La bandella con i 40 poeti |
♥ Lo stile “W” di Wisława Szymborska
│AAA
EUROPA CERCASI│
la cover dell'Antologia Poetica Internazionale a cura di Lino Angiuli e Maria Rosaria Cesareo |
Abbiamo
rifatto l’operazione, di cui ve ne abbiamo reso la cronaca nel testo apparso
recentemente su “Uh Magazine”, stanotte[i]
appena dopo la mezzanotte, avevamo il libro di Angiuli e Cesareo[ii] e
il mazzo di carte napoletane; la connessione di ogni poeta a una carta da gioco
è la stessa, quella prefissata dalla progressione disposta dai curatori; la
progressione dei semi è questa, ve la riproponiamo: Denari, Bastoni, Coppe, Spade.
Denari
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Da 1 a 10
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D8; C9; R10
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Bastoni
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Da 11 a 20
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D18; C19; R20
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Coppe
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Da 21 a 30
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D28; C29; R30
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Spade
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Da 31 a 40
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D38; C39; R40
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Abbiamo estratto dal mazzo di carte napoletane le prime dieci carte che
sono state considerate le poesie “ambigue”; poi, abbiamo fatto altre dieci
estrazioni, le cui carte sono state considerate le poesie “intelligibili”. Poi, abbiamo preso queste 20 poesie e costituito un mazzo di 20 carte:
le “ambigue” costituivano il 50% con il gene CAP + [Complessità; Ambiguità; Pregnanza]
e le “intelligibili” l’altro 50% con il gene CIP - [Complessità;
Intelligibilità; Pregnanza]; in questo modo la nostra raccolta di poesie
europee ha esattamente il 50% col gene CAP positivo e il 50% col gene CIP
negativo.
CAP +: le “ambigue”?
D denari
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8:Mandorlo di Kostas Montis;greca
(Cipro)
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A denari
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1:Betullaia ventosa di Knuts Skujenieks;
lettone
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C bastoni
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19: L’astore di Cabras; sarda
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4 coppe
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24:Parlò la renna di P. Řezníćek; ceca
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2 denari
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2:Paxos di Ioanna Tsatsou; greca
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4 denari
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4:Tali a spose nei primi tempi di Pinaffo;
franco-provenzale
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R spade
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40:Tutti i paesi del mondo di K.Tóth;
ungherese
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5 spade
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35: Lo sguardo di J.Aistis; lituana
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7 denari
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7(non tanto dritto) di N-A Valkeapaää;
sami
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6 coppe
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26:Tu non ci fai dormire di Scotellaro;
italiana
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D spade
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38: Amore rom di S.Spinelli;
romanì
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A coppe
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21:I corvi di Trakl; tedesca(Austria)
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2 bastoni
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12:Oracolo di Seamus Heaney; inglese(Irl.)
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7 spade
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37:Piccolo elogio del grigio gennaio
di L.Schlechter; francese(Lussemb.)
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4 spade
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34:Ancora ti custodisco…di A.Finiguerra;
sanfelese
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C spade
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39:Lezioni di vecchi maestri di M. van Daalen;
neerlandese
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6 spade
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36:Serenata di Bosdare Stresio di De Rada;
arbëresh
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2 coppe
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22:Il gatto in un appartamento di W.Szymborska;
polacca
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7 coppe
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27:Io non schiaccio la corolla…di Lucian Blaga;
rumena
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3 bastoni
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13:Bestiario senza nome di Jean Arp; francese
|
Anche questa volta, in questo
solitario notturno, vogliamo la poesia-zero. Che potrà essere la poesia-tema in luogo del
nome-tema che si diffrange attraverso il testo. Restituito il nulla al
linguaggio e il linguaggio al godimento, che potrà essere anche la serenità con
cui l’aura avvolge il lettore
virtuale, non resta nulla che per la sua reversibilità e disseminazione con il
peso, la complessità e la posizione del poeta nel mondo,prima che avvenga la
sterminazione del termine e dentro l’assolutezza anonima del gaudio.
