2. Il copione del “Moderato Cantabile”
e il Sexualcafé-Game per misurare
il désir
Tutto il Moderato
Cantabile, giocato sul “Rapo”, ha un copione in termini negativi: il “Non
puoi” non permette né un intervento esterno, che liberi Anne dalle esigenze del
suo copione(che, in pratica, la “desbardizzi”, nel senso che le tolga la
bardatura)[1],
né le fa costruire all’interno del copione una condizione per mezzo della quale
possa liberarsi.
Già nel titolo c’è il tornaconto finale: non è
possibile.
La sonatine non permette nemmeno sveltine, il
tempo moderato del brano, e della storia, sembra che abbia qualche
accelerazione, ma il rallentando non gli fa mai raggiungere il “presto”.
L’espressione del “cantabile”, pur avendo
coloritura espressiva, non tocca mai l’”agitato”, l’”appassionato” o il “brio”;
è “affettuoso”, anche perché a suonare è l’enfant.
Ma se il “moderato” fosse stato più veloce avrebbe
fatto chiudere la storia diversamente?
O, anziché “cantabile”, fosse stato “espressivo” o
“con spirito”, “con slancio”, o “vigoroso”,al secondo incontro sarebbe venuta
fuori una trombata a velocità moderata o una sveltina dal volume “fortissimo”?
Per i quattro tempi della sonatine, in cui il 1° è
nel secondo capitolo, in cui avviene l’incontro e l’apertura del gioco del
“Rapo”; il 2° è nel terzo capitolo, quello de “Le magnolia en fleurs” così
evocatore e allusivo, il désir in fiore per la ligne droite de ses épaules; il
3° è nel quarto capitolo, quello del corps-miroir ou jardin de la femme, con un
“bacio”, se non una “carezza”, forte ripetuto più volte:
1)”On voyait bien votre jardin, comme il est bien entretenu, lisse comme un miroir”;
2)”le grand couloir du premier étage etait ancore allumé”: c’est le cul à voir?
3)”lasciatelo ingrandire questo “hêtre”, il faggio, con la sua ombra che ogni anno si fa sempre più spessa?
4)”Vous y étiez couchée. Personne ne le svait. Dans dix minutes, ca va être la fin du travail » : in dieci minuti il lavoro è fatto !
E che lavoro, visto che Madame Desbaresdes sembra che, ormai, stia per chiudere il gioco col consenso: -Je le savais. A qualsiasi ora, io lo sapevo, sempre, sempre…del desiderio che suscitava o del piacere che si dava?
1)”On voyait bien votre jardin, comme il est bien entretenu, lisse comme un miroir”;
2)”le grand couloir du premier étage etait ancore allumé”: c’est le cul à voir?
3)”lasciatelo ingrandire questo “hêtre”, il faggio, con la sua ombra che ogni anno si fa sempre più spessa?
4)”Vous y étiez couchée. Personne ne le svait. Dans dix minutes, ca va être la fin du travail » : in dieci minuti il lavoro è fatto !
E che lavoro, visto che Madame Desbaresdes sembra che, ormai, stia per chiudere il gioco col consenso: -Je le savais. A qualsiasi ora, io lo sapevo, sempre, sempre…del desiderio che suscitava o del piacere che si dava?
Il 4° tempo non è nel quinto capitolo, quello
della sonatine che sommerge le coeur d’incnnu, la musique qui sortit, coula,
submergea le coeur d’inconnu, l’éxtenua:
il moderato cantabile trova qui tutta la sua estensione, l’Heimlich, il familiare, il tranquillo, e il copione del “Non puoi” che affiora: “Les gammes, dit Anne Dessbaresdes, je ne les ai jamais sues, comment faire autrement?”
C’est un moderato cantabile: on ne peut faire autrement!
il moderato cantabile trova qui tutta la sua estensione, l’Heimlich, il familiare, il tranquillo, e il copione del “Non puoi” che affiora: “Les gammes, dit Anne Dessbaresdes, je ne les ai jamais sues, comment faire autrement?”
