Thomas de Quincey ♂ Geena Davis, il tiro con l'arco e il Poetosofo™

GEENA DAVIS è UN DARDO AL CUORE DEL POETOSOFO

Thomas de Quincey ha dovuto omettere nella relazione quanto gli Inquirenti, analizzando il fatto che il Poeta fosse solito praticare l’“erotismo da plebeo”, non solo a Pompei, Ercolano e Napoli “durante i turgori dell’adolescenza matura”, avevano appurato che non più nei turgori dell’adolescenza matura ma con la stessa “esigenza illimitata del desiderio che dà al cuore degli uomini  una sorprendente audacia”, il Poeta aveva toccato le derrière dell’attrice americana Geena Davis in Piazza Castello a Torino.
La sventola americana, che indossava i jeans come in “Thelma & Louise”, passeggiando con un’amica sotto i portici di via Roma, con quel suo incedere verticale ed erettivo, aveva destato, tra i passanti, i sensi del Poeta, che,  dopo aver colto l’”éclat du derrière” di questo “objet du désir”, lo toccò proprio quando le due amiche stavano entrando nel Bar “Baratti & Milano”.
Geena Davis, come si dice a Napoli,fece prendere il passaggio al Poeta con apparente “nonchalance”condusse il gioco di “seduzione”, per lei e per il Poeta, e paura, all’inizio solo per il Poeta, fino a quel Tocco Totale , che lo stesso Poeta aveva qualificato, negli Items del Contatto, item i1; nei fattori cinestesici fattore 5; negli items della Carezza item E, sintesi espressa non più dal “Manipola” come Item E della Carezza ma come spudorata erezione del dardo tra les fesses dell’attrice americana.
Dopo che l’inaccessibilità dell’oggetto del desiderio fu annullata dal contatto più esplicito e vertiginoso, e dopo che l’eccesso di gioia fu colmo, il Poeta e l’Attrice, fuori dalla griglia che aveva determinato la ressa e il contatto, sedettero a tavolini contigui, lui da solo, lei con l’amica.
Quando il Poeta stava sorseggiando il suo caffè ristretto, Geena Davis si alzò, gli si avvicinò e gli sussurrò: “Il dardo che mi hai piantato tra le chiappe te lo pianterò nel cuore!”
Così l’Attrice, amère de vengeance, imparò l’uso dell’arco ed è diventata tanto brava che sembra che abbia “le carte in regola per essere tra le tre campionesse della squadra degli Stati Uniti che parteciperà alle Olimpiadi di Sidney del 2000”(lo dice, parola più, parola meno, l’allenatore della squadra olimpica americana M.J. Rogers: “Corriere della Sera”, 20 agosto 1999).
Geena Davis, per farla breve, nel Fascicolo del P.M., è tra gli Indiziati: nella Griglia di Parsons, non quella divulgata e in uso anche per il Lafcadio Incaricato, “risponde” sia al Problema della Casella 1: quello degli oggetti sociali come appropriatamente ricettivi, sia al Problema della Casella 2: quello degli oggetti sociali come fonte appropriata di rispondenza, sia al Problema della Casella 4: quello della lealtà espressiva, in cui l’altro come compartecipe deve in qualche modo avere requisiti di attaccamento affettivo.
Insomma, sembra che durante le riprese del suo ultimo film “Stuart Little”, in distribuzione negli States a Natale(del ’99), chiedesse spesso al regista di poter prendere delle pause per allenarsi.
In una di queste pause, si suppone che abbia raggiunto il Poeta in antagonismo con Hegel, che, sorpreso di vedersela davanti, nella sua Tenuta del Petrone Saraceno, con in mano l’arco, le abbia chiesto come mai un’americana così fortissima e determinata come lei, che, pur affermando di essere contraria alle armi, e che aveva perciò preferito utilizzare il suo “talento per i bersagli in maniera più romantica” non avesse considerato il fatto che, nello sport, e in maggior misura nel Tiro con l’Arco, la caratterizzazione infantile dell’ostentazione è, secondo Thorstein Veblen, tendenza evidente nell’ambito mentale fisico barbarico . Per non parlare delle altre “ferine” caratterizzazioni aggiunte da Veblen, che scriveva, non lo dimentichi- le disse V.S. Gaudio – alla fine del secolo scorso: l’”attitudine di rapina”, l’”arroganza”, l’”ostilità”, la “violenza”, il “cavillo”, etc.
Si dice che qualcuno abbia sentito urlare Geena Davis all’indirizzo del Poeta: “Veblen non capiva un cazzo ed era un altro impudente Leone toccaculi sempre intento a convincersi di avercelo sempre duro! Konrad Lorenz, invece, ha detto che lo sport favorisce con la ritualizzazione l’abreazione dell’aggressività”.
“E Tinbergen?”, sembra che, a questo punto, abbia urlato il Poeta.
“Nikko è un coglione – ha detto Geena – e sai perché? Perché, dicendo che l’Assassino è senz’altro un uomo, non ha capito un cazzo pure lui!”
“Perché?”, fece Gaudio.
“Perché il dardo che mi hai fatto vibrare tra le chiappe al “Baratti & Milano” di Torino te lo faccio vibrare nel cuore, e ti vado in culo a te, a Tinbergen e a Thorstein Veblen!”
Una che tira una media quotidiana di 300 frecce non sbaglia tiro se il bersaglio è il cuore di un Poeta.
Anche se l’ostilità e lo spirito di vendetta della Toccata, avendo la stessa pulsione sado-orale di chi scaglia il giavellotto per “toccare”il partner(‘ferire’ la mater?), lasciò a lungo perplessi gli Inquirenti incapaci di dirimere il dubbio:
    
