Lamberto Pignotti│Le cosiddette gioie minori


LE COSIDDETTE GIOIE MINORI

“Non vedi che ci consumiamo per nulla? Tu mi dicevi l’altra sera: ‘Noi… noi…’: eccoci noi siamo qui, la nostra storia, come tu la chiami, è questa”.
“E il bacio dell’altra sera?”
“Quel bacio non era neppure un bacio”.
Erano dunque una coppia come tante: non ricchi, non belli, non più giovanissimi, privi quindi dei requisiti che secondo il modello  attuale, permettono di raggiungere il massimo. A loro due era capitata però la fortuna di aver capito per tempo quanto sia importante imparare ad apprezzare le cosiddette “gioie minori”, come lo stare vicini in silenzio, andare a una festa chiassosa e tornare tenendosi per mano, stupirsi reciprocamente pensando e dicendo la stessa cosa, litigare, anche perché come carattere non erano pappe molli, ma poi guardarsi ed annegare il broncio in un sorriso.
“Certe volte ci capita di partire curiosi alla ricerca del punto G o Z, o come cavolo si chiama, sentendoci dolcemente appagati quando capita di trovarlo”.
“Andiamo a tentoni… Bisognerebbe passare questo problema ai medici e ai fisiologi. Ipotesi…”
Al diavolo le ipotesi. Di solito erano troppo stanchi per ricerche del genere. Un giorno forse, le confidò trasognato,  avrebbero saputo che cosa determina la forza di ritrasmissione di un particolare pensiero o immagine – o si trattava di condizioni speciali che portavano alla selettività ricettiva? – o se un interscambio di dati sensoriali imprigionati da un’area ad un’altra o se la virtuale immortalità cellulare possa spiegare la ritenzione di impressioni per dieci o venti o cinquanta mila anni. Fino ad allora avrebbero dovuto bastare i nudi fatti…
Alquanto aggressiva a quel punto lei lo interruppe: “Perché non metti tutte queste belle parole in musica e ne fai un disco?”
“E va bene, se ti dà sui nervi sentirmi dire la verità, concluderò subito venendo al nocciolo della questione…”
I suoi pensieri si fecero però confusi, mentre se ne stava lì nella brezza della sera che scorreva come un
balsamo sotto la sua camicia accarezzando i suoi muscoli stanchi e contratti…
… Sobbalzò violentemente per la sorpresa.
Wordle: le cosiddette gioie minori by pignotti
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“Torniamo in albergo”, gli aveva urlato improvvisamente sua moglie. “Qui è bellissimo, e tu ti arrovelli la mente. Non sai proprio goderti la vita, le vacanze, hai bisogno soltanto di almanaccare, di riposarti mai; e quando sei stanco ti metti a pensare ai casi tuoi, ai libercoli da scribacchiare, alle prose sconclusionate, alle poesie campate in aria,  alla rabbia di non essere un genio. Che t’importa, dimmi?”
Stavano camminando a passo svelto e quando arrivarono al loro albergo non si erano ancora rasserenati. Lei era insoddisfatta, e lui non sapeva ancora come sistemare il problema delle cosiddette “gioie minori” e del punto G o Z,  di cui però nel frattempo aveva ideato di buttar giù un breve racconto.


│da altre storie ibride © 2014lamberto pignotti