C’est un moderato cantabile: on ne peut faire autrement!
La coda, di questo 4° tempo spezzato, è la codette
pour Madame, che, nel settimo capitolo, chiude il moderato cantabile a modo
suo: on ne peut faire autrement!
Dall’altra parte, per quanto riguarda i due
joueurs, la coda è nell’ottavo capitolo, ma, per essere una sonatine c’è un
tempo di troppo: poteva diventare una sonata se i due avessero rielaborato il
tema ma con una mutazione nei rapporti tonali nel 3° tempo, quello della
ripresa, che,invece, per la differenza tonale, o il fuoritempo del jouer nel
sesto capitolo, ha indotto la signora a chiudere con la sua codette la sonatina.
E così nei capitoli finali, accantonati i quattro
tempi del Moderato Cantabile e annunciato il “Non puoi” finale con una
direttiva da genitore al Bambino del suo enfant, il desiderio esplode in tutta
la sua potenza:
il sesto capitolo è quello del fiore enorme tra i
seni, è il fallo implosivo del désir di Anne: sette giorni, dice Chauvin; sette
notti, gli fa da contrapunto lei.
Il piano, che è stato definitivamente relegato nella sonatine del piccolo, viene riaperto dal Pénard della storia: “Alors, ce grand piano, à gauche, en entrant dans le salon?” e, qualche nota dopo, in contrappunto : “Vous étiez accoudée à ce grand piano. Entre vos seins nus sous votre robe, il y a cette fleur de magnolia”. Le mani che si toccano, dopo che il bambino, il suonatore del piano, si allontana.
Tutto sta andando verso il tornaconto delle parti.
Il piano, che è stato definitivamente relegato nella sonatine del piccolo, viene riaperto dal Pénard della storia: “Alors, ce grand piano, à gauche, en entrant dans le salon?” e, qualche nota dopo, in contrappunto : “Vous étiez accoudée à ce grand piano. Entre vos seins nus sous votre robe, il y a cette fleur de magnolia”. Le mani che si toccano, dopo che il bambino, il suonatore del piano, si allontana.
Tutto sta andando verso il tornaconto delle parti.
Madame Enjôleuse: “Je crois, en effet, que je les[les hommes]ai
souvent régardés, soit du couloir, soit de ma chambre, lorsque certains soirs
je ne sais quoi faire de moi » .
Insomma, la
signora regarde du couloir, de sa chambre, des hommes.
Pénard, invece di tacere, profére un mot à voix
basse.
L’insulto, la parola a voce bassa, ripristina la
volgarità dell’Unheimlich, dando al gioco del « Rapo » il più alto
grado di ambivalenza.
Sembra che il gioco sia chiuso.
Il demone di Chauvin pare che abbia calcato troppo sull’incitamento. Anne Desbaresdes, a questo punto, dovrebbe se nn altro avvertire la “risata della forca”, solo che, à voix basse, si è tramutata in un “sorriso”, e forse perché non sia stata condivisa, cioè udita, dagli altri astanti diventa essa stessa una provocazione.
Tanto che nel settimo capitolo lei non ha più il fallo implosivo del désir ma mostra la faciès impudique de l’aveur, e il desiderio è espresso con un gesto intermnabile: “elle découvre, à boire, une confirmation de ce qui fut jusque-là son désir obscur et une indigne consolation à cette découverte”.
La sua bocca est dessèchée par d’autre faim, et l’homme sur la plage est solitarie avec la bouche entrouverte: le due parti se la stanno godendo, ma a distanza.
Il demone di Chauvin pare che abbia calcato troppo sull’incitamento. Anne Desbaresdes, a questo punto, dovrebbe se nn altro avvertire la “risata della forca”, solo che, à voix basse, si è tramutata in un “sorriso”, e forse perché non sia stata condivisa, cioè udita, dagli altri astanti diventa essa stessa una provocazione.