La nostra operazione continua e produce 5 CAP + e 5 CIP -.
La nostra operazione continua e produce 5 CAP + e 5 CIP -.
35: Aistis
|
Cap +
|
19: Cabras
|
Cap +
|
4: Pinaffo
|
Cap +
|
36: De Rada
|
Cip -
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2: Tsatsou
|
Cap +
|
22:Szymborska
|
Cip -
|
27: Blaga
|
Cip -
|
39: van Daalen
|
Cip -
|
13: Arp
|
Cip -
|
1: Skujenieks
|
Cap +
|
Successivamente,
abbiamo tre Cap e tre Cip: la 35, la 4 , la 1, da un lato; la 36, la 22 e la 27
dall’altro.
Bevuto un caffè, abbiamo estratto le tre carte finali: 2 coppe, che è la 22,la Szymborska, 7 di coppe che è la poesia 27,Blaga, e 4 di denari, che è la poesia 4, quella della franco-provenzale Pinaffo.
Infine, rullo di tamburi[ io stavo ascoltando i Calexico, naturalmente “Epic”[*] ],
per raggiungere l’omogeneità, tiriamo fuori
una carta [è una carta CIP -: la 22, “Il
gatto in un appartamento vuoto (Kot
w pustym Mieszkaniu)” di Wisława Szymborska]: è la poesia-zero, dove è in atto un processo di sterminazione del valore: in opposizione al discorso
linguistico, che è un processo di accumulazione, di produzione e distribuzione
del linguaggio come razione, il poetico è irriducibile al mondo di
significazione, è l’insurrezione del linguaggio contro le sue stesse leggi[iii].
È la poesia del poema in cui non resta nulla, tutto il materiale fonico messo
in gioco è consumato e l’evidenza è che il godimento quando avviene non lascia
residui né resti, non vi è traccia, c’è l’aura.
C’è per l’uso delle preposizioni in Szymborska un centro di gravità, che è determinato qualitativamente dal rapporto tra le differenti specie di relazione. Il centro di gravità in questa poesia-zero, usata dai curatori nell’Antologia, si trova essenzialmente in un luogo, quindi abbiamo definizioni che sono primarie e centrali. Sul piano tridimensionale, come si usa nel francese[iv] con sur/sous, si usano preposizioni ordinative definite dalla simmetria e dalla transitività, da un lato, e dalla continuità, dall’altro: in polacco, prevale w o na (per “sur”) e pod ( per “sous”).
La transitività alternata sta in uno spazio chiuso ed è resa da un animale (il gatto) in un appartamento vuoto, la prossemica è quasi beckettiana, non si dimentichi che il lettore in polacco vede “w” come preposizione ed è in un luogo, si sta dirigendo verso un luogo, è in una posizione, si trova in un testo, è in una forma, in un tempo determinato: “w” può essere “in”, “a”, “dentro”; con “W”, ad esempio, può “giocare a carte”: grać w karty ; w lecie, “in estate”; w roku 2014, “nel 2014”; w nocy, “di notte”; w pokoju, “nella stanza”.
La centralità delle definizioni è resa periferica con la preposizione asimmetrica-simmetrica “tra/fra” che in polacco è “z”, “za”; la tensione qualitativa che è elevata, nella poesia-zero che ci è venuta stanotte, e quindi il grado di densità si allevia con l’uso delle preposizioni “na”, “nad", “pod”(su; sopra; sotto), un po’ come avviene anche con il ceco[v].
Adottando il metodo di cui abbiamo già riferito in altri studi[vi], vediamo come si forma l’esagramma dello stile della Szymborska:
al 6° posto, l’ intelligibilità alta fa ottenere una linea intera ─; al 5° posto, la complessità media ci dà un’altra linea intera ─; al 4° posto, l’ ambiguità con tasso alto ci dà ancora una linea intera ─; al 3° posto, per la pregnanza, la linea è ancora intera ─; al 2° posto, per la carica connotativa piuttosto alta, abbiamo la prima linea spezzata − − ; al primo posto, all’inizio, sotto, il codice ristretto della poetessa polacca specifica un’altra linea spezzata − −.
