 Poliça non è l'angelo Stuart


Un angelo Stuart







Lo Shummulo e il guerriero
Io non ero amato da chi abitava il mio paese
non certo perché dicevo tutto quello che pensavo
o perché prendevo a sassate quelli che mi offendevano,
fu così che divenni guerriero senza protestare
direttamente, senza nascondere o covare segreti
rancori e risentimenti, semplicemente mi misero
un altro nome e fu come quel ragazzo di Sparta
che nascose il lupo sotto il mantello e  si fece
divorare senza un lamento, come si fa a staccarsi
il lupo di dosso per combatterlo apertamente
là dove a mo’ di litote hanno l’aforisma o il postulato
del terrore che è più meno quel comandamento
che dice di lasciare il lupo e prendere l’arbrëshë,
è questo il coraggio, anche per la strada, o soprattutto
per la strada essendo degli indiani senza ruota, in
mezzo a polvere e urla di dolore, così imparai
un’altra lingua per via del dover essere un guerriero
che nel silenzio vede i colori dell’anima avvelenata,
intanto che il mio avo fu tenuto prigioniero e poi
la prigione fu abbattuta cosicché non restasse traccia
dell’infamia di quella razza e di quella gente che ogni
anno ingrassava così la grande troia, e io a dirmi
ci vuole coraggio e acqua per fare questo, e sangue
non solo quando l’estate svanisce, un po’ prima
quando è allora che riappare Dago e il guerriero
è questo giannizzero nero lungo la strada sabbiosa
dove l’acqua manca e ci sono gli scalzacani che
fanno finta di dormire un sonno senza sogni
lì sulla collina vicino al fiume o sotto
la pelle della mia mano con Poliça che si ferma
nella commozione di questi campi silenziosi
e canta in tutto questo spazio in cui la mia
identità è scomparsa e mio nonno tenuto
in vita fin quando servisse a dare un nuovo
nome al brigante del triangolo e del cerchio,
un padre amoroso non c’è stato a farmi un
gran buco nel cuore, fosse stato Dago che
da Venezia anch’egli fu messo in fuga
e senza ruota tanto che per gli albanesi stessi
si narra che il giannizzero fosse Pa-Rrotë
semplicemente un guerriero che quando arriva
la primavera non sussurra nel tenero prato
né ha conquistato lo spirito e, tramite lo
spirito, la pace né ha scivolato mai con la lanterna
a occhio di bue di porta in porta nella piazza,
né ha mai tremato la sua anima o ha stentato
a stare sui binari di una vita nuova,
la lingua cosa può dire che già non sappiamo,
e potrà mai raccontare che cosa si agitava
dentro di me, o è questo che canta Poliça
un alto e urgente proposito dell’ anima che
per la pulsione del suo oggetto a non la spinge
a imparare a memoria l’Enciclopedia Britannica
né a rubare le troie di Sibari e andare in guerra
dietro al suo guerriero ma a farmi lo shummulo
e se guardate bene in acqua non c’è un’anima
in giro  e la foresta è appena scomparsa e non mi è
caduta addosso la pioggia che scorre via
così la mia anima risponde al canto di Poliça
come l’ascolto e la riascolto dentro un cielo
d’acqua che non è estivo e i miei occhi vanno
oltre la pagina, la luce passa fa sotto di sé
qualsiasi cosa senza che ci siano alberi attorno
né un bicchiere sul tavolo, cavalieri in armi
e una giovane donna che si china allo shummulo
e non è l’angelo Stuart
by v.s.gaudio