Berne guardando la fica, kut, fiamminga del video;

qui, sto già portando a spasso lo stesso grado di Berne col passo(tred; stap;pas) di Aurélia Steengroot simile,

in tutte le cose e le linee,

i colori e la grana della pelle e dei tessuti,

al kut-archetype  di Bruxelles nel quadro di quella fitting room aperta, come un museo, al pubblico visionatore.

 


12.2

Se dico:

Aurélia Steengroot, come poes-archetype del Brabante,

Ik vind hem een lul(1), lul è il cosiddetto (-phi)

come pik a cui, voi che dite?, assomiglia o è simile,

e si tratta, a guardarla ancora e di più,

mentre stiamo salendo al sesto piano del Museo

per visionare quello che c’è di Magritte, di esclamare,

come pensiero:

Kolere, wat stuk!

[”cazzo, che fica!”]


 

12.3

Oppure:

“Questa non è la fica,kut, 

con quel rug, tergo del Brabant”

o anche:

 “Questo non è l’achterkant  di Brussel”

 

E’ l’affermazione del simulacro o è l’affermazione  dell’elemento, kut  o rug, nella rete del similare?

12.4

O:

“nulla di tutto questo è una figa, ma un testo

che simula un testo e tira su il (-phi) del poeta

anche al meridiano di Brussel;

i fotogrammi di quella kut nel video che simulano

i fotogrammi di Aurélia Steengroot

che cammina per Brussel come se stesse provando

quegli stessi jeans della ragazza di Brussel

nel video fatto apparire al poeta nel delta del Saraceno,

2 km più a nord del Satanasso sommerso;

o è una fica di Brussel [stuk van Brussel]

che è il simulacro di una fica di Bruxelles

(guardata come una fica-kut o poes che sia- che a sua volta non sarebbe visionata in un video”).

 

13.

Al modo di Magritte[ceci n’est pas une pipe], se scrivo, sotto un fotogramma del video della ragazza che prova i jeans HTC Los Angeles in una fitting room a Bruxellesl:

Ceci n’est  pas un con flamand » « Ceci n’est pas une nana flamande » chi potrebbe pretendere  che la rappresentazione di  una prova di jeans HTC a Bruxelles sia la manifestazione somatica del con flamand?

Chi potrebbe farsela se non il poeta nel quadro di un suo piacere singolare?

Quindi non essendo un con flamand,

la belle  nana del  video non è nemmeno Aurélia Steengroot, che  sta andando, con il poeta, al Museum voor Moderne Kunst(visita ore 10-17;lunedì chiuso), dove, è risaputo, non  c’è nessuno dei quadri “Ceci n’est pas une pipe”, però ci sta andando con quei jeans HTC di Los Angeles, e al [City County Museum di Los Angeles] è lì che si trova il “Ceci…”, La Trahison des images, l’olio su tela del 1929.


 

13.1

La pipa non è una pipa; forse Aurélia Steengroot, si chiede ancora il poeta, è davvero cette nana del video con la ‘ndrappa verde e i jeans HTC?

I jeans, non ha dubbi il poeta, sono gli stessi, quelli di Los Angeles, dove si trova [cette pipe].

Il poeta è dentro il fumo del suo [piacere singolare]:

dentro[binnen;  in] quella fitting room, magari come se fosse al Museum, a Los Angeles o a Bruxelles, Aurélia tira[ vs spannen, “tendere”] su(op) il jeans,

davanti(voor),

dietro(achter; aan de achterkant),

il poeta fa anch’esso delle lunghe tirate

[una sorta di lungo monologo come tirade o lang rede?],

a meno che non siano delle lunghe pipate

[ una sorta di quel farsi una lunga “pippa” come lang pijp roken]

non è come ciò che è rappresentato in quel video,

ma quel video mescola,

come Magritte che mescola perfidamente

il quadro con ciò che deve rappresentare,

il mondo così come lo prende Aurélia con quei jeans

e quel che vede fuori dalla fitting room chiunque si faccia 

visionatore di cette nana flamande a spasso con il poeta per Brussel.

 

(1)Mi sta sul cazzo.

da: Aurélia Steengroot. Il tergo  di  Brussel .

[4-continua ]


 

René Magritte  La Trahison des images, 1929 olio su tela;

Los Angeles, City County Museum