Tanto che nel settimo capitolo lei non ha più il fallo implosivo del désir ma mostra la faciès impudique de l’aveur, e il desiderio è espresso con un gesto intermnabile: “elle découvre, à boire, une confirmation de ce qui fut jusque-là son désir obscur et une indigne consolation à cette découverte”.
La sua bocca est dessèchée par d’autre faim, et l’homme sur la plage est solitarie avec la bouche entrouverte: le due parti se la stanno godendo, ma a distanza.
Il désir svelato e lo stato d’ivresse di Anne è
tutto nell’odeur si forte de la fleur de magnolia, l’odore del desiderio, del
sesso, il fuoco nel suo ventre, il vino cola nella sua bocca piena di un nome
che non pronuncia, cet événement silencieux de ses reins, lo scoppio, lo
spaccamento, il botto segreto a cui lei ritorna, in mezzo agli astanti del dîner, e gli invitati del dîner dans l’éclatante lumière des lustres: il
fragore, lo strepito silenzioso del suo godimento e la squillante luce della
compagnia, des lustres, in mezzo alla quale Anne Desbaresdes tace e sorride
sempre, intenta al suo brŭlante lustrage.
Nell’ultimo capitolo, il godimento interminabile
della signora durante il diner ha il rendiconto che il suo gioco prospettava:
il Moderato Cantabile, questo è le jeu que la mère joue parce que l’enfant joue une sonatine,
ovvero: le jou que la mère joue, de coté de la mer, quand son enfant joue, ou
apprend à jouer la sonatine, que sa mère joue, è allora un “Sexualcafé-game”,
in cui il Paradigma sociale(Adulto-Adulta) sanziona il copione “Non puoi”, ma
in cui il Paradigma psicologico(Bambino-Bambina) offre vari vantaggi, che sono
sintetizzati dal tornaconto,che, è evidente, ormai, non è fatale al copione: -
Son consentement à elle etait entier?
Chiede lei, dopo che lui gli ha confessato che mai
aveva avuto una voglia così. Consentement, con consenso, entier, intero, non è
le consentement total, è un “consentement”
di misura, “intera”, è addirittura strabiliato, émerveillé, une envie de 4° gré
de Berne[2](et
comment que le 4° temps de la sonatine…).
Questo è il tornaconto di Anne Desbaresdes nel
gioco “Moderato Cantabile”: la merveilleuse
envie de Chauvin, il suo consentimento intero, reciproco al suo, eclatante,
silenzioso e interminabile, speculare meraviglia de son corps-jardin lisse
comme un miroir.
Così, compreso il rito mortuario del bacio che
suggella la fin du jeu “Moderato Cantabile”, il gioco della sonatine, come
“Sexualcafé-game” può essere analizzato in questo modo:
Tesi: la donna,
che ha in sé il fallo implosivo del fiore di magnolia, entra in un Café après un
fait divvers éclatant et boit du vin. E’ una bella mossa per eccitare l’uomo e
far imbestialire la barista.
Scopo: svelare il
désir suscitato, valutarne la misura.
Parti: Enjôleuse,
Pénard.
Dinamica: “Le
baiser de loin” et “La fleur de magnolia”.
Paradigma
Sociale :Adulto-Adulto.
Adulto : « Non andremo oltre il rigore
della vostra educazione : madame, un eccesso temperato ».
Adulta: “Moderato Cantabile, prego”.
Paradigma
Psicologico: Bambino-Bambina.
Bambino: “Vostro marito vi copre de bijoux à
prorata du bilan, io vi ho fatto juer avec mon bijou”.
Bambina:”Moderato Cantabile sì, ma noi abbiamo
suonato un’altra musica”.
Mosse:1)Femmina:seduzione;maschio:controseduzione;
2)Femmina:godimento,orgasmo,solitario; maschio:intero desiderio da 4° grado,o tempo; 3)Maschio:”Je voudrais que vous soyez morte”; femmina:”C’est fait”.
2)Femmina:godimento,orgasmo,solitario; maschio:intero desiderio da 4° grado,o tempo; 3)Maschio:”Je voudrais que vous soyez morte”; femmina:”C’est fait”.
