La comunicazione obliqua è d’altra parte naturale nella dissolutezza, in cui il Bambino è programmato dal Genitore[i] :
come la trama svela, Henia, in quanto sentimentale
dissoluta, partecipa all’omicidio di Siemian, ordinato da suo padre
Hipolit. Ed è da questa disposizione del Genitore che il Bambino –così
programmato in Henia- trova nel diagramma di relazione sulla linea simmetrica
9(B-B) la connessione come compagna di gioco con Karol e sulle due linee
asimmetriche 3 (G-B) e 6 (A-B) la messa
in atto del copione “Fallo!”, in cui l ‘ ISUFYPA[ii] è più che altro
un gioco “pararapo” di 3° grado in cui la raccolta punti per l’album inerente
lo script di Henia è fatta con
figurine di “Buoni adulti” eliminati per “Buoni adulti” affascinati: così
riempito l’album non dà come compenso prodotti del gioco “Ti voglio bene, ma un
giorno o l’altro finirai male” o “Guarda cosa mi hai fatto fare”(ossia: “Mi hai
fatto perdere la mia verginità”, “Mi hai messo incinta”, “Io non volevo, e tu
mi hai violentata”) ma prodotti sublimati del gioco “Pistola giocattolo”(che
qui è semanticamente il coltello), che è giocato di solito da persone che
fingono di essere degli adulti ma in realtà sono dei bambini precoci: così
l’erotismo polacco, come semivalore dell’alta pubertà, è questa mobilità
inquieta a zig zag del Carro, che è in realtà condotto da bambini precoci che
fingono di essere adulti:
Henia non dice “Veramente non ero
pronta” e Karol non pronuncia “In realtà non posso spingere fino in fondo”; il
Genitore non avverte: “Attento a non essere tanto stupido da credere che la
pistola sia autentica”. Alla fine scopriamo che questo gioco sessuale, in cui
viene decantato l’erotismo polacco come semivalore, ricalca lo schema della
variante “Facciamo soffrire il fidanzato”, nel senso che nella versione
dell’erotismo polacco si chiama “L’impiccato”.
La comunicazione obliqua di Enrichetta è fatta di silenzio, “che non è antitetico al messaggio ma è esso stesso
comunicazione. Contestualmente regolato, definito dalle situazioni, dai luoghi,
dai momenti, obbligato in alcune circostanze, sanzionato in altre, il silenzio,
là dove dovrebbero esserci parole, si fa
sentire”[iii]. E si fa sentire in ragione e in presenza dell’ostacolo quando il
desiderio identificandosi con esso finisce col far sentire i sentimenti che il
personaggio(Enrichetta ) sta fingendo.
Il silenzio e il terzo,
nella triangolazione comunicativa è qui Federico con l’autore, definiscono,
illuminando l’elemento della coppia che si intende colpire, il target, tanto che entrambi agiscono
dissolvendo la coppia ufficiale e formando la nuova coppia: il “target”, che è
Alberto, è colpito dal “silenzio”, ovvero dalla “comunicazione obliqua” di
Enrichetta, e dalla parola del “terzo”, che, quando si ricostituisce come
messaggio non verbale, non potendo essere parola anonima si mostra in scena
incontrollabile e ineffabile,come una chiacchiera, un pettegolezzo, una
maldicenza, che è reso proiettile come segreto visibile.
[i] Cfr.
Eric Berne, Fare l’amore,
trad.it. Bompiani, Milano 1987: pag. 253
dove c’è nella figura 17c rappresentata
la “dissolutezza”: G(=Genitore)====B(=Bambino), ovvero il Bambino programmato
dallo stato dell’io detto Genitore.
[ii]
Ovvero: “I Show up for You people Adults”: cfr. V.S. Gaudio, Henia’ s Game, La Lebenswelt (da: Witold
Gombrowicz,Pornografia, 1960)
sull’erotismo polacco come semivalore, © 2007.
[iii] Ivi.
· feminae semipondus, 4 - continua ·