Il trigramma superiore è Ch’ien, il cielo, l’attività; sotto c’è Kên, il monte, l’immobilità. E’ lo stile del ritirarsi, come se il distacco interiore fosse sempre un fatto acquisito e il soggetto, in questa alternanza simmetrica, abbia sempre e comunque la libertà di andarsene. Dove si vede davanti a sé la propria via o la via di un oggetto. L’esagramma corrispondente nell’I Ching è il 33.Tunn, la cui serie è quella delle cose che non dimorano durevolmente al loro posto. Qui niente sembra cambiato, eppure tutto è mutato. Niente sembra spostato, eppure tutto è fuori posto. Il ritirarsi: spać i czekać. Aspettare e dormire. Aspettare è czekać. Dormire viene prima, sotto il cielo c’è il monte, l’immagine del ritirarsi e aspettare. Che altro si può fare. ♥ by v.s.gaudio│
Bevuto un caffè, abbiamo estratto le tre carte finali: 2 coppe, che è la 22,la Szymborska, 7 di coppe che è la poesia 27,Blaga, e 4 di denari, che è la poesia 4, quella della franco-provenzale Pinaffo.
Infine, rullo di tamburi[ io stavo ascoltando i Calexico, naturalmente “Epic”[*] ],
[*] In
fondo, se ascoltiamo bene, in quanto individui che vivono nel cuore delle
società moderne siamo tutti in quella stessa situazione di cui riferisce Jean
Baudrillard [in: L’agonia del potere,
trad.it. Mimesis edizioni, Milano 2008] : da una parte stiamo sperimentando l’attrazione
per la fine della storia, che è irresistibile per questa società di segni e
simulacri; dall’altra sentiamo un rifiuto radicale per questa sottomissione
volontaria. Tanto che ci si potrà chiedere se tutta questa storia, tutta la
ragione occidentale e la modernità siano davvero esistite, oppure se non siano
la parodia di un evento che ha avuto luogo, di cui non facciamo ormai altro
che spartirci le spoglie. Insomma, dentro l’Epic dei Calexico, la storia si
ripete e ripetendosi si converte in farsa, e la farsa, ripetendosi, dice
Baudrillard, finisce per farsi storia. In quanto all’Epic, a questo punto del
nostro solitario notturno, non sappiamo ancora che la poesia-zero sarà quella
del gatto in un appartamento vuoto e che lo stile-esagramma della poetessa
polacca sia quello del ritirarsi, che è omologo a “Qui c’era qualcuno, c’era,
Ktoś tutaj był i był, e poi d’un tratto è scomparso, a potem nagle zniknął, e
si ostina a non esserci, i uporczywie go nie ma”: il carattere effimero,
instabile e reversibile della modernità e della realtà e la realtà che non è
ripartita equamente sulla superficie terrestre, figuriamoci su quella chiamata
Europa. Ci sono zone, Malta, per esempio, che non hanno ancora visto nascere il
reale e il suo principio: sono sottosviluppate in un senso più profondo dell’economico,
del tecnologico e del politico; spesso servono come scarico per le zone
iperreali, sublunari e già extraterrestri, altrimenti come sfogo eterotopico e
di evasione fiscale: la globalizzazione provoca una discriminazione sempre più
profonda, anche se le singolarità, le peggiori e le migliori, o le ambigue e le
leggibili, hanno ancora un po’ di campo libero, purché quelle poetiche siano
traghettabili con la transeconomia della società dello spettacolo. Anche per
questo i soldi della televisione confluiscono nei luoghi dell’eterotopia, che,
guarda caso, sono sempre quelli in cui l’analfabetismo riguarda come minimo
almeno il 12.5% della popolazione utente.
