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▐ Lem-mario
by mario grasso▐
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IL CIORDO DI GIUMMO
(ovvero: la
formula del Ciordo)
di Mario Grasso
La formula
del Ciordo è lo stesso Ciordo. Probabilmente lo sapevate. Nel dubbio
m’ingegnerò a spiegarla, anzi a spiegarmela, non foss’altro che per il
tentativo, intanto, di cominciare a capirla meglio io stesso. Il dunque è
conclusivo e me ne riservo l’uso per l’ultima frase. Vado col premettere che
più si è, meno ci si intende, e subito propongo il caso di Giummo Trecca.
Giummo ha sempre avuto stima di sé. Un vantaggio. Da bambino rubava la
marmellata e accusava il gatto. I genitori lo assecondavano ammirati. A scuola
cominciò a distinguersi per i copiati. Ma, furbastro, sapeva recuperare con il
tempo. Non aveva proseguito con gli studi e si era tuffato nel mare della vita
con lo spirito che ne aveva corroborato l’infanzia e l’adolescenza. E giunse
anche per Giummo l’ora da grande. La formula del Ciordo, che per grandi linee
consiste nel provocar blando e continuo, blando quanto ininterrotto. A lume
d’analisi rigorose tutto il segreto della formula sarebbe nel contenimento, e
per dirla in termini fonici, mantenendo il diapason a livelli di faccia-vista.
Si dirà che non è del tutto chiaro il concetto e ricorro a un esempio pratico,
puntando a prendere per unità di misura i decibel. Ebbene? Far Ciordo sarebbe
sforare dì un minino nei momenti, nei luoghi o negli argomenti e nelle
argomentazioni, nelle pieghe e nelle allusioni, sforare ma a mani giunte e
bocc’aperta, come pronti a mimare un “non sono stato io” un “volevo dire altro”
“è stato il gatto…”
Il Ciordo,
insistendo nel tentativo di penetrarne l’essenza, è una forma di masochismo
mascherato da sadismo, infatti si fa Ciordo per desiderio di venire puniti,
castigati, fustigati, espulsi. Appare come sadismo, appunto, come formula per
punzecchiare il bersaglio, graffiarlo, ma è solo apparenza, parte
superficiale della formula, che è propria degli immaturi e dei masochisti.
Dunque il Ciordo è l’arte dei furbastri vigliacchi senza avvenire.