Carlo Pava
conversazioni
fra Brigitta la Dritta e Manola
[la
filosofia spicciola in un salotto di Madame de Saint-Ange]
“Martin
Heidegger dice: ‘il pensiero meditativo’, ‘pensare il fondamento ci precipita
nello sconcerto’. Quindi, siamo scoiattoli in corsa chiusi in una ruota dentro
una gabbia. Ma, se riusciamo a evadere ci ritroviamo in un appartamento al
settimo piano [il 7 in tutte le valenze simboliche], senza finestre e con una
sola porta, la porta d’ingresso dà sul vuoto. Le domande restano senza
risposte. La spiegazione: una non-spiegazione. Accontentiamoci di una
tautologia, l’essere è l’essere, calcata sulla più famosa ‘Sanremo è Sanremo’”.
“Nei
momenti dei periodi in successione, con un’identità una dopo l’altra [infatti,
mai restiamo uguali a prima, gli altri animali sì, noi no], le ruote del
marchingegno girano nel nulla ma evitando di rispolverare la dimensione
teatrale dell’assurdo anni cinquanta-sessanta del XX sec. per ribadirci
irreali, esistenti senza esistere, impastoiati nella melma. Finita la canzone,
gli ascoltatori estasiati si assentano. La modalità spazio-tempo resta l’unica
soluzione per Franz Mensch, il nostro amato maggiordomo, per ora, a tavolino,
non potendo, per ragioni di età, salire sulle impalcature e dipingere i murales
uno più spettacolare dell’altro. La volpe e l’uva? No. Le riflessioni
sull’andamento delle scelte in fatto di scrittura letteraria e di arti visive
induce al ripensamento da cima a fondo osando perfino lo sguardo al lontano
passato, o alla retroguardia, tanti Giani Bifronti, un colpo al cerchio e un
colpo alla botte”.
la
tragedia comica e la commedia tragica
Evitando
i programmi della TV, Franz Mensch, durante le ore e le notti in attesa della
notizia della liberazione di Isotta [se ne occupava Grigio Grriggio, tutto il
giorno smanioso di news, seguiva i telegiornali e leggeva i due o tre
quotidiani del padronato unico d’Occidente], preferiva elucubrare, un po’
masochista e un po’ voyeur, le cronache di Casa Saint-Ange. Consegnato l’invito
alle signorine, tanto per continuare, mentre usciva, Brigitta la Dritta
scoppiava a ridere, la risata sguaiata di una buona donna fija de ‘na mignotta:
“prima di entrare in questa compagnia, tre anni fa al Colosseo assistevo allo
sbranamento dei de-virilizzati a cura nostra, a furia di dai e dai riuscivamo a
femminilizzarli, perfino convincendoli a fingersi donne ma in una dimensione
politico-grottesca per riunirsi in un soggetto collettivo, un bacino di voti.
Quando, si sa, i veri ermafroditi e i veri androgini, sempre esistiti e
rispettati come qualsiasi altra manifestazione della natura, non si esibiscono
sul palcoscenico dei ridicoli, il passare inosservati la loro prima regola.
Manola, darling, ne sai qualcosa?”. “Noi zoccole d’ambo i sessi: noi personcine
sempre in prima linea nel seguire le direttive del potere politico, ora con il
partito globalista della depopolazione [dePopArt per gli amici], con le buone o
con le cattive”. La sin-tonia, la simpatia, “con” per la quarta volta con
cacofonia [la quinta], with, mit, avec.
I contraccettivi: insufficienti. Bisognava ridurre gli antropi a tre
miliardi, iniziando con i neo-stermini degli autoctoni.
La
sequenza continuava con un “ah ah ah” a tutta pagina. La maniera classica: AH!
AH! AH! Altre forme, p.e. per il risolino ironico e/o maligno: EH! EH! EH!
Nella chat anglo-americana un’espressione grafica resa con un acronimo: LOL,
Laughing Out Loud. A questa cosa si riduceva il pensiero del II libro, il
dialogo non pervenuto “sui poeti” nella “commedia” di Aristotele?