Geena Davis con Susan Sarandon
in "Thelma & Louise"
“Se voleva toccare il partner
     perché non gli ha toccato il dardo
     anziché tirarglielo?
     E se voleva “ferire” la mater
     perché ha “ucciso” il Poeta?
     E se Veblen avesse ragione, per l’arroganza e la barbarie
     psichica della protagonista di “Thelma & Louise”,
     essendo stata anche protagonista di “Ragazze vincenti”
     (regia Penny Marshall, 1992)come star del baseball femminile,
     perché non ha sublimato l’aggressività imparando il gioco
     del baseball e prendendo, di conseguenza, a mazzate il Poeta?”
Un Perito Psicanalista sembra che abbia, almeno in questo caso, contribuito a dirimere il dubbio:
     “Come scrisse il Poeta, nella struttura sado-orale di Geena Davis, la semantica del lancio prende la distanza dal fallo che l’aveva toccata; nella semantica del baseball, avendo la mazza in mano e dovendo con essa “toccare” il corpo del Poeta per poterlo massacrare, la distanza dal fallo, che la toccò, non potrebbe essere attuata. Ecco perché la signora Davis ha usato l’arco: per piantargli un fallo nel cuore.
In questo ha ragione l’Attrice quando, per prepararsi al ruolo in “Thelma & Louise”, andò a lezione di tiro a segno(“Mi dissero che ero una pistolera nata, ma visto che sono contraria alle armi ho preferito utilizzare il mio talento per i bersagli in maniera più romantica”: cfr. “Corriere della Sera”, 20 agosto 1999).
Un bel Lafcadio Romantico che, colpito al culo, risponde colpendo al cuore, anche perché il Poeta non fu stratega con le figure della passione:
Gli ardenti dardi
ch’Amor sovente gli facean gittare:
dovrebbe cominciare dagli occhi l’approccio, secondo Pulci(1432-1484), e mai direttamente dal basso, non con l’asta che non si lancia ma, con strumenti come lo sguardo, la parola, il gesto, il dardo”.
La FRECCIA CONSEQUENZIALE sembra che abbia come bersaglio una conclusione sconcertante:
1.    IL POETA PELOTEUR TOCCA
2.   IL CULO dell’
   ATTRICE AMERICANA
3.  CHE RISPONDE AL DARDO
4.    IMPARANDO A TIRARE CON L’ARCO
5.      COSI’ NON SOLO PIANTA UN DARDO
   NEL CUORE DEL POETA
6.  E LO METTE A TACERE
   UNA VOLTA PER SEMPRE
7.  SOPPRIME IN PIU’
   UN MOLESTATORE
8.      DIVENTA CAMPIONESSA DEL TIRO
    CON L’ARCO E VINCE MEDAGLIE
9.  t VINCE L’ORO OLIMPICO A SIDNEY 2000

Alla SCOCCA della Freccia, la Toccata del Poeta,
che s’INCOCCA tra le CHIAPPE dell’Attrice,
ha, nella PUNTA, della freccia, l’oro olimpico:
quindi, il Poeta è utile, almeno fino a quando tocca i deretani delle incazzose e vendicative attrici americane?
Allora perché sopprimerlo?
Continuando a cercare l’ispirazione nel “Pelotage Mondano”
il Poeta quante altre conseguenze potrebbe causare?


4[da : L’Assassinio del Poetosofo Conferenziere al Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino: in una relazione postuma di Thomas de Quincey per “Carte Segrete”; questa Postilla su Geena Davis a Torino è dell’Anonimo del Gaud,tratta da: L’Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti ã 1999-2003]3