Carlo Pava. San Michele Arcangelo – like

Carlo Pava San Michele Arcangelo – like

Di recente, a richiesta, realizzavo uno dei miei graffiti domestici per festeggiare la polizia, in settembre, nel giorno di San Michele Arcangelo, patrono e protettore. Nel raccogliere un po’ di immagini, mie o reperite in rete per una sorta di narrative art nella modalità spazio-tempo, non potevo bypassare quanto emergeva di brutto nel periodo 2020-2023: dopo la macelleria messicana del 2001 a Genova, manganellatori a sangue di pacifici manifestanti abituati alle proteste anti-governative in un regime democratico [perfino ragazzine e ragazzini in solidarietà commossa per la morte di un compagno durante un tirocinio di alternanza scuola-lavoro non retribuito], il pestaggio di una donna incinta e la perdita del feto, infiltrati in borghese e provocatori per sputtanare le istanze protestatarie, una polizia transnazionale e segreta, la giustizia non uguale per tutti. Spigolando dall’insieme di questa opera a collage, cm 50x70, a parte il personaggio fumettistico del “cacciatore di teste”, una vignetta digitale con Gesù Cristo mentre caccia dal tempio i camorristi e i mafiosi d’ogni risma e un serpente fintamente schiacciato da un mattone [sano e salvo con tutta la sua lingua biforcuta]. Non adatta a una mostra collettiva nelle stanze di una stazione della questura, lo sapevo e ne accettavo la rimozione già al momento dell’invio con un corriere, e tuttavia questo mi dettava la pulsione creativa, senza trovare il tempo per il genere decorativo, qualcosa di carino ma leggero.

Eppure, anni fa un’associazione di studiosi mi commissionava alcune illustrazioni per commemorare la strage di Cosa Nostra, in via Palestro, a Milano, 1993: in una tavola una didascalia manoscritta esaltava il ruolo encomiabile della polizia al servizio della cittadinanza. Nutrivo il massimo rispetto per i singoli dipendenti della pubblica sicurezza [un lavoro pericoloso e sottopagato], malgrado il marcio sporadico come in ogni cosa, memore della presa di posizione di PPP quando, intorno al 1968, si schierava dalla loro parte, come figli del popolo, e non in favore degli studenti della borghesia. Ma nel primo trentennio del Duemila tutto si sta destinando al ripensamento e ai dubbi? A causa della preconizzata “degenerazione antropologica” [da mass media, dalla TV in primis] e soprattutto di una politica globalista finalizzata a un Nuovo Ordine Mondiale d’Occidente?

Un tema simile in un formato A4: Carlo Pava, "tre poliziotte e un manifestante osservati dalla finestra", 2023. Il testo verbale: "iniziando nella penombra i colori interiori hanno la dominante dell'alba e del tramonto quando si osserva il paesaggio dalla finestra".