Banana Walking 1951
by Yale-Joel
1951, l’anno del
poeta e l’oggetto a delle 12 banane
Il fenomeno della banana
spinge in tre direzioni l’esplorazione del campo dell’alterità: verso la carne, in quanto mediatrice tra sé e il
mondo, che, secondo Ricoeur, va considerato secondo le sue molteplici modalità
di abitabilità e di estraneità;
verso l’estraneo, in quanto è mio simile pur
essendo a me esteriore;
infine verso il foro interiore, che è designato dalla voce altra della coscienza rivolta a me
dal fondo di me stesso.
La carne, dentro lo schema verbale dell’agire, subire e patire, sembra che attraverso l’estraneo arrivi al fondo di me stesso nel foro interiore, dove sostanzialmente c’è
l’inconscio che altro non è che la parola
interdetta.
Quella storia della
banana di Enrico VIII, di cui scrivemmo dentro
l’analisi della finestra e
delle mule irlandesi in “Roma senzapapa” di Guido Morselli, ha la stessa virtù inquietante dell’Unheimliche che, caratterizzando l’inconscio
stesso, porta il soggetto in cerca di una parola meno tagliata o interdetta e
lo spinge a incamminarsi verso un riconoscimento della sua vita profonda.
Il 1951, come anno della
banana e dell’incamminarsi, con 12 banane come carico o bisaccia, è un po’ l’anno
delle 12 banane e del foro interiore, in cui si incrociano l’ azione di abitare e la passione di errare: sul piano dell’essere-al-mondo
del poeta che riconosce l’Altro e il foro interiore nel sostantivo-archetipo “banana”,
e l’altro e l’estraneità, e quindi l’ alterità
patagonica, nello schema verbale che la “banana” attiva in quanto simbolo diairetico afferente alla “spada”: il luogo dell’intima sicurezza e
la voce del foro interiore con cui l’Esserci chiama se stesso.
Resta il mistero dell’estraneità della voce, che non essendo inferiore a quello della carne e a quello dell’Altro, non fa mai percepire la presenza della mater a casa propria, per questo la banana – nello schema numerale del calendario – ha la circolarità dell’anno, e quindi la sua frattalità, che, dal foro interiore, con l’analemma esponenziale fa passare, al meridiano dell’oggetto a del poeta, l’oggetto a originale, che, dal 1951, sta camminando nel suo foro interiore con il carico delle 12 banane.
Resta il mistero dell’estraneità della voce, che non essendo inferiore a quello della carne e a quello dell’Altro, non fa mai percepire la presenza della mater a casa propria, per questo la banana – nello schema numerale del calendario – ha la circolarità dell’anno, e quindi la sua frattalità, che, dal foro interiore, con l’analemma esponenziale fa passare, al meridiano dell’oggetto a del poeta, l’oggetto a originale, che, dal 1951, sta camminando nel suo foro interiore con il carico delle 12 banane.