■ Day's Pondus 21



Day’s Pondus by Alfred Hitchcock
di V.S.Gaudio


L’operazione Heimlich di Hitchcock, nel fare protagonista, del suo remake L’uomo che sapeva troppo del 1956, Doris Day, la “fidanzatina d’America”, è tutta sottesa o contenuta nel suo vero cognome che è von Kapplehoff  che contiene:
1) Kapelle “cappella”, ma anche “orchestra”, “banda”
2) Hof[i] “cortile”, ma anche “alone”, che, nel film, è l’enigma-punctum di “Ambrose Chapel” che si raddoppia anche come “alone dell’orchestra” essendo, come punto-Heimlich del film, l’assassinio che un orchestrante inconsapevolmente, con il suo strumento-assolo, deve decretare.
Ma l’”alone della cappella”, ma anche la “macchia dell’orchestra”, è anche fatta sottentrare diabolicamente da Hitchcock scegliendo questa attrice-cantante che, bionda e pudica donna di mondo, una vera signora, ha quel quid allusivo del suo poter essere, trasformarsi in, una puttana in camera da letto: non diceva lo stesso Hitch che le donne più interessanti, sessualmente parlando,  sono, oltre che inglesi e svedesi, le tedesche del nord, e questa pudica attrice non ha nella sua Herkunft sangue tedesco?
Il tenue, noncurante, lieve Hitch dov'è che si mette?
Dietro, a lato...
C’è qualcosa di diabolico in Hitchcock nel prendere questa apparentemente banale attrice-cantante, affidarle un ruolo di ex cantante sposata a un medico[ii], che, trepidamente madre, e quindi sempre più dentro la superficie dell’Heimlich, tra l’Unheimlich dell’orchestra e quella della cappella, fa, senza che ve ne rendete conto, le carezze a un’altra cappella, l’alone c’è e basta osservarlo da vicino per capire di che si tratta, senza dimenticare la scena in cui la von Kapplehoff si appresta ad entrare in “Ambrose Chapel” e il perverso Hitch, lieve, quasi tenue se non esile, noncurante, dopo averne mostrato il passo pieno e apprensivo nell’attraversare la strada, ne inquadra, quando è sull’uscio della cappella, il podice, lieve e deittica immagine, che ci costituisce come l’ alone della cappella(=KapelleHof), la sua essenza, il suo essere quel qualcosa.
E’ tutto in questo quadro dell’entrata, o dell’entrare, di Jo in “Ambrose Chapel”, il punctum, l’Heimlich del film: “The Man Who Knew Too Much” è, in effetti, l’uomo che vede troppo: “The Man Who See Too Much”; è Hitch che vede, inquadra e consacra l’alone della cappella; la macchia della Cappella di Ambrogio(l’Ambrose Chapel), d’altronde, sempre in tema clericale, non è l’”attraction de Milan” la posizione numero 40 de “Les quarante maniere de foutre, dèdiées au Clergé de France”, che, appunto, per essere definita come “attrazione di Milano” è l’”attrazione ambrosiana”. Senza dimenticare che l’ambrosia è in qualche modo affine a Doris, che, in quanto “Day”, “giorno”, ne illumina, ne mostra la parte in ombra. Questa delizia dorata che sulla porta, sull’uscio, della cappella.







[i] Hof è anche “corteggiare”, “corteggiatore”, quindi è Heimlich questo corteggiamento sulla porta della cappella; come è Heimlich anche il corteggiamento della cappella, il corteggiamento visivo della c. sul c. e intorno al c. della Kapplehof, cioè il corteggiamento della cappella nel cortile della Cappella…o la corte in cappella musicale, il canto, l’urlo a cappella…Non si sorvoli sul fatto che il “corteggiamento della cappella” è lo “shummulo” che si fa per l’ambrosia della cappella! Anche nella sequenza in cui Jo Conway seduta al piano canta “Que sera sera”, e canta a cappella, il regista, se guardate bene,  assolutizza, corteggiandolo, il dorso.
Hof è anche la cappella, l’errore grossolano: prendere una cappella, fare una cappella, è appunto “l’uomo che sapeva troppo” e invece non sapeva niente…se non che era solo il marito della …Kapplehof.
[ii] E’ Jo Conway, in cui, in qualche modo, sottentra la “Josephine” che, in argot, è la “donna pudibonda, virtuosa”; e “Conway” è lo stato, il modo, la maniera del “con”, l’atteggiamento “connesso”, a modo, di superficie. Sotto, “con” è anche “bussata” per cui “conway” sarebbe la “maniera, il modo, della bussata”, che è oltretutto speculare alla bussata a vuoto alla porta della Cappella, nella scena in cui tutta la sequenza dell’appressarsi del suo ponderoso podice culmina come punctum…per il canto a cappella.
All’epoca, essendo alta l’attrice 168 cm, stando alle immagini, poteva avere un peso-forma attorno ai 58 chilogrammi, che, in rapporto agli hips sui 35”(89 cm), le dava un indice del pondus pari a 21, il grado più elevato del valore “medio-alto”(scala decrescente tra 26 e 21): altezza 168 -[hips 89+peso 58=]147=21. L’indice costituzionale è, con questi dati, pari a 52.97, lievemente sotto il livello mesomorfo(che è 53) della normolinea: Hips 89 x 100=8900:altezza 168=52.97.


[©2007-2008]


Surpriseeb?

In questa foto in cui c’è la Day, Stewart e Hitch in un party post film, c’è questa sintomatica didascalia: “surprised” che si commuta in “surpriseb”, ovvero “sorpresa dal sebo, dalla crema della torta”, per la crema-torta sulla punta della scarpa…Kappe è lo spunterbo, la mascherina, e sulla Kappe c’è “ambrose”(il “cibo di Dio”, il boccone divino). La cappella, la mascherina,  della scarpa e il “See” di “vedere” che è nella sorpresa dell’Heimlich di “sed” che si fa “seb”, cioè l’”insebatura” tra cappella e Cappella, l’”alone” è ormai una “macchia” evidente, esposta, espressa, eccola, cercatela nel film, sembra dire l’artefice. Quando, con quella scarpa, la Kapplehof muove il suo Hof, l’orto, il giardino, la corte, il cortile, verso la Cappella, Kapelle.