C’è per l’uso delle preposizioni in Szymborska un centro di gravità, che è determinato qualitativamente dal rapporto tra le differenti specie di relazione. Il centro di gravità in questa poesia-zero, usata dai curatori nell’Antologia, si trova essenzialmente in un luogo, quindi abbiamo definizioni che sono primarie e centrali. Sul piano tridimensionale, come si usa nel francese[iv] con sur/sous, si usano preposizioni ordinative definite dalla simmetria e dalla transitività, da un lato, e dalla continuità, dall’altro: in polacco, prevale w o na (per “sur”) e pod ( per “sous”).
La transitività alternata sta in uno spazio chiuso ed è resa da un animale (il gatto) in un appartamento vuoto, la prossemica è quasi beckettiana, non si dimentichi che il lettore in polacco vede “w” come preposizione ed è in un luogo, si sta dirigendo verso un luogo, è in una posizione, si trova in un testo, è in una forma, in un tempo determinato: “w” può essere “in”, “a”, “dentro”; con “W”, ad esempio, può “giocare a carte”: grać w karty ; w lecie, “in estate”; w roku 2014, “nel 2014”; w nocy, “di notte”; w pokoju, “nella stanza”.
La centralità delle definizioni è resa periferica con la preposizione asimmetrica-simmetrica “tra/fra” che in polacco è “z”, “za”; la tensione qualitativa che è elevata, nella poesia-zero che ci è venuta stanotte, e quindi il grado di densità si allevia con l’uso delle preposizioni “na”, “nad", “pod”(su; sopra; sotto), un po’ come avviene anche con il ceco[v].
Adottando il metodo di cui abbiamo già riferito in altri studi[vi], vediamo come si forma l’esagramma dello stile della Szymborska:
al 6° posto, l’ intelligibilità alta fa ottenere una linea intera ─; al 5° posto, la complessità media ci dà un’altra linea intera ─; al 4° posto, l’ ambiguità con tasso alto ci dà ancora una linea intera ─; al 3° posto, per la pregnanza, la linea è ancora intera ─; al 2° posto, per la carica connotativa piuttosto alta, abbiamo la prima linea spezzata − − ; al primo posto, all’inizio, sotto, il codice ristretto della poetessa polacca specifica un’altra linea spezzata − −.
Il trigramma superiore è Ch’ien, il cielo, l’attività; sotto c’è Kên, il monte, l’immobilità. E’ lo stile del ritirarsi, come se il distacco interiore fosse sempre un fatto acquisito e il soggetto, in questa alternanza simmetrica, abbia sempre e comunque la libertà di andarsene. Dove si vede davanti a sé la propria via o la via di un oggetto. L’esagramma corrispondente nell’I Ching è il 33.Tunn, la cui serie è quella delle cose che non dimorano durevolmente al loro posto. Qui niente sembra cambiato, eppure tutto è mutato. Niente sembra spostato, eppure tutto è fuori posto. Il ritirarsi: spać i czekać. Aspettare e dormire. Aspettare è czekać. Dormire viene prima, sotto il cielo c’è il monte, l’immagine del ritirarsi e aspettare. Che altro si può fare. ♥ by v.s.gaudio│
[ii] AAA
EUROPA CERCASI a cura di Lino Angiuli e Maria Rosaria Cesareo, Fondazione
Roma.Arte-Musei│La Vita Felice, Milano 2014.
[iii] Cfr.
Jean Baudrillard, Il poetico come sterminazione
del valore, in: Idem, Lo scambio
simbolico e la morte, trad. it. Feltrinelli 1990: pagg. 208 e segg.
[v]
Nell’appendice del libro di Brøndal e nella tavola sinottica manca il polacco;
i rilevamenti in merito alle preposizioni polacche sono di V.S.Gaudio.
[vi] Cfr.
V.S.Gaudio, Cesare Ruffato: la semantica
gergale e razionale dell’idioletto corporeo, I quaderni di Hebenon, Torino
1999; cfr. anche: Idem, Amelia’s
Spring.La Stimmung con Amelia
Rosselli, in “Zeta” n.82, Campanotto editore, Udine dicembre 2007.