Vantaggi:
1)Psicologico interno:proiezione di cola: vomitare la nourriture étrangère a orgasmo
raggiunto;
2)Psicologico esterno: evita l’intimità sessuale, ma produce un éclatement silenzioso e interminabile;
3)Sociale interno: “Non è colpa mia”;
4)Sociale esterno: “Parlatene pure al Café e in tutto il porto, fredonnez la sonatine”;
5)Biologico: scambi sessuali verbali e désir socializzato;
6)Esistenziale: “Sono moderata, canto la sonatine, ma se jou, je jou “grave” e “lento” mais “vigoroso” e il volume sarà “fortissimo”, più della sirène e più du cri de la femme tuée”.
2)Psicologico esterno: evita l’intimità sessuale, ma produce un éclatement silenzioso e interminabile;
3)Sociale interno: “Non è colpa mia”;
4)Sociale esterno: “Parlatene pure al Café e in tutto il porto, fredonnez la sonatine”;
5)Biologico: scambi sessuali verbali e désir socializzato;
6)Esistenziale: “Sono moderata, canto la sonatine, ma se jou, je jou “grave” e “lento” mais “vigoroso” e il volume sarà “fortissimo”, più della sirène e più du cri de la femme tuée”.
da:
V.S.
GAUDIO
L’EMBARDAGE-DURAS
Il
pentagramma narrativo du désir
© 2003
[1] Desbaresdes ha in sé la “barde”, la
barda, sorta di equipaggiamento o di sella, che, qui, in questa forma, viene
sbardata, tolta, come se si alludesse a una dominazione che annullerà, o
vorrebbe farlo, o fa credere che lo si potrebbe fare, la distanza della forma,
la bardatura della convenienza. E, nascosto, c’è il senso del verbo “barder”,
che è sempre “una faccenda seria” se è “ça barde”; vuol essere una faccenda
seria se è “ça va barder”, e se è “ça à barde” è stata una faccenda seria,
quando ci si riferisce a un lavoro duro o a un avvenimento inquietante. La
forma negativa della radice del cognome indica lo Script del Dasein di Anne: da
quell’avvenimento inquietante, le sordide fait divers avvenu dans ce café, la
faccenda, che ne consegue, non è per niente seria, è una sonatine che
“desbarde” le décor, o lo débar,lo sbarca, appunto, al porto. L’”embardage” che
la signora gioca con le bateau rouge(vedi nota precedente) è anche questo
debardage, lo scarico di un bateau rouge(da un puniche) du vin pour le mener en
bateau(per dargliela…a bere!). D’altra parte, se “Desbaresdes” non fosse
“débardée”, sbarcata, sarebbe “débarquée”, ma non al porto, all’aeroporto. Ma,
forse, sarebbe stata un’altra musica.
[2] Il grado di désir vs il grado di erezione. Rifacendoci ai quattro gradi di turgidità
prospettati da Berne, nel quarto grado “il cappello si curva all’insù, come per
supplicare il cielo di concedergli la soddisfazione immediata. Siamo allo
stadio estremo, alla vertigine carnale che è il coronamento di tutti i grandi e
combattuti corteggiamenti degli amori letterari” : Eric Berne, Fare l’amore, trad. it. Bompiani, Milano
1987: pag. 60. E’ il grado dell’embardage du ras, il pieno, le ras, che
trabocca. Ma, vedete bene com’è tutto circolare, come la circolarità della
marea, e quindi le raz de marée, il raz di marea sommuove la retorica del
gioco, della transazione? La misura du-ras, del raso, questa “envie
merveilleuse”, è la misura Duras, il grado che trabocca o la misura che
rasenta, ed è dunque anche il tocco della Frôleuse?
Perché, se embarde le batelage pour
le chaud du vin, embarde aussi l’embardée pour le désir ras. Un coup
d’œil al ” ras” , come promontorio abissino, mi sembra che sia
superfluo, il “di più” del “consentement entier” di Chauvin,
ecco il superfluo fatale al tornaconto del suo copione.